Cultura

Esadattilia, la passione del casalese Manfredi ora diventa una "caccia al tesoro"

"Quanti casi di esadattilia nell’arte sacra sono lì ad aspettare il fatidico bacio, pronti a essere finalmente raccontati? Il caso che vorrei proporre a tutti gli amanti dell’arte per un’attenta osservazione risale alla prima metà del XVI secolo".

CARISOLO/CASALMAGGIORE – C’è chi della propria passione ha fatto un gioco. Anzi, questa volta ha lanciato, ufficialmente, “il” gioco. La caccia al tesoro. Parliamo di Franco Manfredi, cittadino di Casalmaggiore che però ama le montagne della Val Rendena ed è appassionato dell’arte che si ritrova nelle chiese di quella terra. L’arte dei Baschenis, in particolare, famiglia che racchiude alcune delle principali firme che possiamo scovare nelle chiese di Pinzolo, Carisolo e altri comuni di quella zona del Trentino.

Di Franco Manfredi ci eravamo già occupati per una sua passione, a metà tra archeologia, arte e alchimia: la ricerca di diversi casi di esadattilia nell’arte. I famosi dipinti, cioè, in cui i personaggi religiosi o storici rappresentati mostrano in un piede o in una mano sei dita anziché le canoniche cinque. Una malformazione? Un errore del pittore? No, più probabilmente un messaggio: inizialmente ritenuta simbolo del demonio, l’esadattilia nel tempo è stata rivista come il suo esatto opposto, ossia come un segnale di virtù, tanto da essere sempre più associata a Santi e personaggi del Vangelo.

Stavolta Manfredi ha ricevuto una fotografia di un piede con sei dita e ha pensato di giocare con gli amici e gli appassionati dell’arte, dell’esadattilia o della Val Rendena, proprio come lui. “Si apre la caccia al tesoro – ha scritto – : dove si trova l’affresco posto all’attenzione degli appassionati dell’arte e dei tanti visitatori e turisti?”. Ricordiamo che Manfredi scrisse anche un libro sul tema e proprio il volume “Lo strano caso delle sei dita” si chiude con un pensiero di Andrea Carandini, Presidente del FAI, ripreso da Giacomo Bonazza su Il Giornale delle Giudicarie: “L’arte va risvegliata come la Bella addormentata. Quante belle addormentate, siano esse pale d’altare, sculture, architetture, sono lì ad aspettare il fatidico bacio, pronte a essere finalmente raccontate?”.

Così, Manfredi aggiunge: “Quanti casi di esadattilia nell’arte sacra sono lì ad aspettare il fatidico bacio, pronti a essere finalmente raccontati? Il caso che vorrei proporre a tutti gli amanti dell’arte per un’attenta osservazione risale alla prima metà del XVI secolo. Alcuni esperti hanno attribuito i dipinti che si trovano sulla facciata esterna e all’interno a Cristoforo il Vecchio. Secondo Giuseppe Ciaghi l’autore è Simone II Baschenis solito firmare le sue opere con la croce di sant’Andrea”. Le immagini dell’affresco che vi proponiamo rivelano un possibile, per alcuni inconfutabile, caso di esadattilia al piede sinistro. “Certamente siamo in val Rendena – precisa Manfredi – ma qualcuno guardando le immagini sa essere più preciso? Dove si trova quell’affresco?” La caccia al tesoro è aperta.

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