La pittura naif da autodidatta di Maria Araldi: una nuova scoperta nell'edicola Liberty
Maria, da autodidatta, non si è mai fatta scoraggiare, ispirandosi magari anche senza volerlo alla pittura naif, che del resto dalle parti del Casalasco-Viadanese e della bassa Reggiana ha avuto grandi interpreti. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
CASALMAGGIORE – L’edicola in stile Liberty davanti al comune di Casalmaggiore non è solo un oggetto d’arredo e di abbellimento di piazza Garibaldi: quell’edicola, da anni, mette infatti in mostra Casalmaggiore e i suoi artisti, spesso proprio quelli più sconosciuti al grande pubblico, quelli che hanno coltivato in casa le proprie passioni e poi, per vari motivi, non hanno voluto fare il passo in più. Perché per loro l’arte, nelle sue varie forme, era un passatempo, un hobby. Spesso coltivato da autodidatti.
E’ il caso di Maria Araldi, scomparsa nel 1992 e nata nel 1908 a Vicomoscano, che priva di qualsiasi titolo di studio – abbandonò la scuola per aiutare la madre, mentre il padre era al fronte negli anni della Prima Guerra Mondiale, vivendo poi un tragico bis di lì a pochi anni – trovò nell’arte una forma per sviluppare la propria interiorità. A riscoprire Maria Araldi coniugata Vezzoni è stato il professore Francesco Vitale, che cura in prima persona le mostre in quell’edicola.
Maria Araldi amava molto gli animali: chi la ricorda, nel suo casolare di via Corsica, non può dimenticare cani e bestiame, che accudiva sempre con amore, appunto. E proprio gli animali, la vita agreste, oltre a soggetti ripresi da cartoline e calendari illustrati, costituivano i soggetti che lei stessa aveva imparato a dipingere. Spesso utilizzava supporti, colori o pennelli poco adatti, spiega lo scritto a mano – in bella grafia – esposto nell’edicola come vademecum per chi osserva, e solo negli ultimi tempi un produttore la omaggiò di materiale più consono allo scopo. Ma una donna che non si era piegata a due guerre, non poteva certo fermarsi di fronte a difficoltà tecniche comunque oggettive.
Maria, da autodidatta, non si è mai fatta scoraggiare, ispirandosi magari anche senza volerlo alla pittura naif, che del resto dalle parti del Casalasco-Viadanese e della bassa Reggiana – pensando a Mora o al grande Toni Ligabue – ha sempre avuto interpreti di spessore. Mario Beltrami celebrò Maria e il marito in un ritratto, rigorosamente fissato durante una seduta di lavoro nei campi. Un tratto semplice e particolare in quei quadri quasi tutti datati anni ’70 e la firma Grisa (o Grigia) riscoperta nell’edicola Liberty, che finché continuerà a mostrare il genio nascosto dei casalesi di una volta, avrà contribuito in modo concreto a tracciare pagine di storia e cultura di Casalmaggiore.
Giovanni Gardani