San Giovanni pronto a uscire da Palvareta Nova: dal comune "no comment", ma il dado è tratto
I tempi tecnici sono i seguenti: entro il 30 giugno prossimo va comunicata ufficialmente la decisione di uscire dall’Unione, dopo di che il 1° gennaio 2020 l’uscita diverrebbe effettiva. Il comune si sarebbe già rivolto a un ufficio legale.
SAN GIOVANNI IN CROCE – In un momento storico in cui il Casalasco vive ufficialmente i primi due casi di fusione, partiti col 1° gennaio, a Piadena Drizzona e a Torre dè Picenardi, che ha incorporato Cà d’Andrea, ecco che c’è anche chi fa un passo di lato. Il comune di San Giovanni in Croce, infatti, da 18 anni inserito nell’Unione Palvareta Nova con i comuni vicini di Solarolo Rainerio, Voltido e San Martino del Lago (quest’ultimo è entrato nel 2010, gli altri nel 2001), avrebbe già manifestato l’intenzione di uscire da questo accordo. I tempi tecnici sono i seguenti: entro il 30 giugno prossimo va comunicata ufficialmente la decisione di uscire dall’Unione, dopo di che il 1° gennaio 2020 l’uscita diverrebbe effettiva.
Dal comune, e dal sindaco Pierguido Asinari, arriva un secco “no comment”, che non conferma né smentisce, ma in un consiglio comunale a San Giovanni in Croce e in una giunta dell’Unione Palvareta Nova, oggi presieduta da Fabio Valenti, sindaco di Voltido, con Dino Maglia, sindaco di San Martino del Lago, come vice, già sarebbe stata comunicata la ferma intenzione di togliere San Giovanni da Palvareta Nova (ricordiamo che il nome dell’Unione rimanda al comune di Palvareto, che dal 1928 al 1947 riuniva i territorio di San Giovanni e Solarolo Rainerio).
I motivi? Dinnanzi al “no comment” del sindaco non possiamo avere voci ufficiali, chiaramente, ma si può provare ad abbozzare un paio di cause che hanno portato a questa decisione, tanto drastica quanto vicina anche temporalmente. Da un lato il passo probabilmente considerato diverso, a livello amministrativo, del comune di San Giovanni in Croce, che in questi anni ha investito molto, e non solo su Villa Medici, rispetto ai vicini di casa; dall’altro – e questa sembrerebbe essere la motivazione ufficiale – una sorta di analisi costi/benefici, che assicurerebbe a San Giovanni una maggiore possibilità di investimento mettendosi in proprio, per così dire, anziché unire le forze con gli altri comuni del Casalasco.
Lo stesso comune legato a Cecilia Gallerani avrebbe già preso informazioni presso uno studio legale di Milano, lo stesso che ha già curato, un paio di anni fa, la tribolata uscita di Rivarolo Mantovano dall’Unione Foedus con Casteldidone e Rivarolo del Re, non lontani da Palvareta Nova. Insomma, mentre a Solarolo Rainerio e Voltido sono tutti concentrati sulle amministrative, ecco che San Giovanni studia di fare il suo passo di lato, per guardare avanti in solitaria. E dire che soltanto l’estate scorsa qualcuno aveva lanciato l’idea addirittura di una Fusione: qui siamo decisamente agli antipodi.
Giovanni Gardani