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Il popolo Sikh riempie la piazza, mille figure colorate in festa

E se non sono stati generi alimentari, sono stati sorrisi. Quelli di un popolo fiero ed attaccato alle proprie tradizioni ma comunque aperto e sempre all'altro. Un popolo colorato che ha reso piacevole il pomeriggio della città.

CASALMAGGIORE – Un’onda colorata ed amichevole, nonostante il rito. Un migliaio di persone ha celebrato, questo pomeriggio in piazza Garibaldi, il giorno del Vaisakhi. In questo giorno i Sikh (discepoli) ricordano il battesimo dei cinque devoti per mano del decimo e ultimo guru Gobind Singh, avvenuto nel 1699. Da quel momento (ed il motivo per cui i cognomi dei Sikh sono questi) gli uomini hanno preso il cognome ‘Singh’ (leoni) e le donne ‘Kaur’ (principesse). Dai devoti Gobind Singh si fece a sua volta battezzare; in questo modo il maestro si fece uguale al discepolo.

Il corteo è partito dal tempio, sito nell’area artigianale della città, per farvi poi ritorno non prima di una tappa in piazza dove il corteo è stato accolto dal sindaco Filippo Bongiovanni, dal consigliere Francesco Ruberti e dal capogruppo di minoranza Pierluigi Pasotto. Carabinieri e polizia municipale hanno presidiato l’evento con la solita discrezione anche perché tutto si è svolto – e come sempre – nel massimo della tranquillità.

I Sikh hanno distribuito libri e bevande a tutti, con la consueta generosità. Non solo ai loro, ma a tutti coloro che hanno gravitato lungo il percorso e sul listone. Bambini, donne dagli abiti coloratissimi e uomini più austeri, almeno quelli di più vecchia generazione. Ragazzi come tanti altri quelli più giovani, animati da un fervente spirito religioso e più ancora dalla voglia di ritrovarsi e stare insieme.

Un insieme includente il loro perché se il maestro si fa uguale al discepolo, l’uomo può farsi uguale all’altro uomo. Al solito un rodato gruppo di servizio ha coordinato la fase di pulizia, nulla è stato lasciato in giro, tutto è stato raccolto ed anche in alcuni casi (lo abbiamo visto in via Porzio ad esempio) anche ciò che non era il loro. Il Vaisakhi s’è chiuso sotto uno splendido sole. In una città aperta che ormai a questo tipo di riti si è abituata. Tanti i residenti scesi in piazza per essere parte di quella marea. Nessuno è stato mandato via, nessuna mano è rimasta vuota.

E se non sono stati generi alimentari, sono stati sorrisi e parole. Quelli di un popolo fiero ed attaccato alle proprie tradizioni ma comunque aperto e sempre all’altro. Un popolo colorato che ha reso piacevole il pomeriggio della città.

N.C.

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