Casalmaggiore al ballottaggio: qualche considerazione a margine del tutto
EUROPEE E COMUNALI - Difficile - sempre - accostare elezioni radicalmente diverse. Difficile e controproducente, poiché nelle amministrative subentrano fattori diversi (soprattutto la conoscenza personale) che fanno 'saltare il banco'

CASALMAGGIORE – 52 voti, un’inezia a ben vedere. Per la legge del contrappasso quasi la stessa che permise, cinque anni fa, allo stesso Filippo Bongiovanni di affermarsi sull’allora quasi trionfante Claudio Silla. Furoni 51 i voti di scarto tra il sindaco espressione del Centro Destra e il candidato del Centro Sinistra, 3072 contro 3021. Al primo turno lo stesso Silla aveva ottenuto il 37,28% (2811 voti) contro il 23,82% (1796 voti) di Bongiovanni. Il 19,47% si era portato a casa Matteo Rossi per il Listone (1468 voti) e poco più del 10% Orlando Ferroni (765 voti). Poi andò come andò e tutto per Silla finì in vacca, grazie anche alle capacità di Bongiovanni di inserirsi nella tenzone tra Centro Sinistra e Listone e l’appoggio di Orlando Ferroni. Altro particolare utile da ricordare di quelle elezioni fu il dato dei voti utili tra primo e secondo turno: 7540 nel primo turno, 6093 nel secondo. 1447 voti in meno. Questo per ricordare il passato. Ma – pur tenendone conto – è sul presente che vanno fatti i ragionamenti.
EUROPEE E COMUNALI – Difficile – sempre – accostare elezioni radicalmente diverse. Difficile e controproducente, poiché nelle amministrative subentrano fattori diversi (soprattutto la conoscenza personale) che fanno ‘saltare il banco’. E il banco, a voler ben vedere, è saltato. Lega, più forza Italia, più Fratelli d’Italia, più popolo della famiglia alle Europee fanno il 59,86% dei voti espressi. La maggioranza (schiacciante) degli elettori. Le forze di sinistra arrivano ad un risicato 26,58%. Un 11% fa il Movimento 5 stelle (che alle comunali non si è presentato). Per spiegare i 10 punti percentuali in meno non basta il battitore libero (con simpatie a destra) Orlando Ferroni. C’è di più. Sicuramente una parte dei Cinque Stelle che nel casalasco (e a Casalmaggiore soprattutto) hanno un anima più spostata a sinistra, una sinistra ambientalista. E per spiegare il 20% in più della sinistra più Listone non basta il civismo da solo.
IL BABAU – Avrebbe dovuto essere Pierluigi Pasotto il babau. E vada per l’attacco del Centro Destra (abbastanza pronosticabile, fu così anche cinque anni fa quando la trasformazione delle lande Casalesi nella Russia di Stalin fu il vessillo agitato dai candidati della controparte), ma anche tra i suoi stessi alleati quel nome veniva considerato pesante. Cassato come candidato sindaco, maldigerito come candidato vice sindaco anche da qualche amico, l’impronunciabile alla fine ha avuto ragione. 416 voti, il candidato di gran lunga più votato, un buon 6% dei votanti per conto suo, metà dei voti del Listone, 84 voti in meno della lista Ferroni, un ottavo dei voti dell’intera compagine che appoggia Vappina. Con l’aria che tirava, tanta manna per il Centro Sinistra. CNC, anche se di soli 20 voti, è stata la lista più votata in città, di pari passo a Casalmaggiore è viva del sindaco Bongiovanni, le due Liste trainanti dei rispettivi gruppi. Ma se a destra Casalmaggiore al Centro ha retto con 1396 voti, non altrettanto si può dire per il Listone (938 voti). 530 voti in meno rispetto al 2014, oltre un terzo del proprio elettorato in meno. Dunque, ricapitolando, se a destra nonostante una prevalenza della Lista più marcatamente ‘partitica’ Casalmaggiore al Centro regge bene o male l’apparentamento, a sinistra CNC fa più del doppio dell’alleato. E lo squilibrio è abbastanza evidente.
IL ROMPISCATOLE – Orlando Ferroni fa 500 voti. 265 in meno del 2014. Dovrebbe essere fuori, e comunque, dal consiglio comunale (a spanne, i calcoli precisi li faremo oggi in giornata simulando l’eventuale consiglio comunale in entrambi i casi di vittoria di Bongiovanni o Vappina). Venderà cara la pelle, anche in considerazione del fatto che il suo 6% fa gola. I suoi dicono di essere un gruppo compatto capace di decisioni collettive. Credergli o non credergli? Di certo nessuno ne sottovaluterà l’importanza al secondo turno. Casalmaggiore nel cuore è comunque – va detto anche se in campagna elettorale proprio a destra fu considerata una lista autoreferenziale che a destra non rappresentava nessuno – una lista che ha una precisa linea di riferimento. In questi 15 giorni proprio Orlando Ferroni si giocherà i suoi voti con gli altri due referenti. Che non è detto però lo ascoltino. A Bongiovanni mancano davvero pochi voti per confermarsi e un esterno in più in giunta potrebbe davvero pesare, Vappina sa già che l’elettorato di Ferroni – a partire da Orlando stesso – vede nel ‘rosso’ l’origine primigenia di ogni male per cui anche un accordo sarebbe poco affidabile. La battaglia verrà piuttosto giocata su quei 3807 cittadini che hanno deciso, nel giorno delle elezioni, di fare altro. Un terzo degli aventi diritto. E’ lì, oltre che nella conferma dei propri, che si giocherà la partita più importante.
MONDO SOCIAL – I consiglieri più votati ringraziano, altri se la prendono con l’Orlando reo di aver portato Bongiovanni al balottaggio e di rischiare di portare il paese al bolscevismo. Tra i più votati, che siederanno in consiglio, vi saranno sicuramente molti volti nuovi ed alcuni degli ‘storici’ rischiano di restare in ogni caso fuori dai giochi d’avanguardia. La maggior parte sparirà subito dopo le elezioni: è così, da sempre. A prescindere da tutto però una cosa va rimarcata, rispetto anche alle feroci battaglia del passato: la ‘signorilità’ dei due principali competitors, Filippo Bongiovanni e Fabrizio Vappina. La loro è stata una campagna incentrata sul rispetto – e una sorta di stima – reciproca, su una ‘cavalleria’ che ha fatto loro davvero onore. Chiunque di loro vincerà, tra quindici giorni, lo avrà fatto, almeno sino al momento, con garbo e passione. Con determinazione e con equilibrio. Come tanti – anche se non tutti – dei candidati consiglieri. Una battaglia che seppur importante – a ben vedere – non è questione di vita o di morte per nessuno. Abbiamo la convinzione che – quantomeno da parte dei sindaci, nessun vincitore danzerà sulla carcassa dello sconfitto. E questa, di per se, è comunque una buona partenza a prescindere. Una piccola nota d’ottimismo rispetto a quello che verrà. Qualunque sia la cosa che verrà.
Nazzareno Condina