Via Albarone, Giovanni Donzelli: "La spazzatura è certamente il male minore"
"Si recuperi il bene della collettività che in troppe occasioni è stato disconosciuto a favore di gruppi pubblici e interessi privati. La soluzione? In attesa del completamento della tangenziale si faccia pagare il pedaggio a questi mezzi che fanno profitti su beni della collettività"
CASALMAGGIORE – La spazzatura di via Albarone, quella raccolta qualche giorno fa con encomiabile spirito civico da Giuseppe Zani e dalla figlia, è solo la punta dell’Iceberg di un territorio lasciato troppo spesso all’autarchia. Di questo è convinto Giovanni Donzelli che una casa ce l’ha in via Matteotti, poco distante dunque da via Albarone.
“Vorrei fare qualche considerazione alle lamentele degli abitanti di via Albarone – ci spiega – quale comproprietario di una casa in via Matteotti. I residenti di via Matteotti e via Mazzini avevano
costituito una delegazione per segnalare alla precedente amministrazione comunale danni e disagi dovuti al passaggio di mezzi pesanti su una strada residenziale. Dalla amministrazione comunale erano state date assicurazioni che con l apertura della Hub di Piadena il traffico sarebbe cessato.
Evidentemente, per dirla col Manzoni, ”col novo signore rimane l’antico”perchè nulla è cambiato. Certo i carichi pesanti non passano più, ma in compenso i passaggi si sono moltiplicati in diverse decine di mezzi al giorno, quando le bisarche e i tir che passano scarichi trasmettono vibrazioni. E non dimentichiamo gli autobus che vanno a riposo nel piazzale del cimitero che si dirigono al deposito con una velocità non certamente in linea con i limiti di 30 km/h graziosamente concessi in altra epoca ma che nessuno ha mai fatto rispettare. E che dire degli autotreni che parcheggiano nel viale della stazione e che scaldano i motori per la delizia di chi ci abita accanto?
Leggi vi son ma chi pon mano ad esse? E pare che non solo le abitazioni centenarie ma anche quelle costruite con criteri antisimici continuino o comincino ad accusare danni da queste vibrazioni che qualche esperto ci ha paragonato a microsimi di media intensità. Del resto chiunque può vedere lo stato delle strade, non ultima la crepa che si sta aprendo sulla miracolosa rotonda Conad che tanti vantaggi ha portato ai cittadini.
E non bisogna dimenticare l’impatto ambientale del rumore, dei gas di scarico di molte bisarche con targhe e impianti di scarico di paesi dell’est europeo, del pericolo che questi flussi di traffico generano sulle cinque uscite della rotonda Conad.
Speriamo che il mantello della Madonna della Fontana continui ad arrivare fino a qui in attesa che qualche nuova forza politica riesca a realizzare l’ultimo pezzettino della tangenziale. Certo che dopo la carica degli elefanti che abbiamo subito finora ci mancava solamente quest’ultimo ‘impunito’ mucchio delle bisarche. Negli ultimi anni Casalmaggiore non è stato un modello di urbanistica e di buona vita e i risultati li abbiamo visti nella chiusura del ponte, del punto nascite ma soprattutto nell’incremento di morti per tumori e per incidenti stradali.
Al termine lo stesso Donzelli fa un invito: “Si recuperi – conclude – il bene della collettività che in troppe occasioni è stato disconosciuto a favore di gruppi pubblici e interessi privati. La soluzione? In attesa del completamento della tangenziale si faccia pagare il pedaggio a questi mezzi che fanno profitti su beni della collettività, qualche posto di lavoro in più non vale l’aria che respiriamo, provate a passare a piedi o in bicicletta alla rotonda del miracolo alle ore 18 o anche solo sulla asolana ad ogni ora del giorno.
Forse vi renderete conto che seppure spiacevoli i rifiuti che il bravo dottor Zani ha raccolto sono il male minore, anche perchè basterebbe che l’Azienda organizzasse qualche cassonetto o qualche wc chimico dimostrando un minimo di senso civico o in mancanza chi di dovere elevasse qualche multa monitoria. Quei rifiuti li vedete come le crepe nelle vostre case ma le polveri sottili ed i veleni che vi fanno respirare no, quelli li sentite quando ormai è troppo tardi”.
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