Oglio Po, mancano gli anestesisti? In servizio torna l'ex primario Luigi Borghesi
E’ l’unico (per ora) medico in pensione che ha risposto alla chiamata dell’Asst, volta a rimediare alla carenza di anestesisti. Per il resto, l’azienda ospedaliera è ricorsa anche all’affidamento a una cooperativa.
CASALMAGGIORE – Era lo scorso aprile quando Luigi Borghesi, ex primario di Anestesia e Rianimazione all’ospedale Oglio Po e Direttore del Dipartimento di Emergenza Accettazione dell’Azienda ospedaliera di Cremona andato in pensione, lanciò l’allarme sulla carenza di specialisti anche in rapporto al futuro dell’ospedale di Vicomoscano.
Borghesi, che è presidente del Comitato per la difesa e il rilancio dell’ospedale Oglio Po, ci spiegò che l’emergenza nasceva da due fattori: la chiusura di scuole di specializzazione a numero chiuso e la concorrenza del privato, che sia dal punto di vista economico che di qualità del lavoro (assenza di turni notturni e festivi) attirava medici dal settore pubblico. Era da poco stata annunciata la chiusura temporanea a Vicomoscano di tre sale operatorie su 4 per l’emergenza anestesisti: ne mancavano oltre una dozzina tra Cremona e Casalmaggiore.
Ebbene, il dottor Borghesi non si è limitato a denunciare la situazione, ma si è messo in prima fila per dare una mano. Infatti da qualche settimana è rientrato in ospedale, all’Oglio Po, non più da primario ma con un incarico libero-professionale della durata di tre mesi (che saranno rinnovati). E’ l’unico (per ora) medico in pensione che ha risposto alla chiamata dell’Asst, volta a rimediare alla carenza di anestesisti. Per il resto, l’azienda ospedaliera è ricorsa anche all’affidamento a una cooperativa.
«La carenza di anestesisti – spiega Borghesi – crea grandi difficoltà nell’attività chirurgica non solo nelle sale operatorie, ma anche sulla preparazione dei pazienti da operare. Il rischio è di saltare il pre-ricovero, con la possibilità di annullare l’operazione il giorno stesso in cui è stata fissata». E al pre-ricovero pensa quindi lui: «Sì, me ne sto occupando, con un incarico libero-professionale che implica la mia presenza tre mattine a settimana. Mi è stato anche chiesto di andare in sala operatoria, e lo farò per la prima volta giovedì 4 luglio. In pratica – afferma sorridendo – sto ripartendo da zero: torno giovane».
E’ un po’ come se il direttore di un’azienda dopo la pensione andasse in fabbrica per aiutare la produzione. «Esatto, ma lo faccio molto volentieri perché ci tengo parecchio al futuro dell’ospedale. Non lo faccio certo per i soldi: d’altronde non è un caso che nessuno abbia risposto a quel bando per l’Oglio Po. Anch’io ho provato a convincere qualcuno, senza risultati. Può accettare solo chi è molto motivato». E Borghesi lo è, e intanto inizia a dare lui l’esempio, quello dell’ex primario che riparte da semi-volontario.
Ma non c’è il rischio di sottostare a indicazioni di chi un tempo riceveva gli ordini, proprio come un ex direttore che si ritrova alle dipendenze del caporeparto? «No, non avviene nel nostro caso, in quanto l’anestesista è il medico che si rapporta con i pazienti». L’autorità insomma è la stessa. «Sì, agisci in scienza e coscienza con la tua professionalità, e hai anche la responsabilità del caso. Ovviamente, questo sì, non entro più nell’organizzazione del servizio. Ho un contratto e vado come libero professionista. Non sono vincolato ad orari se non a quelli del servizio».
Lo spirito però è quello del volontariato. «Certamente, in caso contrario non l’avrei mai fatto. Dopo la pensione sono stato bombardato da richieste dal settore privato per fare attività operatoria, ma ho sempre risposto di no. Qui non posso dire di no». E, sottinteso, a compensi notevolmente più bassi. Perché tre soli mesi? «In precedenza vigeva la norma che non poteva rientrare nello stesso ospedale chi era andato in pensione dopo avervi lavorato. L’emergenza ha prodotto una deroga, ma solo per tre mesi, Ma mi è già stato chiesto di prorogarli. In realtà mi auguro che non ci sia bisogno, perché significherebbe che hanno trovato la soluzione, ma non è molto probabile».
V.R.