Un Bijou davvero per tutti: ecco il nuovo percorso per non vedenti e ipoacusici (e non solo)
Al progetto hanno partecipato anche l’Associazione Italiana Ciechi, presente con la presidente di Cremona Flavia Tozzi e con la mantovana Seiran oltre a Kledian, e i ragazzi delle scuole Romani, Diotti e Marconi. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
CASALMAGGIORE – Si intitola “Gioie tra le dita” ed è solo una parte del maxi progetto “All Included”, per il quale il comune di Casalmaggiore ha ottenuto 5mila euro da Regione Lombardia da investire, in questo caso, nel Museo del Bijou di via Porzio, per migliorarne l’accessibilità e soprattutto garantirla finalmente ai portatori di handicap: per cominciare, gli ipovedenti o non vedenti e pure gli ipoacusici. Solo una parte, si diceva, perché Kledian Leka, ragazzo del Romani affetto da cecità, che ha collaborato per realizzare questa positiva rivoluzione, ha fatto una promessa. “Questo è soltanto un primo passo” ha detto.
Intanto sabato, all’inaugurazione del nuovo percorso, le novità non sono certo mancate. In totale, provando a schematizzare un lavoro durato mesi e che ha coinvolto anche l’Associazione Italiana Ciechi di Cremona, per fare in modo che a testare il nuovo progetto fossero i destinatari dello stesso, le sorprese sono state cinque. Molte dedicate a chi vive questa disabilità nel quotidiano, altre però pure per i cosiddetti normodotati.
In primis sono state inaugurate le bacheche tattili, realizzate in legno dalla Bottega dell’Intaglio di Cesare Schiroli, dove il gioiello può essere toccato e compreso grazie al tatto appunto, senza dimenticare le didascalie in braille. Dodici in tutto le bacheche, che ripercorrono la storia contenuta in questo Museo. In secondo luogo sono stati realizzati due nuovi cataloghi, speciali, perché scritti in carattere più grandi, per ipovedenti ma anche per favorire la lettura di bambini o anziani, o per ciechi, completamente in braille. Non solo: il Museo del Bijou s’è dotato di un sito web nuovo di zecca, con accesso facilitato e video realizzati ad hoc.
E ancora altre due implementazioni: da un lato i QR-Code, utilizzabili in autonomia pure dai ciechi, per avere una sorta di guida istantanea dal telefonino o dal tablet; dall’altro, a proposito di tablet, questi strumenti sono ora in dotazione per chiunque volesse utilizzarli e approfondire, con alcuni video caricati sullo strumento che, per gli ipoacusici o non udenti, prevedono la spiegazione nella Lingua Italiana dei Segni, dopo un percorso perfezionato nientemeno che con l’Università Cà Foscari di Venezia.
Grande emozione e soprattutto grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Cultura Pamela Carena e dalla conservatrice del museo Letizia Frigerio, che ha detto di avere appreso moltissimo lavorando al fianco di Kledian. Del resto un appoggio esterno ed esperto era necessario, perché il museo casalese è il primo in Italia a dotarsi di queste nuove tecnologie, ottenendo così un traguardo notevole, rimarcato dal sindaco Filippo Bongiovanni.
Al progetto, come detto, hanno partecipato l’Associazione Italiana Ciechi, presente con la presidente di Cremona Flavia Tozzi e con la mantovana Seiran oltre a Kledian, e i ragazzi delle scuole Romani, Diotti e Marconi, che hanno approfondito l’incontro col Museo e, nel caso dei più grandi, studiato e realizzato testi in italiano e in inglese, file audio e non solo, per favorire un nuovo modo, anzi più modi nuovi, di conoscere il museo.
Giovanni Gardani