"La pastasciutta dei Fratelli Cervi": uno sguardo diverso sulla Resistenza con Marco Cerri
Marco Cerri, sociologo, per anni si è interessato di trasformazioni del lavoro, delle organizzazioni, del welfare. Da qualche anno la sua curiosità intellettuale si è diretta alla storia della Resistenza.
SABBIONETA – Mercoledì 24 aprile alle ore 18 presso la Sala Rosa di Palazzo Forti a Sabbioneta, Marco Cerri presenterà la sua ricerca sulla “Pastasciutta dei fratelli Cervi”. Il 25 luglio del 1943, poco prima delle 23, la radio italiana sospese una trasmissione di musica leggera per dare la notizia che il Gran Consiglio del fascismo aveva sfiduciato Mussolini e che il re aveva dato mandato al generale Badoglio di formare un nuovo governo. La notte del 25 e la giornata del 26 luglio le strade e le piazze di molte città e paesi italiani vennero attraversate da cortei spontanei di esultanza popolare. Vennero abbattuti i simboli del fascismo, rinominate le vie, cancellate le scritte murali del regime, bruciati in enormi falò i documenti rinvenuti nelle sedi del partito fascista; i cortei si diressero verso le carceri reclamando la liberazione dei detenuti politici. Non vi furono significative violenze nei confronti dei fascisti; vennero sbeffeggiati, irrisi, invitati perentoriamente a disfarsi dei simboli del regime (camice nere, distintivi, fez, ecc.). Diffusa fu l’illusione che con la caduta di Mussolini finisse anche la fame e la guerra.
A Campegine, nella pianura reggiana, i fratelli Cervi decisero un originale modo di festeggiare la caduta del fascismo: insieme agli antifascisti del luogo, portarono in piazza due bidoni del latte ricolmi di pastasciutta e offrirono questo piatto, inusuale nelle tradizioni della gastronomia padana, ai loro compaesani. Come avvenne la produzione e la distribuzione della pastasciutta? Quali significati simbolici e politici espresse? Come vissero i partecipanti alla festa di Campegine questa inattesa offerta di un banchetto pubblico? A queste e ad altre domande prova a rispondere una ricerca di Marco Cerri. Sociologo, per anni si è interessato di trasformazioni del lavoro, delle organizzazioni, del welfare. Da qualche anno la sua curiosità intellettuale si è diretta alla storia della Resistenza e, in particolar modo, della vicenda dei sette fratelli Cervi. Nel 2013 ha pubblicato Papà Cervi e i suoi sette figli. Parole della storia e figure del mito, Rubettino editore.
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