Benessere Equo e Sostenibile, ok per lavoro e istruzione, bocciati in ambiente e innovazione
Cremona è una buona provincia in cui vivere: positivi gli indicatori sull’istruzione, sul lavoro, sulle pensioni e sulle relazioni sociali. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: va infatti male dal punto di vista ambientale, a causa del forte inquinamento, ma anche per l’innovazione. E il benessere economico? Meglio che in Italia, ma peggio che in Lombardia. Questo, in sintesi, il risultato della ricerca sul Benessere Equo e Sostenibile nelle Province e Città metropolitane, promosso dal Sistema statistico nazionale in collaborazione con le amministrazioni provinciali.
Secondo il rapporto, che analizza i dati relativi all’anno 2017, l’aspettativa di vita a Cremona “si attesta sugli 83 anni, stesso valore registrato in Lombardia e in Italia” si legge nel documento. Osservando l’indicatore per genere, “la speranza di vita per gli uomini risulta superiore di 0,2 al dato nazionale ed inferiore di 0,4 a quello regionale, mentre per le donne risulta superiore di 0,1 al dato nazionale ed inferiore di 0,5 a quello regionale. Gli indicatori relativi alle cause di mortalità della popolazione qui considerati, fanno riferimento a fenomeni legati sia ad eventi che a malattie”.
Il tasso di mortalità per incidenti di trasporto nella popolazione tra 15 e 34 anni, “raggiunge un valore pari a 0,9 casi ogni 10.000 abitanti, valore poco più alto di quello registrato a livello regionale (0,5) e nazionale (0,7)”. Il tasso di mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni “assume un valore pari a 9,6 persone ogni 10.000 abitanti, superando di poco il valore medio regionale e nazionale (9,0). Il numero di decessi per demenza senile nella popolazione oltre i 65 anni, malattia tipica dell’età avanzata e la cui diffusione è probabilmente legata all’invecchiamento della popolazione, nel 2014 è pari a 36,3 persone ogni 10.000 abitanti, risultato molto più elevato di quello registrato sia a livello nazionale (27,9) che regionale (29,4)”.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE. In generale, gli indicatori relativi all’istruzione sono positivi per la provincia di Cremona. I giovani che non lavorano e non studiano (Neet) “sono il 13,5% della popolazione, un valore inferiore di ben 10,8 punti percentuali rispetto a quello registrato a livello nazionale (24,3%) ed inferiore di 3,4 punti percentuali rispetto a quello regionale (16,9%)”.
Le persone tra 25 e 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola superiore, “sono il 64,6% dei residenti della stessa fascia d’età; una percentuale superiore a quella registrata sia in Lombardia (63,2%) che in Italia (60,1%). Anche i laureati tra i 25 e i 39 anni sono il 25,6% della popolazione della stessa fascia, un valore che supera il dato nazionale (24,4%), ma non quello regionale (27,8%). Per quanto riguarda le competenze acquisite, i punteggi medi ottenuti dagli studenti cremonesi di seconda superiore nelle prove Invalsi dell’anno 2018 mostrano una competenza numerica e alfabetica superiore a quella nazionale e di poco inferiore a quella regionale”.
Relativamente alla partecipazione alla formazione continua, nel 2016 il 9,4% della popolazione tra 25 e 64 anni è stata coinvolta in un percorso di istruzione o formazione, dato superiore sia a quello medio regionale (9,3%) che nazionale (8,3%).
LAVORO. Gli indicatori sul lavoro e sulla conciliazione dei tempi di vita evidenziano in provincia di Cremona “una situazione migliore di quella registrata a livello nazionale. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro, ovvero i soggetti scoraggiati che non lavorano perché ritengono di non riuscire a trovare lavoro, sono il 10% del totale delle forze di lavoro, la metà del valore medio nazionale (19,7%)”.
Anche il tasso di mancata partecipazione al lavoro dei giovani tra 15 e 24 anni “evidenzia una situazione migliore di quella registrata in Italia, ma peggiore, se pur di poco, a quella lombarda. La differenza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro, che rileva quanto le donne siano più scoraggiate degli uomini nella ricerca del lavoro, risulta meno marcata in provincia di Cremona e in Lombardia, di quanto rilevato mediamente in Italia”.
Positivi sono anche i dati relativi all’occupazione e alla disoccupazione. “Nel 2018 il tasso di occupazione in provincia di Cremona è stato del 71,9%, valore di poco inferiore a quello regionale, ma più elevato di quello nazionale (63%). La differenza di genere nel tasso di occupazione, che vede favoriti gli uomini rispetto alle donne, è più alta a Cremona rispetto alla media regionale e nazionale”.
Anche il tasso di occupazione giovanile (da 15 a 29 anni), pari al 42,7%, “registra nel 2018 valori più elevati rispetto al dato regionale e soprattutto nazionale. Sempre nel 2018 il tasso di disoccupazione (5,1%) ed il tasso di disoccupazione giovanile (14,7%) registrano in provincia di Cremona una situazione decisamente migliore di quella nazionale: il primo con 5,5 punti percentuali in meno ed il secondo con 10,1 punti percentuali in meno, rispetto ai dati nazionali. Per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro, l’incidenza degli infortuni mortali o molto gravi sul lavoro avvenuti sul territorio cremonese nel 2015 è inferiore al dato nazionale, ma superiore a quello regionale”.
BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori di benessere economico fotografano una situazione sicuramente migliore di quella nazionale, ma peggiore, seppur di poco, di quella regionale. Nel 2015, secondo il rapporto, “il reddito lordo pro capite in provincia di Cremona è pari a 16.290 euro, superiore al reddito medio nazionale (14.223 euro), ma inferiore a quello medio regionale (17.483 euro). Anche la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, nel 2016 è di 23.098 euro, superiore al valore medio nazionale (21.715 euro), ma inferiore a quello regionale (26.494 euro). Stessa situazione per l’importo medio annuo delle pensioni, che è di 17.961 euro, di poco superiore all’importo medio nazionale (17.685 euro), ma inferiore a quello regionale (19.078 euro)”.
Risulta positiva la situazione dei pensionati con pensioni di importo basso (inferiore ai 500 euro lordi), che “a Cremona sono meno di quelli rilevati sia a livello regionale che nazionale. La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti, vede più sfavorite le donne cremonesi rispetto alle donne italiane, ma non rispetto a quelle lombarde. Una lavoratrice cremonese percepisce in media 9.516 € in meno di un lavoratore, mentre a livello nazionale la differenza è minore: 7.833 euro. Tra gli indicatori di disagio economico considerati vi sono i provvedimenti di sfratto emessi e il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie. Entrambi mostrano per il territorio cremonese una situazione uguale a quella regionale e nazionale”.
RELAZIONI SOCIALI – L’accessibilità alle scuole degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla media nazionale e regionale. Gli alunni disabili che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado “sono infatti il 3,2% degli iscritti contro il 2,8% registrato a livello nazionale e quelli che frequentano le scuole secondarie di secondo grado sono il 2,8% degli iscritti, contro il 2,3% a livello nazionale”.
Guardando alla capacità degli edifici scolastici statali di accogliere i ragazzi disabili, a Cremona i valori sono superiori a quelli nazionali: “il 55,9% degli edifici scolastici statali cremonesi (scuole primarie e secondarie di 1° grado) hanno percorsi interni privi di barriere architettoniche, contro il 47,3% degli edifici scolastici italiani: così come il 57,9% degli edifici scolastici statali cremonesi ha percorsi esterni privi di barriere architettoniche, contro il 49,1% degli edifici scolastici italiani. Se si considerano invece gli edifici scolastici non statali, la percentuale si abbassa notevolmente: gli edifici scolastici con percorsi interni accessibili sono soltanto il 18,2%, contro il 47,6% rilevato a livello nazionale”.
Per quanto riguarda l’immigrazione, i permessi di soggiorno rilasciati nel 2017 in provincia di Cremona sono stati pari al 74,3% degli stranieri residenti, “valore inferiore a quello della Lombardia (82,4%), ma superiore a quello dell’Italia (72,2%). L’indicatore relativo alla società civile evidenzia come nel territorio cremonese esista una profonda cultura del volontariato: le istituzioni non profit sono in media 68,1 ogni 10.000 abitanti, contro le 56,7 dell’Italia e le 54,9 della Lombardia”.
POLITICA E ISTITUZIONI – Rispetto al dato nazionale e regionale, secondo il Bes, “le istituzioni del territorio cremonese hanno mostrato di saper coinvolgere maggiormente nella vita politica le donne e i giovani. Nel 2016 il 32,1% degli amministratori comunali cremonesi erano donne (in Italia lo erano il 30,1% e in Lombardia il 32,1%) e il 32,4% erano giovani al di sotto dei 40 anni (in Italia lo erano il 31,3% e in Lombardia il 29,8%).
Per quanto concerne il grado di finanziamento interno degli enti locali territoriali, dai bilanci dell’anno 2015 emerge che la Provincia di Cremona ha avuto un grado di finanziamento interno peggiore sia a quello delle Province italiane che a quello delle province lombarde. Allo stesso modo i Comuni cremonesi hanno avuto un grado di finanziamento interno superiore a quello dei Comuni italiani, ma di poco inferiore a quello dei comuni lombardi. Sulla capacità degli enti locali territoriali di reperire risorse attraverso la riscossione dei tributi dovuti, si evidenzia che nel 2015 la Provincia di Cremona ha avuto una buona capacità di riscossione, superiore a quella delle province lombarde e italiane, così come i comuni cremonesi hanno registrato una capacità di riscossione superiore a quella dei comuni lombardi e italiani”.
SICUREZZA – Il tema della sicurezza è analizzato attraverso due aspetti: la criminalità e la sicurezza stradale. Gli indicatori individuati per inquadrare il fenomeno della criminalità evidenziano, sul territorio cremonese, “un livello di criminalità molto basso, rispetto a quanto rilevato a livello nazionale e regionale. In particolare nel 2017 il tasso di omicidi in provincia di Cremona è risultato pari a 0, mentre i delitti denunciati sono stati 301,6 ogni 10.000 abitanti. I delitti violenti denunciati sono stati 14,7 ogni 10.000 abitanti e quelli diffusi denunciati 149,7 ogni 10.000 abitanti; dati di molto inferiori a quelli nazionali e regionali, anche se si deve considerare la diversa propensione a denunciare i reati minori, che varia territorialmente”.
Per quanto riguarda la sicurezza stradale, “nell’anno 2017 su 100 incidenti stradali si sono avuti 2 morti in provincia di Cremona. A livello nazionale i morti sono stati 1,9 e a livello regionale 1,3. Il dato sull’incidentalità extra urbana a Cremona è invece migliore di quello rilevato a livello nazionale, ma non regionale: nel 2017 si sono avuti 4 decessi per 100 incidenti stradali, contro i 4,6 dell’Italia e i 3,1 della Lombardia”.
PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – Nel comune di Cremona, secondo il Bes, “la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico è di poco superiore a quella nazionale, ma inferiore a quella regionale. I parchi urbani occupano 2 mq ogni 100 mq di superficie urbanizzata nel comune capoluogo, mentre in media in regione occupano 2,9 mq ogni 100 mq di superficie urbanizzata. I visitatori che nel 2017 hanno visitato gli istituti statali di antichità e arte della provincia di Cremona sono stati circa 3.300, molto meno che in Lombardia (circa 71.300) e in Italia (circa 106.500). Rapportati ai Kmq di superficie provinciale, i visitatori degli istituti statali di antichità ed arte cremonesi sono stati 2 per kmq contro i 183 per kmq registrati in media in Italia e i 71,3 per kmq registrati in media in Lombardia”.
Anche le aziende agrituristiche “sono meno diffuse sul territorio cremonese rispetto a quanto rilevato sul territorio nazionale e regionale: nel 2016 su un’area di 100 kmq si sono registrate circa 3,7 aziende agrituristiche in provincia di Cremona, contro le 6,8 in Lombardia e le 7,5 in Italia. In provincia di Cremona i comuni che presentano aree di particolare interesse naturalistico sono il 20% del totale, mentre in Lombardia la percentuale è leggermente superiore (24%) e in Italia raggiunge il 44,8% dei comuni italiani”.
AMBIENTE – Gli indicatori che misurano l’inquinamento ambientale non mostrano una situazione ottimale. Nel comune capoluogo, nel 2017, “i giorni in cui si è superato il limite di PM10 sono stati 105, poco più di quelli calcolati in media nei comuni capoluogo della Lombardia (97 giorni), ma molto più di quelli calcolati in media nei capoluoghi italiani (40 giorni). I giorni in cui si è superato il limite di NO2 (biossido di azoto) sono stati 44, più di quelli registrati in Italia (28), ma meno di quelli registrati in Lombardia (64)”.
Per quanto riguarda la disponibilità di verde urbano misurato nel comune capoluogo, “che è di 29,7 mq per abitante” risulta essere “di poco superiore al valore medio regionale (28,6), ma inferiore a quello medio nazionale (31,7). Gli indicatori scelti per misurare il consumo di risorse ambientali evidenzia nel 2017, nel territorio cremonese, un consumo di energia elettrica per uso domestico superiore sia al consumo medio nazionale, che regionale.
Il dato del 2015 sulla dispersione da rete idrica mostra valori migliori di quelli regionali e nazionali. Le perdite di rete, che in provincia di Cremona sono state pari al 27,9% del volume di acqua immesso, sono state meno gravose di quelle rilevate a livello nazionale, dove è stato disperso il 41,4% di quanto immesso. Sulla sostenibilità ambientale, la provincia di Cremona mostra una situazione molto positiva riguardo alla raccolta di rifiuti. La percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica, pari a 0, evidenzia infatti un’ottima propensione del territorio al recupero sia di materia che di energia, come promosso, fin dai primi anni ’90, dalla pianificazione provinciale e regionale, attraverso scelte impiantistiche e di gestione ed organizzazione dei servizi. Meno incisivo è il dato sull’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili: solo il 24,3% dell’energia consumata proviene da fonti rinnovabili, contro il 33,1% dell’Italia”.
RICERCA E INNOVAZIONE – Il nostro territorio non brilla particolarmente dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione: “Nonostante le domande di brevetto presentate nel 2012 dalle imprese cremonesi evidenzino una buona propensione alla brevettazione (77 domande presentate per milioni di abitanti, contro le 60 presentate in media a livello nazionale), le domande di brevetto riguardanti i settori delle tecnologie avanzate (high-tech), dell’informazione e comunicazione (ICT) e delle biotecnologie, sono state inferiori a quelle regionali e nazionali” si legge nel rapporto.
“Precisamente, tra le domande di brevetto presentate in provincia di Cremona, solo l’1,9% riguardava il settore delle tecnologie avanzate, il 6,7%, il settore dell’ICT e l’1,2% il settore delle biotecnologie. Anche la percentuale di imprese cremonesi con attività principale nei settori ad alta intensità di conoscenza, erano nel 2016 il 28,7% del totale, una presenza significativa, anche se di poco inferiore a quella registrata sul territorio nazionale (30,4%) e in Lombardia (33,7%)”.
QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori scelti per valutare la qualità dei servizi socio-sanitari o di pubblica utilità “evidenziano sul territorio cremonese una situazione migliore di quella rilevata a livello nazionale. Per quanto riguarda i servizi socio-sanitari, i bambini da 0 a 2 anni che hanno usufruito di asili nido o micronidi nell’anno scolastico 2015/16 sono stati il 18,1%, una percentuale superiore sia a quella nazionale (12,6%) che regionale (15%).
Anche l’offerta ospedaliera sembra soddisfare l’utenza di riferimento territoriale: infatti solo il 2,8% dei cremonesi ricoverati si è rivolto a strutture sanitarie di altre regioni, contro una media nazionale del 7,1% e una media regionale del 3,1%. Molto positiva è anche la situazione relativa ai servizi di pubblica utilità. Nel 2017 il numero medio di interruzioni elettriche senza preavviso è stato più basso di quello registrato in Lombardia e in Italia. Allo stesso modo, la percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani è stata nel 2017 molto più elevata di quella regionale e nazionale: in provincia di Cremona il 78,3% dei rifiuti urbani sono stati oggetto di raccolta differenziata, contro una media regionale del 69,6% e una media nazionale del 55,5%.
Evidenzia una situazione negativa l’indice di sovraffollamento delle carceri, che riguarda purtroppo tutto il territorio nazionale. In provincia di Cremona la percentuale di detenuti presenti negli istituti di detenzione è superiore alla capienza regolamentare: per 100 posti disponibili ci sono 112 detenuti, dato migliore di quello lombardo che vede 136,4 detenuti per 100 posti disponibili, ma peggiore di quello nazionale (117,9). Sul tema della mobilità si evidenzia una carenza nell’offerta di trasporto pubblico locale. Nel 2016 i postikm offerti per abitante dal trasporto pubblico locale sono stati 1.371 nel comune capoluogo, dati di gran
lunga inferiori a quelli medi nazionali (4.615) e soprattutto regionali (10.473)”.
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