Cultura

L'ultimo dono di Piero Del Giudice alla sua Casalmaggiore: 48 opere al Museo Diotti

Sono per lo più opere di artisti che ha amato, di cui ha curato mostre o per i quali ha scritto presentazioni e recensioni, ricevendone in cambio un dipinto, un disegno o una prova grafica.

GIANCARLO OSSOLA, Domicilio provvisorio, 2003-2004, olio su tela, cm 120x170

CASALMAGGIORE – Nello scorso mese di ottobre, nel corso di un incontro pubblico in memoria di Piero Del Giudice (1940-2018), la prof.ssa Adriana Grippiolo – vedova dell’intellettuale casalasco da poco scomparso – annunciò la volontà di effettuare un lascito di opere d’arte al Museo Diotti.

“Siamo ora lieti di annunciare – spiega Pamela Carena, assessore alla Cultura – che la donazione è stata recepita dalla Giunta Comunale ed è stata consegnata al Museo. Si tratta di una raccolta di 48 opere artistiche di grande valore che attestano la rete di relazioni umane e intellettuali che Del Giudice ha costruito soprattutto nella sua attività di critico d’arte. Sono per lo più opere di artisti che ha amato, di cui ha curato mostre o per i quali ha scritto presentazioni e recensioni, ricevendone in cambio un dipinto, un disegno o una prova grafica”.

EDMONDO DOBRZANSKI, Neutrone-Notiziario, 1983, colori grassi su cartone, cm 74,5×100

Sono presenti autori in gran parte lombardi, ticinesi e slavi, quasi tutti proiettati in una dimensione internazionale e accomunati da una cifra stilistica di realismo critico ed espressivo. Si va dai maestri del cosiddetto Realismo esistenziale, come Giuseppe Guerreschi, Mino Ceretti e Tino Vaglieri – cui lo legò un lungo sodalizio – ai più recenti artisti che furono testimoni della guerra dei Balcani, come Edo Numankadi? e Mehemed Zaimovi?. Particolarmente significativi, oltre che consistenti, sono i nuclei di dipinti e opere su carta di artisti quali Edmondo Dobrzanski, di cui Piero Del Giudice è stato il maggiore studioso e promotore, Giancarlo Ossola e Renzo Ferrari.

EDO NUMANKADIC, Scatola-valigetta in legno intagliato con documento d’identità perforato da un proiettile, proiettile, matitone, pennello, bandiera e scritta, 1992-1996, cm 17x25xh7,5

“Avremo l’opportunità di vedere da vicino – spiega Carena – tutte le opere e di approfondire la conoscenza dei vari artisti presenti nella collezione di Piero Del Giudice attraverso una mostra che sarà allestita a breve al Museo Diotti e che ci fornirà anche l’occasione per esprimere la gratitudine dell’Amministrazione e del Museo per la donazione pervenuta, condividendola con l’intera cittadinanza”.

TINO VAGLIERI, Senza titolo, 1983, penna, matita grassa, tempera e pastello su carta, cm 47×35

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