Mafie all'ombra del Torrazzo: il pericolo in casa nostra nella mostra al Polo Romani
Una mostra che ripercorre, come un libro di storia, la cronaca dell’arrivo della ‘ndrangheta tra Cremona, Piacenza e Parma, senza dimenticare la propaggine mantovana e reggiana, con le compagini cutresi e non solo a contendersi il territorio.
CASALMAGGIORE – Una mostra per ripercorrere la presenza delle mafie, e in particolare della ‘ndrangheta calabrese, all’ombra del Torrazzo. Ossia a Cremona città, ma anche nella provincia e, per estensione, nel territorio a cavallo del fiume Po che sconfina in Emilia Romagna, regione nella quale il clan Grande Aracri ha posto di fatto la propria sede operativa al nord, non lontano da Casalmaggiore e dal Casalasco in particolare, prima che il recente processo Aemilia ne sgominasse buona parte dei componenti.
Così al Polo Romani di Casalmaggiore si è pensato di allestire proprio la mostra che riprende il titolo del famoso libro inchiesta di Claudio Meneghetti e Stefano Prandini “Mafie all’ombra del Torrazzo”, pubblicato da ArciBassa con il contributo anche di Antonietta Sarzi e Giuseppe Marconi.
Una mostra che ripercorre, come un libro di storia, la cronaca dell’arrivo della ‘ndrangheta tra Cremona, Piacenza e Parma, senza dimenticare la propaggine mantovana e reggiana, con le compagini cutresi e non solo a contendersi il territorio e col primo delitto di ‘ndrangheta a Cremona risalente al 6 settembre 1992: una “data x” secondo Stefano Prandini, professore di Storia e Filosofia al Polo Romani di Casalmaggiore e in questo caso anche curatore e guida della mostra. Lo stesso Prandini accompagna gli studenti del Romani, classe per classe, e martedì mattina ha avuto nell’uditorio anche due ospiti d’eccezione ovvero il sindaco Filippo Bongiovanni e l’assessore alla Cultura Pamela Carena. Un lavoro di ricerca che ha coinvolto gli studenti, parte attiva in qualche caso nella selezione del percorso storico riproposto dai pannelli e in molto altri casi nei panni di osservatori, pronti a prendere appunti per fissare i concetti cardine espressi dalla mostra.
Ideata dal Circolo Culturale Tre Punti, la mostra resterà aperta e visitabile all’ingresso laterale della scuola fino al 23 marzo: “Con questa iniziativa, che si colloca all’interno del progetto P.O.F. “Cittadinanza e Costituzione” – spiega la dirigente scolastica Luisa Caterina Maria Spedini – la nostra scuola partecipa alle attività intraprese dal Centro di Promozione della Legalità di Cremona”.
G.G.