ACI 12, da Piadena a Pessina 300mila mezzi a settimana e quasi 1700 da sanzionare
L’intenzione di Morelli è quella di formare i propri agenti, sperando chiaramente in rinforzi, per quel che riguarda il controllo del traffico pesante, che a Piadena Drizzona, considerando anche le industrie presenti, non manca mai.
PIADENA DRIZZONA – Un ufficio che, con 14.444 protocolli trattati, vale più di un comune di medie dimensioni, almeno per quello che è l’orizzonte del Casalasco. E un blocco di stazioni di Polizia Locale, l’Aci 12 che comprende Piadena Drizzona, Torre dè Picenardi, Calvatone, Isola Dovarese, Pessina e Tornata, di fatto capace di rappresentare idealmente uno dei blocchi più grandi dell’intera provincia di Cremona. Nel 2018, anno al quale si riferisce il bilancio, erano otto comuni, ora sono sei dopo la duplice fusione di Piadena con Drizzona e di Torre dè Picenardi con Cà d’Andrea.
Ma i numeri che non mancano di fare riflettere sono altri: Franco Morelli, comandante dell’Ufficio di Polizia Locale Aci 12 con sede a Piadena Drizzona, li ha snocciolati mercoledì mattina in conferenza stampa. Mentre ascoltiamo la disanima del comandante Morelli, ogni 5-10 minuti, a cadenza ovviamente irregolare, sentiamo una voce computerizzata che parla di auto o camion senza revisione, con l’assicurazione scaduta e, in qualche caso, in black list, ossia veicoli attenzionati perché già visti più volte sul luogo di furti o micro-crimini. Si tratta del sistema di videosorveglianza – fornito da Selea e collegato ai Carabinieri di Casalmaggiore e alle varie caserme sul territorio, con un collegamento anche su Telegram per favorire l’immediatezza delle comunicazioni – che controlla le sette strade provinciali, le più importanti sono la Padana Inferiore e l’Asolana, che solcano questo vasto territorio. Con un controsenso: i veicoli rubati non possono essere registrati, per una questione di privacy, perché soltanto i Carabinieri e la Polstrada, non la Polizia Locale dunque, possono per legge possedere quell’elenco e dunque avere accesso a questa possibilità. Un sistema cervellotico, in questo caso, che cancella l’immediatezza resa possibile in tutte le altre casistiche.
Nonostante questo, gli investimenti non mancano e in arrivo, proprio per rinforzare il sistema, ci sono nuove telecamere Dual Line, ottenute mediante un bando regionale: saranno installate a breve a Pessina sulla SS 10 nella svolta a sinistra per Ostiano; sempre a Pessina sulla SP 28 in ingresso per i transiti da Ostiano; sulla SP 11 che da Casalromano si immette sulla 10 con attenzione al ponte sull’Oglio di Isola Dovarese, per il quale risulterà molto utile la misurazione del peso dei camion; sul piazzale della stazione ferroviaria di Torre dè Picenardi; in stazione a Piadena per migliorare la sicurezza in accordo con Rete Ferroviaria Italiana. Inoltre vi è la volontà di completare l’anello del tragitto, coprendo con altre tre telecamere pure le strade secondarie – per esempio quella che da San Lorenzo Guazzone va a Tornata, di fatto una strada di campagna – evitando dunque che i malintenzionati le utilizzino per sfuggire all’occhio attento della rete di telecamere, presto ampliata.
Tornando all’analisi dei dati annuali per il 2018. “Noi il traffico lo chiamiamo il “mostro” – spiega Morelli – e per capire perché basta osservare i numeri: 302mila mezzi in transito ogni settimana, 30.744 nella sola giornata di ieri (martedì, ndr). Dal 30 marzo al 5 aprile sono stati 1660 gli allarmi scattati, con 1199 revisioni mancanti e 461 assicurazioni scadute. Soltanto ieri (sempre martedì, ndr) abbiamo avuto 268 allarmi, 219 per revisioni e 49 per assicurazioni”. Numeri che fanno riflettere, si diceva: e se gli autisti in transito sono per la maggior parte ovviamente italiani (quasi 45mila), ecco che al secondo posto, dopo la nazionalità indeterminata ossia quella per la quale il sistema non ha potuto abbinare la targa alla provenienza (20mila circa), troviamo gli olandesi con 6mila mezzi e subito dopo gli austriaci con 3mila unità.
“Abbiamo rinforzato il sistema sanzionatorio con Nivicredit – spiega Morelli – e ci stiamo muovendo perché anche le sanzioni internazionali, più difficili da controllare e riscuotere, vengano pagate. In Italia abbiamo la decurtazione di punti, all’estero si parla invece di inibizione: abbiamo preteso che Nivicredit notificasse ogni verbale. E’ un lavoro enorme, a Firenze hanno rinunciato proprio per la mole prevista, noi però vogliamo andare in fondo, sanzionando anche la patente del conducente non residente in Italia, per quanto sia complesso. Vorremmo ora alzare ancora di più l’asticella, ma abbiamo bisogno di più unità, dato che su questo orizzonte così vasto operano soltanto quattro agenti, compreso il sottoscritto”.
L’intenzione di Morelli è quella di formare i propri agenti, sperando chiaramente in rinforzi, per quel che riguarda il controllo del traffico pesante, che a Piadena Drizzona, considerando anche le industrie presenti, non manca mai. “Vogliamo controllare le ore di guida, le eventuali manomissioni del cronotachigrafo, il controllo del peso dei veicoli mediante l’utilizzo di una pesa annegata sotto la strada. Ma per farlo abbiamo bisogno di investimenti e soprattutto di avere almeno cinque agenti, da dividere in due pattuglie che coprano il territorio per 12 ore ciascuna. Teniamo conto che poi da qui a Cremona abbiamo un solo vigile, che si divide tra Vescovato per 18 ore e Ostiano per altre 18 ore. Siamo decisamente pochi, ma anche i colleghi dell’Arma sono in sottonumero. E’ un problema generale”.
E’ stato rimarcato il caso dei furti di identità, ossia di auto intestate a cittadini ignari di tutto questo, che magari non hanno nemmeno la patente e che si accorgono del misfatto dinnanzi a una contravvenzione che ovviamente in prima persona non possono avere meritato. Ancora più presente è il fenomeno delle targhe clonate: “Un terzo dei ricorsi sulle multe, legati ai velox e non solo, è legato proprio a quest’ultimo fenomeno. E queste sono soltanto le targhe dei mezzi che hanno fatto infrazioni, dunque che riusciamo a scoprire grazie ai velox, quando ci arriva il ricorso da parte del cittadino, legittimo proprietario della targa originale, che magari da queste strade non è mai passato: un terzo di quelle che transitano sulle nostre strade. Rendiamoci conto, dunque, di quanto questo problema sia diffuso e di quante targhe clonate circolino sul territorio”.
Giovanni Gardani