Cronaca

Casalmaggiore, un 25 aprile ad alta intensità. Bongiovanni e Roseghini, discorsi d'alto profilo

Quello che dobbiamo pensare di portare avanti tutti - ha detto il sindaco - sono le solide basi che abbiamo ricevuto dai nostri avi, ricordando quali sono i nostri valori di civiltà, i nostri principi cardine conquistati con sacrificio e coraggio dalle persone che oggi ricordiamo

CASALMAGGIORE – Un 25 aprile ricco. Di persone, in primo luogo, di labari e di uomini e donne in divisa. Carico di significato in un tempo in cui – e per molti – i significati tendono a sbiadire. Gran Cerimoniere Angelo Martani che come sempre ha condotto tutta la mattinata in maniera impeccabile. La partenza dalla Casa del Mutilato di via Bixio alle 9.40, il corteo per le vie della città, la messa e la posa delle corone nei punti in cui lapidi ricordano il sacrificio di uomini per la libertà di tutti, il giro alla Casa di Riposo, il corteo in piazza, i discorsi – entrambi di tono elevato – del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e del presidente di ANPI Giancarlo Roseghini.

C’erano tutte le armi rappresentate, ma il primo posto in un anno triste, va quest’anno all’Arma Aereonautica. Mancava il Cavaliere Antonio Baroni che – come ha ricordato il sindaco Filippo Bongiovanni: “Non mancava mai e di 25 aprile ne aveva visti tanti, compreso quello del 1945 milite nella regia aereonautica”.

“Oggi celebriamo quello che 74 anni fa era un momento di festa, la fine della seconda guerra mondiale, la liberazione dalla occupazione nazista e dal fascismo. Un giorno in cui finalmente è arrivata la pace. Ma mentre c’era chi festeggiava purtroppo alcune famiglie nella notte tra il 24 e il 25 aprile persero i propri cari a causa di militari tedeschi che si stavano ritirando. Gino Avigni, sull’argine, Aldo Formis nell’incrocio tra via Guerrazzi e via Veneto, Luigi Valdisturlo a Camminata, Giovanni Favagrossa, il mio prozio, Carlo Martelli a Valle. Molte furono le vittime, tanti non tornarono più. Dobbiamo ricordare i loro sforzi, molti di loro avevano un nobile ideale, quello della patria da salvare, insieme alle loro famiglie. Il loro sacrificio, se oggi siamo qui, non è stato vano. Ci hanno consentito di vivere in un mondo migliore, di pace e prosperità che dobbiamo cercare di conservare per un mondo futuro”.

Giancarlo Roseghini ha ricordato, oltre al cavaliere Baroni, Aurelio Magni, presente in piazza, omaggiandolo. “Qualcuno dice che il 25 aprile è una festa divisiva. E’ vero. Come diceva Calvino, dietro il peggiore dei partigiani c’era un ideale di libertà e di democrazia. Dietro il più onesto e il più integro degli appartenenti alle brigate nere e agli alleati tedeschi c’erano i campi di sterminio, i massacri, c’era Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema. C’erano 20 anni di dittatura. Noi ci sentiamo effettivamente divisi da chi ha la responsabilità storica della seconda guerra mondiale, 55 milioni di morti, e di tutti questi avvenimenti. Poche volte nella storia d’Italia abbiamo avuto un movimento così unito come quello che ha costituito la Resistenza. Dentro al Comitato di liberazione nazionale c’erano tutti. Comunisti, badogliani, monarchici, liberali, cattolici, socialisti, un mondo che chiedeva a gran voce di poter essere libero, di scrivere un mondo nuovo. Quel mondo nuovo fu scritto nella Costituzione. Compito dell’ANPI è quello di conservare il compito della memoria di quel che è avvenuto”.

Una ragazza del Romani ha infine letto alcuni passi del diario di Favagrossa. Di fronte a tanta gente, molta di più degli scorsi anni. La politica era tutta presente, e presenti anche le varie forze di pubblica sicurezza. Un momento insomma di grande partecipazione.

“E’ stato un’onore essere su questo palco e poter rappresentare la città. Noi siamo tutti di passaggio, in un mondo complicato e bello. Quello che dobbiamo pensare di portare avanti tutti – ha detto il sindaco – sono le solide basi che abbiamo ricevuto dai nostri avi, ricordando quali sono i nostri valori di civiltà, i nostri principi cardine conquistati con sacrificio e coraggio dalle persone che oggi ricordiamo”.

Nazzareno Condina
Foto: Angelo Crippa & Nazzareno Condina

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