Ambiente

Piante mellifere, colori api e farfalle: il progetto del Marconi e la vita che passa dal parco

Intanto ci sono fiori, ci sono colori, c'è il ronzio delle api e il volo frenetico delle farfalle. C'è il profumo della terra e ci sono gli insetti che la popolano. Ci sono piccoli progetti gentili e piccoli segni da far crescere

CASALMAGGIORE – Stanno andando tutti i giorni, per i loro figli e con i loro figli. A dare acqua a quei fiori che i piccoli hanno piantato per dar man forte alle api e alla biodiversità. Stanno andando perché quel piccolo angolo del parco di via Italia è un tripudio di fiori e di colori, di farfalle, api ed insetti.

Alcuni si portano l’acqua da casa. Perché un punto acqua lì vicino non c’è. E’ dall’altra parte del parco, distante da dove servirebbe. Servirebbe una fontanella vicino alle piante, vicino al book crossing e vicino a quel progetto della scuola Marconi che si è aggiudicato uno dei premi (il secondo) del bando Chiarini nell’edizione 2018/2019. Nella sua semplicità e nella sua importanza pure Umberto – non ne abbiamo dubbi – ne sarebbe stato orgoglioso.

Il progetto della Marconi curato dalle insegnanti Giuseppina Romano e Teresa Prestileo tra le iniziative prevedeva quella di individuare: “Delle zone dove piantare arbusti e piante aromatiche con differente epoca di fioritura per garantire la continuità alimentare degli insetti impollinatori: giardini/parchi pubblici adiacenti all’argine, zona incolta adiacente alla scuola, orto sinergico di Vicobellignano. La progettazione di un orto delle aromatiche e la piantumazione delle essenze vegetali garantirà un mondo di odori e sapori e nutrimento per insetti e altri animaletti che lo frequentano”.

Achillea, Aster, Sedum, Rudbeckia, Lythium, Nepeta, alcune graminacee ornamentali. Sono quelle le essenze mellifere scelte con la consulenza di Eugenio Maltraversi che delle api è profondo conoscitore. A piantarle erano stati i ragazzi della V A e B del Marconi, aiutati da qualche nonno e da qualche genitore che si era preso proprio quell’impegno di continuare a curare le piante. Così è stato. Un insegnamento nel’insegnamento: prendersi cura richiede costanza e sacrificio, richiede tempo e fatica, qualche porta che fa fatica ad aprirsi e molti silenzi. Questo stanno in fondo imparando i ragazzini: a prendersi cura di qualcosa con costanza e a vedere che quell’impegno alla fine non è vano.

Daccordo, manca ancora il punto acqua, ma forse un giorno arriverà.

Intanto ci sono fiori, ci sono colori, c’è il ronzio delle api e il volo frenetico delle farfalle. C’è il profumo della terra e ci sono gli insetti che la popolano. C’è anche la cooperativa Santa Federici che – un giorno alla settimana – di quel parco si prende cura. Ci sono piccoli progetti gentili e piccoli segni da far crescere. C’è la vita ed è più di quanto una qualunque lezione in un’aula potrà mai dare.

Nazzareno Condina

 

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