Cronaca

Salim, salvato da Pobic, è tornato in Kurdistan. L'ultima visita rivela che sta bene

La famiglia è riuscita a mettersi in viaggio per raggiungere l’ospedale di Sulaymaniya, e il dottor Santoro ha visitato Salim: la visita di controllo si è rivelata positiva

CALVATONE – Di Pobic ci eravamo occupati qualche giorno fa per illustrare la storia di Salim, un piccolo curdo iracheno fuggito con la famiglia dalle violenze dell’Isis e nato in un campo profughi in Iraq. La necessità di effettuare un intervento al cuore ha messo in funzione la macchina della solidarietà, che lo ha portato a Calvatone accompagnato dalla mamma Kwestan. Tutto è andato per il meglio, e nelle scorse settimane Salim è rientrato nel campo profughi con la mamma, che da qui ha inviato una fotografia del figlio che pubblichiamo a fianco. «Kwestan – afferma Franco Bordo – ha comunicato che il viaggio è andato bene e che si sono ricongiunti col padre nel campo da cui erano partiti. Salim sta benone e ora è molto tranquillo, mangia e dorme ed è tornato a giocare coi suoi amichetti. Nonostante le difficoltà che vivono, la famiglia ci ha detto di essere felicissima».

Un ulteriore aggiornamento di pochi giorni fa: Pobic ha avvisato la onlus che aveva segnalato la situazione di Salim che un cardiochirurgo del Gaslini di Genova (dove Salim è stato operato), il dottor Francesco Santoro, era presente per alcuni giorni a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno ai confini con l’Iran, per un’altra missione. Questa si è rivelata l’occasione propizia per effettuare un ulteriore controllo a Salim. La famiglia è riuscita a mettersi in viaggio per raggiungere l’ospedale di Sulaymaniya, e il dottor Santoro ha visitato Salim: la visita di controllo si è rivelata positiva.

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