Rivarolo del Re, è già terremoto: divergenza di vedute con Zanichelli, l'ex sindaco Vezzoni si dimette
Il nome di Vezzoni non è uno qualsiasi, ovviamente: parliamo infatti dell'ex sindaco che per 15 anni ha retto il paese (tre mandati di fila, impossibile fare di più) e che si è candidato come consigliere proprio per offrire alla cittadinanza un segnale di continuità. Poi lo screzio.
RIVAROLO DEL RE – E’ un vero e proprio terremoto quello che si abbatte, a livello politico, su Rivarolo del Re: un terremoto che parte dalla decisione di Marco Vezzoni di dimettersi dalla carica di consigliere comunale conquistata con il record di preferenze. E di farlo a sole 72 ore dalle elezioni che hanno promosso Luca Zanichelli quale sindaco di Rivarolo del Re. Il nome di Vezzoni non è uno qualsiasi, ovviamente: parliamo infatti dell’ex sindaco che per 15 anni, dal 2004 al 2019, ha retto il paese (tre mandati di fila, impossibile fare di più) e che si è candidato come consigliere proprio per offrire alla cittadinanza un segnale di continuità (e un ausilio esperto a Zanichelli e al suo gruppo in caso di difficoltà). Il banco però è saltato per una promessa mancata, secondo Vezzoni, da parte del nuovo sindaco. Oltre le suggestioni e le congetture va la lettera di Vezzoni, inviata alla nostra redazione e che qui pubblichiamo integralmente, all’interno della quale trovare tutte le risposte al quesito che attanaglia la cittadinanza: perché queste dimissioni, peraltro dopo che le elezioni sono state vinte con una percentuale altissima del 77%?
“Con la presente desidero informare la cittadinanza di Rivarolo del Re che non posso accettare la nomina a consigliere e molto probabilmente a vicesindaco, che è stata proclamata dall’esito delle urne di lunedì scorso con 124 preferenze personali, il valore più elevato in assoluto nelle elezioni comunali del nostro Comune. Purtroppo sono state disattese le proposte e gli accordi presi mesi fa con il candidato sindaco (e con altre persone presenti), ma soprattutto non ci sono più le condizioni di partenza basate sulla sincerità, la riconoscenza verso chi si è fatto un po’ di esperienza e l’umiltà di chi parte per una esperienza amministrativa.
Tempo fa infatti, parliamo di settembre-ottobre scorso, venne proposta – e non da me – che la cosa migliore sarebbe stata che io diventassi il Presidente dell’Unione Foedus per portare la mia esperienza in questo ambito, lasciando al nuovo candidato sindaco il tempo di insediarsi in Comune e apprendere. Avevo accolto la proposta (a indennità zero come previsto dalla legge tengo a precisare) in una logica di servizio e di supporto ai nuovi sindaci per poter aiutare chi partiva e – lo dico con sincerità – per ricoprire questo ruolo nell’Unione. Mi sarebbe piaciuto dare un contributo e poter costruire nuove relazioni a livello territoriale a beneficio dell’Unione e dei suoi Comuni. Preciso inoltre che questa possibilità è contemplata dallo Statuto dell’Unione il quale dice che il Presidente può essere un sindaco o un assessore eletto.
Ma così non è stato, non mi è stata data questa possibilità, malgrado abbia avuto ancora dopo le elezioni, dai sindaci di Casteldidone e Spineda la fiducia e la stima a poter svolgere tale incarico; si è preferito mentire e mescolare le carte.
Siccome non mi interessa sbattere i pugni sul tavolo pur di ottenere una poltrona, preferisco uscire da un clima in cui non mi riconosco e che non è stato il mio approccio nei 15 anni precedenti. Già c’erano state avvisaglie nei mesi scorsi, in cui mi venivano riportate da parte di altre persone, assolutamente autorevoli e a questo punto molto più accorte di me, affermazioni e comportamenti quanto meno strani da parte del candidato sindaco: mi sono limitato a chiarire con lui di essere corretto nei miei confronti e di “non essere usato” e da qui ho continuato a partecipare attivamente alla sua corsa a sindaco. Senza pregiudizi posso affermare che la corsa alle comunali di Rivarolo del Re è stata vinta grazie ad un mio contributo determinante dato non solo dalle 124 preferenze sugli 803 voti di lista ottenuti, ma per tutto il lavoro fatto in questi 15 anni con le altre squadre di amministratori, con i dipendenti e un validissimo segretario comunale.
L’aver chiuso la questione gas, l’aver avviato la riqualificazione dell’illuminazione a LED con tutto quello che comporta (telecamere, wi.fi., punto di ricarica per auto elettriche, ecc.), l’aver lasciato oltre 600.000 euro di avanzo per gli investimenti, pensavo che potessero essere una credenziale sufficiente per ottenere la presidenza dell’Unione e impostare il lavoro con sincerità, umiltà e la possibilità di fare insieme cose importanti per il nostro paese mettendo insieme esperienza e novità. Tengo a precisare ancora che la proposta non è venuta da me, ma è stata suggerita da altri nella logica di dire: “Marco, porta la tua esperienza in Unione e intanto i tre sindaci (di cui due alla prima esperienza) hanno più tempo per gestire i Comuni”.
Come detto sopra, così non è avvenuto, ma non scendo a compromessi per salvare capra e cavoli.
Mi dispiace per chi ha riposto in me la fiducia della continuità, mi dispiace per le 124 persone che hanno scritto il mio nome e cognome sulla scheda, mi dispiace per i rapporti sempre improntati sulla correttezza con dipendenti, segretario e gli amministratori che mi hanno affiancato negli anni, ma non voglio essere usato e preso in giro ulteriormente”.
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