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Bilancio del Busi, consiglio comunale ad alta tensione. CNC abbandona l'aula

“La convocazione del Consiglio Comunale è stata intempestiva e a mio parere un po’ sospetta vista la prossima competizione elettorale, ma proprio per evitare scontate insinuazioni e strumentalizzazioni se non ci fossimo presentati ci presentiamo con animo sereno”

CASALMAGGIORE – Doveva essere un consiglio ‘chiarificatore’. E in parte – per quel che era possibile – lo è stato. E’ terminato con CNC che è uscita dall’aula dopo uno scontro piuttosto infuocato tra il presidente del Consiglio Marco Micolo e il consigliere di CNC Pierluigi Pasotto, con pesanti accuse. Il motivo del contendere le due ore (e dieci) riservate alla discussione relativa al bilancio della Fondazione Busi. Il motivo del contendere? L’indisponibilità del presidente del consiglio a fare intervenire alla scadenza dei tempi Pierluigi Pasotto. Ognuno ha visto la questione a suo modo. In fase di Capigruppo la convocazione del Consiglio con un unico punto (il bilancio del Busi appunto) voluta dall’opposizione era stata ‘inglobata’, col parere positivo dell’opposizione nel consiglio comunale con altri punti all’ordine del giorno. Il punto proposto dall’opposizione messo in sostituzione dell’unico punto – quello delle interpellanze, mozioni ed ordini del giorno – contingentato da regolamento in non più di due ore. Secondo Pasotto la discussione avrebbe dovuto andare avanti sino al suo termine, il presidente Micolo ha valutato diversamente.

Fatta questa necessaria premessa sono state due ore di discussione a tratti accesa. In rappresentanza (del CDA o di se stessi, questo il dilemma sollevato dall’opposizione) del Busi il presidente Franco Vacchelli, la vicepresidente Angela Bigi e il consigliere dimissionario Fabrizio Vappina.

Ad esordire è stato proprio il presidente che in preambolo ha espresso le proprie condoglianze a suo nome e a nome del CDA a Sabrina Negri della CGIL per la scomparsa del padre.

Poi l’attacco. Il bilancio del Busi è attualmente in fase di verifica “Un’operazione che richiede tempo” e la convocazione – sempre secondo il presidente, è da vedersi nell’ottica della fase elettorale. “La convocazione del Consiglio Comunale è stata intempestiva e a mio parere un po’ sospetta vista la prossima competizione elettorale, ma proprio per evitare scontate insinuazioni e strumentalizzazioni se non ci fossimo presentati ci presentiamo con animo sereno”.

“La comprensibile preoccupazione che vi ha spinto a richiedere questo incontro, mi rivolgo soprattutto alla minoranza, è stata ancor prima la nostra preoccupazione quando il CDA ha avuto contezza alla presentazione provvisoria delle cifre di bilancio della RSA nonché i costi fortemente lievitati dell’operazione Palazzo Turati, non previsti ma neanche imprevedibili, costi di cui eravamo conoscenza ma che specie per il Turati non si potevano bloccare per ovvi motivi essendo impegnati dall’accordo firmato con la ASST. Tra l’altro oggi sono state consegnate le chiavi alla ASST e in settimana comincerà il trasloco, quindi dell’operatività del Turati mi fa piacere dirvelo in questa circostanza.

Abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento tutte le operazioni svolte con correttezza onde escludere prima di tutto ogni sospetto di qualsivoglia dolo, e ottenere nel contempo esaurita la fase emotiva un quadro più completo e reale possibile. Come già anticipato ribadisco che un completo ed esauriente bilancio non possa essere pronto prima della fine del mese. La tempistica non si concilia con l’urgenza della richiesta quindi coi tempi necessari degli approfondimenti delle verifiche. Per inciso voglio ricordare che come ogni anno è costume di codesta amministrazione, a maggior ragione quest’anno per la naturale decadenza del mandato indire un pubblico confronto in cui saranno presentati tutti i dati richiesti, quelli definitivi intendo alla presenza degli interlocutori interessati pronti a rispondere ad ogni domanda.

Il bilancio definitivo deve essere approvato entro il 30 aprile. Siccome questa sera volete conoscere l’operato di codesto CDA che mi onoro di presiedere preciso che mi dovrò avvalere solo di quanto raccolto e certo, inquadrando il teatro operativo attraverso un excursus dal nostro insediamento fino ad oggi. Sia chiaro una volta per tutte, per non dare adito a speculazioni, che non si intende assolutamente accusare nessuno. Sappiamo tutti che è più bravo quello che sbaglia meno e non intendiamo coinvolgere persone oneste e altamente qualificate, validi professionisti di cui mi onoro di essere amico o almeno di continuare ad essere considerato tale. Per quanto riguarda i risultati degli ultimi due anni della gestione di codesto CDA dopo annate positive le analisi e i dati finora raccolti si spiegano ampiamente con gli investimenti intrapresi su progetti importanti con oneri non previsti e gravami non dilazionabili, con la convinzione l’impegno di aver elevato la qualità dei servizi all’utenza e dell’ambiente lavorativo. Scelte forse non sempre gradite o condivise ma che per una piena valuta valutazione riteniamo utile che passi un certo lasso di tempo, saggiarne l’efficacia, la positività il valore umano e sociale al di là del mero computo matematico costi-benefici.

Purtroppo alcuni fardelli sono un lascito che ci trasciniamo: mutuo casa Fontana e causa attivata dalla precedente amministrazione intentata, persa e giunta sentenza definitiva contro la ditta per la posa dei pavimenti, cucina, le luci di emergenza, le porte tagliafuoco eccetera. Abbiamo voluto con forza introdurre l’informatizzazione telematica per agevolare il lavoro e il coordinamento tra i reparti con la farmacia e l’amministrazione. l’acquisizione di nuovi presidi per la movimentazione dei pazienti nuovi o addirittura in sostituzione perché obsoleti, letti elettrici, trasformatori elettrici gruppi elettrogeni per prevenire blackout, caldaie, termoconvettori, ossigeno e quant’altro che non sto ulteriormente, per non tediarvi, ad elencare. Ci tengo a sottolineare che stiamo per completare il grosso progetto Alzheimer intrapreso e a buon punto in cui abbiamo investito non poche risorse iniziato con il trasferimento del reparto che era dedicato dal secondo piano al piano rialzato, con adeguamento numerico e qualitativo del personale medico, infermieristico e ausiliario mediante costosi, molto costosi, corsi di formazione che però oggi ci mettono in grado di portare a buon fine il progetto, e partecipare a un bando molto importante finalizzato ad ottenere l’accreditamento di ulteriori 14 posti.

Tengo a precisare che in effetti tali ospiti sono già presenti in struttura ma non ancora riconosciuti come Alzheimer. Il completamento dell’operazione prevede di istituire in un prossimo futuro un centro diurno integrato dedicato proprio all’Alzheimer, allo scopo di togliere il peso giornaliero assistenziale alle famiglie che purtroppo, visto il trend in crescita esponenziale della demenza e Alzheimer si troveranno sole sempre più numerose ad affrontare questo grave problema. Tutto ciò se portato a compimento porterebbe Casalmaggiore e il Busi ad essere un centro importante di riferimento territoriale. Stiamo analizzando alcuni costi che ci sembravano esagerati o perlomeno attiravano l’attenzione per gli scostamenti rispetto ai dati degli anni precedenti: alcuni sono stati ben giustificati attraverso l’analisi costi-benefici, altri non altrettanto convincenti ma tutti con una stessa finalità, cioè quella di portare miglioramenti per l’utenza.

Ma andiamo oltre, analizziamo quanto altro possa avere influito ad appesantire negativamente il bilancio: sicuramente le assunzioni, abbiamo aumentato di 10 persone in più di quello che era il personale del Busi, quindi gli stipendi di nuovo personale infermieristico e ausiliario però col vantaggio di aver aumentato il numero di minutaggi dedicati alla cura degli ospiti, l’assunzione e quindi lo stipendio di un direttore amministrativo.

Io mi ricordo che gli anni che non c’era, ero continuamente stimolato perché non c’era il direttore amministrativo, è chiaro che era un costo che non avevamo nel bilancio. Poi l’adozione di un nuovo contratto, dopo tanti anni finalmente è andato in porto il contratto solo che questo è il nuovo contratto di lavoro aggravato dal peso degli arretrati e dal periodo della vacanza contrattuale ma soprattutto e questo mi duole dirlo, il costo impressionante del numero di giornate accumulate per assenze che devono logicamente essere integrate e pagate per garantire la continuità lavorativa e servizi all’utenza. Tutto questo è accuratamente documentato e certificato anche se devo ammettere che 2017 verso il 2018 c’è stato un miglioramento, un lieve calo delle assenze. Poi abbiamo avuto un aumento cospicuo dei premi assicurativi per le funeste note vicende anche recenti capitate in fondazione che, nonostante l’assoluta estraneità e la non colpevolezza del personale hanno innescato nelle compagnie assicurative una corsa a robusti rincari. I

l debito dell’INAIL di circa €80000 che però sappiamo che dovranno pure arrivare anche perché in altre province lombarde sono già arrivati. Stiamo cercando di dare risposta ai problemi che sono insorti circa gli aumenti esagerati di luce e gas che stiamo monitorando per capirne le ragioni. Ricordo che i contratti vengono ottimizzati attraverso il coinvolgimento dell’ARSA, associazione propria delle case di riposo che è deputata appositamente ad ottenere contratti vantaggiosi e migliori acquisti. Sicuramente il 2017/2018 causa gli investimenti fatti e le congiunture avverse sono stati anni difficili, ma gli obiettivi e le finalità che abbiamo perseguito porteranno reali miglioramenti per il benessere degli ospiti, anche economici tant’è che prevediamo di portare il bilancio 2019 in sostanziale pareggio.

Si auspica, anzi faccio un appello affinché tutte le forze politiche si battano per ottenere un aggiornamento e adeguamento delle rette regionali ferme da troppi anni, perché questa battaglia è una battaglia comune di tutte le RSA. Il mancato adeguamento costituisce un grosso problema economico finanziario per tutte quelle RSA che hanno mantenuto le rette medio basse”.

La parola è poi passata – per i dati tecnici – alla dottoressa Angela Bigi. 2 reparti per le demenze, uno per i più gravi, l’altro per quelli sui quali si può lavorare con efficacia, la formazione realizzata in un piano triennale. Lo sdoppiamento del reparto ha richiesto un turno aggiuntivo. Il trasferimento reparto è costato 17500 euro, l’adeguamento della struttura 14500, la chiusura dei varchi 7500 euro. 90 mila euro in tre anni per la formazione, il win bed, che rileva il movimento degli ospiti per la sicurezza. RSA aperta: la fondazione per andare incontro alle famiglie che hanno in casa una persona affetta da demenza, ha predisposto un servizio a domicilio per alleviare il carico dei carrettiere in tutte le operazioni quotidiane, da quelle infermieristiche a quelle più legate alla normale vita. Le regole per poter accedere al servizio sono diventate più stringenti nel 2018: oggi possono accedere al servizio solo le persone che hanno un età superiore ai 75 anni e hanno un’invalidità al 100% con demenza certificata.

Questo ha portato ad una drastica riduzione delle persone che possono usufruire del servizio, riducendo anche a livello economico la capacità del servizio di essere in attivo. E’ un servizio – come ha spiegato la dottoressa Angela Bigi – che chiude a pareggio. Poi i Girasoli. E ancora la sicurezza, 61 mila euro per le luci di sicurezza, il nuovo condizionamento 20200 euro, messa a norma dei bagni dei mini alloggi, 11500 euro. Poi ancora spese, la cartella sanitaria elettronica, 12500 euro, il wifi interno col nuovo server, 15 mila euro, potenziamento rete dati e collegamento con la farmacia 14500 euro.

L’aumento del costo dei farmaci (13 mila euro) con casi limite come quello descritto dal dottor Vacchelli di una fiale da somministrare ogni tre mesi di un medicinale dal costo di 800 euro. Medicinali prescritti da medici esterni a cui i medici interni si adeguano per non avere problemi poi. Ancora i NAO (farmaci anticoagulanti) in sostituzione del Cumadin, da 40 euro all’anno a 600 euro l’anno per paziente. P

oi le cure ormonali per pazienti gravi, circa 1000 euro ogni tre mesi. Si è passati poi alla verifica sui generi alimentari. Le colazioni col nuovo sistema, non più in cucina, ma nei reparti. Poi altri dati, compreso quello dei dipendenti: nel 2014 156 dipendenti, nel 2018 166 dipendenti più 4 libere professioni. Poi le spese per il Turati.

La dottoressa Bigi ha ricordato l’investimento per casa Fontana del precedente CDA “Furono spesi, e senza alcun interesse, oltre 500 mila euro nel 2011”. Quei soldi furono spesi per rimettere a posto una struttura in base ad accordi formali sull’utilizzo, accordi che poi non ebbero alcun seguito. Per Palazzo Turati (lavori attuali) era stata prevista una cifra di circa 600 mila euro, poi la cifra definitiva in fase valutativa: “Anche se in questo caso la spesa non è stata fatta indipendentemente dall’utilizzazione finale dell’immobile, ma a seguito dell’aggiudicazione dell’ASST di Cremona per tutte le attività socio sanitarie del territorio”.

L’introito annuo, tra spazi ASST, parcheggi e negozi dovrebbe aggirarsi sui 100 mila euro annui, cifra che consentirebbe di rifarsi dell’investimento senza particolari preoccupazioni in un tempo medio breve. “Pertanto oltre a rivalutare il patrimonio architettonico di una struttura del 500 che credo sia patrimonio di tutta la città si mette a profitto una struttura altrimenti destinata a diventare rudere”.

Dopo l’intervento della dottoressa Bigi l’annuncio di dimissioni di Fabrizio Vappina, date non in polemica con presidenza e CDA, ma per evitare lo spiacevole doppio ruolo di consigliere del CDA d’opposizione e candidato sindaco e la segnalazione di non essere stato coinvolto nell’ultimo incontro, quello in cui si è cercato di ricostruire almeno con i dati in possesso il bilancio. Poi, dopo una risposta del presidente, è iniziato il dibattito.

Ad esordire Pierluigi Pasotto (CNC). Un intervento accorato e fortemente polemico il suo: “Non è questione che sia sospetta la convocazione di un consiglio su una questione del genere perché abbiamo a Casalmaggiore nella fondazione Busi tante persone che sono di Casalmaggiore che lavorano e quindi è come voler fermare il mare con un colino. Allora io dico non è sospetta e sa perché? Per un semplice motivo, perché il nostro gruppo consiliare non c’è mai stato a controllare all’interno del CDA quindi noi abbiamo legittimamente il diritto di sapere come vanno le cose quando quando riteniamo che ci sono i motivi per farlo. Le dico anche che non mi è piaciuto assolutamente il fatto che non abbiate coinvolto il consigliere Vappina, lei non sta parlando a nome del CDA ma a quel che vedo un po’ a titolo personale, perché se lei ritiene che il ruolo delle minoranze sia quello di garanzia, di controllare il vostro operato, poi dopo non lo coinvolgete e venite qui a portare dei numeri che non avete, la convocazione non è sospetta, ma è una cosa logica.

Per quel che mi riguarda il fatto che non abbiate coinvolto il consigliere di minoranza è un fatto gravissimo, ma gravissimo veramente. La seconda cosa: è tutto un rimestare all’indietro e questa sera mi sono veramente arrabbiato perché da 4 o 5 anni a questa parte l’unico vero motivo di preoccupazione per il Busi sono i dipendenti e quello che hanno fatto le amministrazioni precedenti. Casa Fontana, l’ha detto lei che c’era un progetto con Comete, quindi la finalizzazione c’era. Poi tutto è sfumato e poi c’era anche un progetto con l’ASL che poi è sfumato. Per quanto riguarda invece il fatto che poi veniamo a scoprire stasera che all’interno di un CDA non solamente iul CDA non sa i numeri ma non li ha neanche il direttore amministrativo perché a questo punto li avrebbe anche il CDA per la nota proprietà transitiva. Le cose funzionano così: quando si fa un progetto e si ristruttura, si fa un progetto, un preventivo. In un progetto ci sono degli aggiustamenti e delle variazioni, ci sono dei tecnici che le fanno, si fa anche nel pubblico. Ma se lei va dalla dottoressa Badalotti qui in comune a chiederle di un progetto, le dà le cifre al centesimo. Non esiste che il direttore amministrativo non sia in grado di giustificare aumento di spesa. Poi la situazione del Busi è una situazione solida, con 25/26 milioni di patrimonio, dati di quando almeno vedevamo il bilancio”.

L’aggravio – presunto al momento – per palazzo Turati è di 300 mila euro, dai 600 mila iniziali ai (presunti, al momento non c’è nessun dato certo) 900 mila. Pasotto ha anche sollevato dubbi sul reale costo delle semiliquide. “Quando era amministratore di sostegno del Busi gli omogeneizzati venivano dati, e da quel che mi risulta siete tornati indietro perché il semiliquido veniva a costare più di quanto mi avete detto”.

Sui costi della lavanderia si è passati da 170 mila euro – prima dell’avvento del nuovo direttore amministrativo e del nuovo CDA ai 250 mila attuali, secondo quanto emerso dai dati di Pasotto e dalla risposta del dottor Vacchelli. “C’è stato un cambiamento della politica per quanto riguarda la gestione degli affidi. Per l’elaborazione dati ci si è rivolti ad una ditta di Gavardo che ha un costo superiore, per quanto riguarda la lavanderia ci si è rivolti ad una ditta bresciana che ha un costo superiore, poi io non so chi abbia fatto i lavori del Turati però io dico questi affidamenti sono stati fatti con offerta? Con selezione? Come sono stati fatti? Con affidamenti diretti? Mi è stato detto che è stato acquistato un pulmino per 18 mila euro, da dove lo avete acquistato? Da chi lo avete acquistato? Mi è stato detto che il nuovo direttore amministrativo si è rifatto l’ufficio. Quanto è costato rifare l’ufficio? Son cose che anche quelle fan parte di un bilancio e fan parte di scelte. Siccome guardate sempre indietro a quello che hanno fatto gli altri e fa sempre comodo, cominciamo a guardare a tutto questo”.

Qualche altro dato sulla cifra legata agli introiti del nuovo palazzo Turati, una cifra supposta secondo Pasotto, al pari delle voci del bilancio statale quando si dice che verranno recuperate nuove entrate dal recupero dell’evasione. Si fa una cifra, pur non sapendo quale sarà in effettivo. “Appurato che i dipendenti, pace all’anima loro, non sono responsabili di ogni nefandezza per quanto riguarda la fondazione io le dico gradirei, come atto di trasparenza sapere quando saranno disponibili questi numeri e che i numeri vengano resi pubblici. Chiedo l’impegno formale di fornirci tutti i dati inerenti al bilancio almeno una settimana prima della sua approvazione, per poter esercitare il controllo. Io mi aspettavo che stasera venisse tutto il CDA e portasse avanti una linea di tutto il CDA, così non è stato”.

A parlare subito dopo il consigliere Calogero Tascarella (CNC): “Io sono abituato a fare politica e e in questo consiglio comunale sono 5 anni che noi ci occupiamo di politica amministrativa: non è che facciamo le sanzioni alla Libia e non è che stabiliamo le modalità di come fare il protezionismo al Canada, per cui quando lei viene qui a dire che forse siamo mossi siamo dall’imminente campagna elettorale io le dico dal mio punto di vista che non è corretto che lei ci faccia queste accuse. Abbiamo buona memoria lei è venuto ancora nell’ottobre del 2015 quando aveva scagliato un attacco a sindacati sul peso dei costi del personale e mi sembra che questa sera si sia un po’ più ridimensionato perché ha capito che le cose non stanno proprio così, si è accorto che è difficile amministrare e gestire una fondazione con tutto quel personale e con tutto quel patrimonio. Questo mi fa piacere perché capisce le difficoltà che esistono”.

Poi una domanda sul fatto che – secondo i dati in possesso di Tascarella (come lui stesso ha sottolineato da verificare” l’ASST paga nel posto in cui è allocata attualmente 50 mila euro l’anno contro i 38 mila che pagherà al Turati: “Se le cifre fossero realmente queste, devo dire che avete fatto proprio un bell’affare!”.

Poi è stato il turno di Alessandro Rosa (Listone): “Non è la prima volta che convochiamo un consiglio comunale su questioni che riteniamo importanti: questa sera l’abbiamo fatto perché il Busi è una realtà che coinvolge tantissime persone, dagli ospiti ai parenti degli ospiti. Mi spiace che il presidente che ha la responsabilità di dare delle risposte abbia sempre assunto un atteggiamento supponente. La prima domanda che vorrei porle riguarda l’impegno per il Turati perché in quel famoso Consiglio Comunale dell’11 settembre dell’anno scorso lei disse che l’impegno era rilevante, dai 600000 ai 500.000 euro e trovarci ora con più di 950000 euro secondo me è distante dalla gestione del buon padre di famiglia”. Poi altre questioni sulla genesi dell’operazione Turati, sulla lavanderia, sul possibile aumento delle rette legato all’aumento di spesa per il Turati, sui dipendenti sino ad arrivare a contestare i dati formiti dalla Bigi sul ‘disastro pregresso’: “Volevo spendere due parole relativamente alla questione degli investimenti in sicurezza: dire che non esisteva già un gruppo elettrogeno che garantisse il funzionamento dell’impianto di illuminazione in caso di interruzione della corrente da parte dell’Enel è in realtà falso perché a meno che non sia stato trafugato il gruppo elettrogeno esisteva da almeno 20 anni, le caldaie sono sempre state funzionanti. Certo che il passare del tempo ha provocato usura per cui come si fa nelle abitazioni private, quel che non va viene sostituito e si tratta di manutenzione ordinaria. Manutenzione che in fondazione è sempre stata fatta regolarmente. La manutenzione è sempre stata eseguita regolarmente, ed esiste la certificazione per questo”. Poi una lunga trattazione delle opere fatte e il rigetto dell’accusa che prima di Vacchelli non si fosse fatto nulla.

Quindi è stato il turno del Consigliere Orlando Ferroni come sempre in controtendenza: “Quando ho letto l’ordine del giorno mi sono allarmato perché è la terza volta che convochiamo il presidente del Busi. Poi mi son chiesto quante volte prima di Vacchelli abbiamo convocato un presidente per parlare in maniera così trasparente e dettagliata di numeri”. Ferroni ha citato il saldo negativo dei bilanci legati alle precedenti amministrazioni e il saldo dell’amministrazione Vacchelli. “Siamo qui convocati per numeri che ancora non ci sono, cos’é dunque questo allarmismo se non una campagna elettorale anticipata? Quella che c’è stata stasera nei confronti di Vacchelli è stata un’ispezione, un’ispezione di cui chiedo scusa non essendoci peraltro ancora dati certi”. Un attacco ai nuovi contratti che secondo Ferroni sono anche responsabilità dei sindacati e una difesa della fondazione “Che non deve avere lo scopo di fare utili, e gli utili quando ci vengono reinvestiti in servizi. Poi guardo i dati, 90 mila euro per formazione. Ma quale è quell’impresa che investe 90 mila euro per i propri dipendenti? Non ne troviamo tante, da imprenditore ve lo garantisco”. Infine la considerazione che in fondo per il CDA, venire in Consiglio non è poi così negativo: “Ogni volta che vengono qui mi rendo conto di quello che questo CDA ha fatto e di quello che non è stato fatto prima. La convocazione di questo consiglio, che è un consiglio da campagna elettorale, è una perdita di tempo e di denaro”.

Francesco Ruberti ha chiesto un chiarimento sulla cifra in più per il Turati che però al momento non è definibile: “100 mila euro per i lavori più il costo dei professionisti” il dato di massima fornito dalla Bigi. Mirca Papetti (CNC) ha chiesto dati tecnici sull’appalto e sui lavori.

A rispondere ancora Vacchelli. Sulla lavanderia, il presidente ha spiegato dei problemi che c’erano prima, quando la biancheria piana veniva lavata in ‘esterno’ e quella di vestiario era lavata dalla lavanderia interna. Spesso capitavano problemi di perdita di capi. Poi la risposta accorata al consigliere Rosa: “Vada a vedere cosa succede nelle altre RSA. Lei mi parla di luci che funzionavano. Ma lei c’è stato al Busi? Sa come era messa la cucina, come erano messe le luci? “I bandi li abbiamo fatti ma vi ricordo che siamo privati e non siamo pubblici e se ci troviamo per informazione diretta di fronte ad una buona offerta non siamo tenuti a farli”. Poi ancora la questione del direttore Amministrativo, richiesta fatta come ha ricordato Vacchelli, dalla stessa minoranza. “Sono stato attaccato perché non ce l’avevamo”. Poi ancora sulle scelte: “Io per carattere e natura, non accetto nessuna raccomandazione”. Infine il Turati, con la promessa di portare i tecnici a dare risposte tecniche “Che non potete chiedere a me, che tecnico non sono, ma credo che quello sia stato un ottimo investimento per una struttura del 500 che stava cadendo a pezzi.

Al termine ha voluto dire due parole pure il sindaco Filippo Bongiovanni: “Il Busi rappresenta la storia della città. Il Busi, Cingia e Sospiro sono strutture che altri ci invidiano e rappresentano un grande patrimonio. Gli standard si stanno sempre più innalzando ed è sempre più complicato andare incontro alle esigenze. Inevitabilmente servono più investimenti per il futuro. La grande fortuna è quella del patrimonio. E l’unica soluzione per non alzare le rette è quella di valorizzare il patrimonio immobiliare. Io non vedo tutta questa preoccupazione. Il negativo in un bilancio di una fondazione è piuttosto normale”.

Al termine i dieci minuti di tensione raccontati in preambolo con l’uscita di parte della minoranza (CNC) dall’assemblea hanno posto termine all’infinita discussione.

Nazzareno Condina

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