Cultura

Brunivo Buttarelli in mostra a Boretto fino al 21 aprile allo Spazio Arte Prospettiva 16

Il catalogo presenta diverse pubblicazioni inedite delle opere dell'artista disponibile in galleria con testi di Eleonora Carrara, Gian Luca Nizzoli, Gianfranco Zanafredi.

BORETTO – La Galleria SpazioArte Prospettiva16 di Boretto (RE) ha in corso la mostra “Tracce di vita” con opere di Brunivo Buttarelli. La mostra sarà visitabile dal 30 marzo al 21 aprile 2019 nei seguenti giorni/orari: sabato 16,00-19,00 – domenica 10,00-12,00 e 16,00- 19,00. Ingresso libero. Il catalogo presenta diverse pubblicazioni inedite delle opere dell’artista disponibile in galleria con testi di Eleonora Carrara, Gian Luca Nizzoli, Gianfranco Zanafredi.

Brunivo Buttarelli  nasce nel 1946 a Casalmaggiore (CR) dove vive e lavora. Si diploma nel 1968 all’Istituto “P. Toschi” di Parma dove, dal 1971 al 1990, è chiamato ad occupare la cattedra di Tecniche Pittoriche Murali. In questo periodo lavora prevalentemente come restauratore di pitture murali ed affreschi, più tardi anche di opere lignee e lapidee e impegna molto del suo tempo nello studio e  scoperta dell’archeologia. Fonda il C.C.S.P. (Centro Casalasco di Studi Paletnologici). Collabora con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, realizzando stratigrafie, planimetrie e disegni in molti scavi in Italia Settentrionale. Nel 1986 inizia l’attività di pittore e scultore scenografo al Teatro Regio di Parma, incarico che dura fino al 1991. In questi anni matura un rapporto di conoscenza e famigliarità con le materie prime – il legno, la pietra, il ferro, la carta, la resina – delle sue future sculture. Nel 1990 interrompe l’attività didattica per dedicarsi completamente alla ricerca scultorea. L’immaginario paleontologico che origina dagli studi e dalle ricerche sul campo, gli anni di pratica con lo spazio teatrale, la didattica e il restauro, l’imprinting nella manipolazione dei materiali che risale agli anni di bottega con il padre, falegname, costituiscono le garanzie artigianali di fondo, la struttura febbrile del suo genio creativo.

“Col mio lavoro – spiega l’artista – racconto il tempo nei suoi molteplici aspetti. Col marmo e l’acciaio, col ferro e il legno, col legno e il marmo, la resina, la carta racconto il tempo ciclico, il tempo archeologico, il tempo geologico e quello paleontologico. Ricerca scultorea che si basa sulle esperienze acquisite nel tempo, le conoscenze fatte con le attrezzature sui materiali che poi amo esibire in simbiosi e associazioni spesso inconsuete realizzando sculture che parlano del passato. Propongo opere dalle sembianze fossili, frammenti ossei, affioramenti di carcasse di antichi e immaginari animali che attraverso i passaggi imposti dal tempo, giungono a noi e come in resurrezione tornano a parlare. Mi piace immaginare questi esseri, alla loro nascita, alla loro vita, alla loro morte, al tempo che li ha sepolti e a quello che li ha dissepolti e che in affioramento, quasi come in resurrezione, tornano a parlare, rispondendo a domande sulla loro esistenza, sul loro cibo, sul clima, sull’ambiente, con quali altri animali si associavano e in quale era. Col marmo rosa di Verona, quando è evidente il fenomeno di carsismo, limato, levigato in milioni di anni dall’acqua in morbide forme, e allo stesso modo, sulle superfici di vecchi alberi morti, rispettandone l’aspetto naturale e il loro trascorso, intervengo e reintegro. Con lamine d’acciaio, proprio come facevo con altri materiali per le parti mancanti da ricostruire in vasi frammentati di scavo o nelle parti mancanti da reintegrare a neutro per gli affreschi, con lo stesso intento, do libero sfogo alla mia creatività, proseguendone i volumi con immaginarie forme primordiali. Indago e continuo a ricercare nell’affascinante mondo che attraverso la fossilizzazione racconta il passaggio di vite lontane, evidenziando così il processo di “Nascita-Vita-Morte-Rinascita”.

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