Le GEV perdono i pezzi. Mori: "Non ci sono i presupposti per lavorare in maniera serena"
CASALMAGGIORE – Tre dimissioni in contemporanea, con l’annuncio di altre che potrebbero arrivare a breve. Una difficoltà intrinseca di portare avanti un lavoro fondamentale e una pessima notizia per l’ambiente. Ieri pomeriggio Massimo Mori (ex coordinatore), Fabio Lingua e Luciano Sortino hanno consegnato, al comando della Municipale, divise e tesserini. Formalmente per impegni sopraggiunti, informalmente (ma poi neppure tanto) per problematiche rimaste sul tavolo e non risolte che non consentono un lavoro sereno alle GEV (Guardie Ecologiche Volontarie).
Da cinque mesi manca una figura che faccia da riferimento nei rapporti tra GEV e Regione. Qualcuno che – per legge – deve essere giocoforza un dirigente amministrativo. Per un po’ di tempo lo era stato il responsabile dell’Ufficio Ambiente Uber Ferrari che, ad un certo punto ha dato le sue dimissioni irrevocabili. Difficile gestire un corpo, quello delle Guardie Ecologiche, in cui mancano punti di riferimento, in cui le discussioni ci sono e sono piuttosto accese, in cui neppure tutti i volontari riescono a fare le ore previste di servizio (al mese). Manca pure una ‘mission’ precisa, una sede aperta 24 ore su 24. Le fototrappole – almeno a quel che ci risulta – non sono mai entrate in funzione e non si ha notizia di sanzioni affibbiate direttamente dalle guardie per reati di tipo ambientale.
Le parole dell’ex coordinatore Massimo Mori – persona schietta e senza peli sulla lingua da sempre – non lasciano spazio ad interpretazioni di sorta: “Consegnamo le divise e la documentazione in nostra dotazione – ha spiegato Mori – perché ci sospendiamo e diamo le dimissioni da Guardie Ecologiche Volontarie. Per vari motivi: il matrimonio quando finisce finisce in genere per responsabilità di entrambe le parti, sia da parte nostra che di altre persone. Quindi è giunto il momento, per difficoltà varie, anche personali di consegnare l’attrezzatura. Ci dispiace perché comunque l’ambiente è una cosa molto importante, si potrebbe lavorare su tante cose ma a questo punto, mancando la possibilità, non c’è altra soluzione. Ricordo che dopo 5 mesi manca ancora un punto di riferimento dell’amministrazione per la gestione delle GEV. Siamo in tre questa sera, ma pure altre persone la pensano come noi e quindi nell’imminente futuro daranno anche loro le dimissioni. Dispiace però è una decisione che è stata ponderata e valutata e questa sera abbiamo deciso di ciudere questo nostro percorso. E’ stato un percorso lungo ed importante, con corsi, formazione, serate, 18 ore di servizio al mese. Ripeto, dispiace ma quando non ci sono più i presupposti per lavorare in un certo modo è giusto interrompere questo rapporto”.
Difficile – da quel che spiega Mori – anche predisporre una turnazione adeguata e garantire ai volontari una copertura specifica anche in termini di sicurezza. Difficile lavorare in maniera serena. Difficile anche pensare ad una tutela visto che – sempre da quel che racconta l’ex coordinatore – nella causa che ha visto coinvolta una GEV alla stessa – e per un’opera in fin dei conti volontaristica – non sono state garantite neppure le spese legali. Le GEV si riducono, dalla ventina che erano all’inizio, a poche guardie attive.
Oggi le GEV appaiono per quel che sono: un corpo ingessato e limitato, con pochi uomini a disposizione e pochissimo controllo esercitato sull’ambiente. Un corpo che andrà ripensato e riformato se davvero si pensa che possa essere utile. O lasciato morire quando anche l’ultimo dei moicani avrà deciso di prendere un’altra strada.
Nazzareno Condina