Arte

Viadana, al MuVi la mostra: 'Vivaldi, Mantova e le Quattro Stagioni, gli anni mantovani di Antonio Vivaldi'

Gran parte degli studiosi di Vivaldi, anche internazionali, attribuisce la composizione delle “Stagioni” ad un ristretto periodo identificabile nella fine degli anni “dieci” del settecento proprio in corrispondenza del suo soggiorno mantovano

VIADANA – La Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Viadana insieme all’ Associazione “Coro Civico “Marino Boni” di Viadana e l’Associazione Culturale “P. Pomponazzo” di Mantova, nel 300° anniversario della venuta a Mantova di Antonio Vivaldi, presentano al “MUVI” di Viadana, la mostra: “Vivaldi, Mantova e le Quattro Stagioni, gli anni mantovani di Antonio Vivaldi”. La mostra illustra, attraverso una serie di pannelli, la vita di Vivaldi, Mantova nel ‘700, Vivaldi a Mantova e le quattro stagioni.

Le due associazioni, si propongono di contribuire all’approfondimento della figura di Antonio Vivaldi e dei suoi legami con la Città di Mantova e il territorio mantovano.  Nonostante Vivaldi sia nome conosciuto a livello mondiale e largamente eseguito, pochi, anche tra gli stessi mantovani, sanno che il musicista visse e svolse a Mantova per un triennio la sua attività di compositore e di organizzatore di eventi.

Il musicista veneziano arriva a Mantova nella primavera del 1718 su invito del Governatore del Ducato di Mantova, Principe Filippo d’Assia-Darmstadt, e qui vi soggiorna sino al 1720, in qualità di “Maestro di Cappella” per la musica profana. A Mantova compone opere originali e organizza spettacoli e concerti per i Teatri a quel tempo in uso nella città. Vivaldi avrà poi modo, negli anni a seguire, di tornare a Mantova in diverse occasioni per la rappresentazione di sue opere.

Le “Quattro Stagioni” sono la sua opera più famosa. Gran parte degli studiosi di Vivaldi, anche internazionali, attribuisce la composizione delle “Stagioni” ad un ristretto periodo identificabile nella fine degli anni “dieci” del settecento proprio in corrispondenza del suo soggiorno mantovano. Al di là di queste importanti e valide attribuzioni, appare comunque intuibile che Vivaldi, nato e vissuto a Venezia sino al 1718, possa essersi ispirato per la sua opera più famosa non alla “mondanità” e all’ambiente di una città di porto e di mare, ma al mondo agreste che caratterizzava (e caratterizza tuttora) la campagna mantovana, lo stesso descritto da Virgilio nelle Bucoliche e nelle Georgiche.

Il soggiorno di Vivaldi a Mantova è un fatto poco conosciuto anche dalla gran parte dei mantovani stessi. Si consideri che rari sono gli studi di autori locali che esaminano in modo analitico questo periodo, con l’eccezione di una ricerca storica del Prof. Claudio Gallico nell’Archivio di Stato di Mantova e di una più recente della musicologa Paola Cirani.

L’inaugurazione avverrà alle ore 17.00 nella sala Saviola, seguita da un breve momento musicale, dedicato a Vivaldi, a cura del Coro Civico Marino Boni e dalla Schola Cantorum P. Pomponazzo con l’accompagnamento di Felice Santelli al flauto e la direzione di Marino Cavalca.

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