Listone, ripulito ancora una volta l'idrometro: "Nessuna collaborazione dalle istituzioni"
Quando inaugurammo i lavori di restauro, invitammo anche l’amministrazione comunale, presente con il Vicesindaco. Speravamo che di fronte a così tanta bellezza, l’istituzione avrebbe potuto sollecitare AIPO.
CASALMAGGIORE – Nel pomeriggio di domenica, il gruppo giovani del Listone composto da Gabriel Fomiatti, Wiem Mathlouthi, Mattia Trombini, Marta Borrini, David Bortolotti ed Alberto Fazzi, con il supporto anche di Giuseppe Giupi Boles, è tornato a ripulire l’idrometro storico.
“Dopo l’enorme lavoro del 2017 – scrivono i ragazzi del Listone – ci aspettavamo una sinergia tra le istituzioni, capace di mantenere decoroso un monumento storico così importante come l’Idrometro. Sbagliavamo purtroppo. È vero, la natura fa il suo corso e il Po ritirandosi lascia uno strato di argilla sulle superfici, ma se per decenni la scalinata è stata mantenuta pulita con periodici lavaggi post piena, non possiamo concepire come sia possibile non attuare, al giorno d’oggi, le medesime tecniche. Non riusciamo altresì a comprendere come i luoghi fluviali non possano essere anche belli e fruibili nel loro completo splendore.
Quando inaugurammo i lavori di restauro, invitammo anche l’amministrazione comunale, presente con il Vicesindaco. Speravamo che di fronte a così tanta bellezza, l’istituzione avrebbe potuto sollecitare AIPO, magari attuando una collaborazione, al fine di operare per il bene comune.
Nonostante il cattivo tempo, sono stati numerosi i ciclisti, anche stranieri, che si sono soffermati a guardare cosa stava succedendo e cosa si stava disseppellendo. Questo significa che abbiamo un enorme patrimonio che oggi non siamo in grado di sfruttare, assieme all’argine maestro e a tutti i luoghi di interesse che la Ciclovia VenTo potrebbe collegare. Serve una scossa a questa città, serve energia che parta dal basso, dalla politica del fare, dalla visione di un territorio in grado di offrire moltissimo. Serve ripartire dai cittadini che amano la propria terra, le proprie radici. Serve ripartire anche dai giovani, non per slogan, ma perché possiedono quella creatività che con l’esperienza e la saggezza, può portare a grandi traguardi”.
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