Pelobate Fosco cercasi in golena, appello per l'anfibio molto raro
Si tratta - come da descrizione reperibile nei testi - di un rospo robusto e tozzo, con testa grande e muso largo. Occhi sporgenti, grandi, con di pupilla verticale. Timpano e ghiandole paratoidi non visibili. Cranio e sterno ossificati
CASALMAGGIORE – Alla ricerca del Pelobate Fosco. Si tratta di una specie particolarmente rilevante, essendo uno degli Anfibi italiani più rari, minacciato dall’azione dell’uomo. Il Pelobate fosco viene anche chiamato ‘Rospo della vanga’ a causa delle sue abitudini fossorie. Si tratta di un piccolo anuro, dalla colorazione variabile e dal caratteristico odore di aglio.
Si tratta – come da descrizione reperibile nei testi – di un rospo robusto e tozzo, con testa grande e muso largo. Occhi sporgenti, grandi, con di pupilla verticale. Timpano e ghiandole paratoidi non visibili. Cranio e sterno ossificati. Assenza di scacco vocale. Arti anteriori con quattro dita sprovviste di membrana. Arti posteriori robusti, con cinque dita, membrana natatoria ben sviluppata, tubercolo metatarsale molto grande a forma di vanga. I tubercoli delle zampe posteriori sono usati per scavare. Pelle del capo rugosa attaccata direttamente al cranio, liscia nel resto del corpo, con piccole verruche arrotondate sul dorso. Colorazione delle parti superiori di colore variabile: grigio, marrone pallido, giallastro, biancastro con macchie brunastre più scure che possono formare chiazze, marmorizzature, variegature o strisce. Sui fianchi e talvolta sul dorso, le verruche possono assumere tinta arancio rossastra. Tinta delle zone inferiori chiara, di colore bianco grigiastro, sempre priva macchie scure, può presentare una fine puntinatura grigiastra. Iride dorata con piccole macchie scure. Sperone degli arti posteriori chiaro, di colore giallo brunastro. Occhi dorati, arancio o color rame.
Come gli altri membri del genere, si tratta di una specie specializzata per lo scavo, realizza tane sotterranee da usare come rifugio e, se in pericolo, si seppellisce velocemente nel substrato. P. fuscus si incontra principalmente su terreni soffici o sabbiosi.
A rilanciare l’appello agli amanti della fotografia naturalistica e agli osservatori della natura, il gruppo naturalistico Paleontofilo. “Ci è stato richiesto un aiuto per una ricerca faunistica nella golena del Po, tra Cremona e Casalmaggiore, sul Pelobate fosco, un piccolo anfibio, simile ad un rospetto, la cui presenza accertata risale agli anni 1994-1995 (circa). Da allora se ne sono perse le tracce, ma alcuni esperti, in particolare il Dott. Vincenzo Ferri, erpetologo, si sta impegnando per verificarne la possibile presenza scongiurandone l’estinzione.
Così si è pensato di aiutarlo chiedendo l’aiuto di tutti quanti. Per questo è stato preparato del materiale informativo al fine di far riconoscere la specie, sapere dove e quando cercarla quindi per segnalarla. Un grazie anticipato a chiunque vorrà contribuire alla ricerca”
N.C.