La Cooperativa Tellus con un tocco di lavanda: nuovo progetto a Vicomoscano
Dato che le piantine - in attesa di creare quando cresceranno un ottimo colpo d’occhio - non bastano a coprire l’intero appezzamento, ecco che altre pertiche verranno utilizzate per semine differenti.
VICOMOSCANO (CASALMAGGIORE) – Ripartire dalla terra significa ripartire dalle basi. E, peraltro, farlo in una zona così fertile come la Pianura Padana, non a caso a forte trazione agricola, non è nemmeno una brutta idea. Avevamo lasciato la Cooperativa Tellus di Casalmaggiore intenta nella pulizia del verde e nella raccolta delle erbacce, come prima missione, un anno fa circa, quando tutto nacque. Oggi la Cooperativa ha fatto passi avanti e, nei giorni scorsi, ha preso in affitto un appezzamento di terreno dove sono state piantante oltre 2mila piantine di lavanda.
L’idea è quella di investire, in questo caso, sull’agricoltura che possa essere collegata al mondo della cosmesi. Dato che le piantine – in attesa di creare quando cresceranno un ottimo colpo d’occhio – non bastano a coprire l’intero appezzamento, ecco che altre pertiche verranno utilizzate per semine differenti. Si sta valutando se puntare ancora su piante aromatiche, come rosmarino, timo, salvia o basilico o se puntare a prodotti commestibili e di casa da queste parti come le zucche, ma anche come fagioli e patate.
Perché però tutto questo? L’idea di Tellus è quella di restituire dignità a persone in difficoltà: può trattarsi di un handicap fisico o in qualche caso cognitivo, ma anche di un problema legato alla perdita del lavoro, dunque di un deficit economico. L’impegno, infatti, porta alla produzione di piante oppure ortaggi, che vengono poi rivendute e generano un piccolo ma prezioso profitto. Essendo Tellus una cooperativa senza scopo di lucro, dove anzi i volontari spesso pagano di tasca propria per portare avanti iniziative come questa, e per dare il La, ecco che il guadagno rimane poi ai lavoratori e a chi si dà da fare. Tutto questo, come visto, ripartendo dai campi, dall’agricoltura, da quella che – nel comprensorio Oglio Po – è sempre stata in fondo la base di tutto.
G.G.