Cronaca

Il cielo in una stanza: nel Castello di San Lorenzo con Apindustria fa passi avanti il progetto Rotary Cop

L'idea è creare cioè un Day Hospital Oncologico per l’ospedale Oglio Po, dove già si trova il reparto di oncologia, per migliorare il soggiorno di malati gravi o meno gravi, perché spesso la risposta migliore alle cure si può trovare nell’ambiente circostante. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

SAN LORENZO PICENARDI – Il contorno del Castello di San Lorenzo Picenardi, unico nel suo genere, il vociare – a volte anche insistente – dei pavoni, ma soprattutto tanto contenuto. E’ stata una serata diversa dal solito quella organizzata, a inizio estate, da Apindustria Confimi Cremona, perché differente erano lo scopo e la motivazione che ha animato l’incontro. Partendo da cinque parole: “Il cielo in una stanza”, come la canzone di Gino Paoli.

Una sorta di unione di intenti da parte di diverse associazioni, con Apindustria in testa, per sposare e sostenere un progetto da diversi mesi portato avanti dal Rotary Casalmaggiore Oglio Po della presidente Daniela Borella: creare cioè un Day Hospital Oncologico per l’ospedale Oglio Po, per migliorare il soggiorno di malati gravi o meno gravi, perché spesso la risposta migliore alle cure si può trovare proprio nell’ambiente circostante. Dopo il buffet al suono dei violini di due allievi del Conservatorio “Monteverdi” di Cremona, il saluto di Alberto Griffini e di Sonia Cantarelli, presidente e vice di Apindustria, è servito a ricordare come il contatto – “per una serata una volta tanto non di numeri o rating, ma di cuore” – sia partito: un pranzo con alcuni soci della Cassa Rurale ed Artigiana di Rivarolo Mantovano e alcuni medici, tra cui il dottor Luigi Borghesi, che illustrano a Cantarelli questo progetto.

Da lì il riferimento a Danielìa Borella, e soprattutto a Daniel Damia e Paola Tagliavini, i due architetti che hanno studiato il progetto del Day Hospital con un unico obiettivo: dare dignità al malato. I grazie più importanti sono andati a Daniele Generali, oncologo-ricercatore dell’Asst di Cremona, a Paola Daina e Andrea Ferrari per l’organizzazione della serata-evento, alla dottoressa Maria Grazia Cappelli e agli imprenditori presenti. A seguire spazio all’illustrazione di un percorso che prende spunto dai Cancer Maggie’s Center sorti negli anni ’90 nel Regno Unito – ma di recente anche ad Hong Kong e Barcellona – e dalla teoria degli anni ’80 dell’Healing Garden del dottor Roger Ulrich, che dimostrò nella pratica – con studi appositi – quanto il verde possa risultare curativo, abbassando il livello di stress e pressione nel malato.

Da lì un reparto ridisegnato, all’insegna di alcune parole chiave: connessione, apertura, comfort, semplicità e ovviamente verde. Maggiore ariosità alla sala d’attesa, che diventa uno spazio unico con la reception, pochi accorgimenti per creare una zona di passaggio di altri utenti al reparto, perché la malattia non deve fare paura. E poltrone per la chemioterapie orientate verso giardini e spazi verdi, che potrebbe essere curati – sia sul lato esterno sia su quello interno – dai ragazzi del Centro Psico Sociale già seguiti dalla dottoressa Borella. Il tutto per umanizzare e portare serenità dentro il reparto. Da Maurizio Mantovani, governatore del Rotary 2050, un ultimo appello per sostenere il progetto: “Questi professionisti vi hanno dedicato tempo – ha detto Mantovani – e il tempo è l’unico dono assoluto e non restituibile. Ora dobbiamo fare la nostra parte”.

G.G.

 

 

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