Cultura

Anastasi e i miracoli di Lourdes: interessante confronto al Rotary Casalmaggiore Oglio Po

«Sono 70 i “miracolati” ufficiali di Lourdes – ha affermato Anastasi - a fronte di 7500 guarigioni inspiegate: Lourdes non è la fabbrica dei miracoli, anzi è l’unico luogo di pellegrinaggio al mondo ad avere un Bureau del Constatations Médicales».

Dentro al miracolo di Lourdes con Filippo Anastasi, che ha proposto a Casalmaggiore una lettura molto interessante degli avvenimenti che da 161 anni si verificano nella cittadina francese. Per i credenti segni di grazia, per tanti altri misteri, che Anastasi osserva “con lo stupore del cronista” ma soprattutto con gli occhi di chi quel mistero l’ha vissuto in modo diretto. Perché il giornalista e scrittore romano ha incontrato i pochi italiani viventi (4, uno dei quali è mancato recentemente) per i quali la chiesa ha riconosciuto una guarigione miracolosa. E questo sulle solide basi di una vita professionale che ha portato Anastasi a ricoprire diversi incarichi: direttore di Rai Giubileo, capo dell’informazione religiosa della radiofonia, ideatore e conduttore di Oggi2000, vicedirettore dei giornali radio Rai, vicedirettore del Tg2, conduttore e caporedattore del Tg1, inviato del Messaggero, nonché autore di diversi servizi televisivi, docufilm e libri.

Filippo Anastasi ha presentato mercoledì il libro “I misteri di Lourdes. Dentro il miracolo” presso la Biblioteca Civica Mortara, in un incontro organizzato dal Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po. Al suo fianco il presidente del club Daniela Borella, davanti a lui un folto pubblico che ha seguito con interesse resoconti, aneddoti e riflessioni dell’autore, che in serata è stato anche relatore di una conviviale rotariana presso il ristorante La Clochette.

«Sono 70 i “miracolati” ufficiali di Lourdes – ha affermato Anastasi – a fronte di 7500 guarigioni inspiegate: Lourdes non è la fabbrica dei miracoli, anzi è l’unico luogo di pellegrinaggio al mondo ad avere un Bureau del Constatations Médicales», dove i medici constatano le guarigioni inspiegate allo stato attuale delle conoscenze scientifiche. Dalla rigorosa verifica al riconoscimento della Chiesa di “segno di grazia” (la Chiesa non parla di miracoli, termine popolare), ci sono parecchi altri passi: le carte timbrate dai medici passano al Vescovo competente che istruisce la pratica. «Passano dai 12 ai 23 anni per il decreto definitivo. Una donna che ho incontrato ha mantenuto nell’attesa per oltre 10 anni il voto del silenzio, per poi essere sbeffeggiata e osteggiata anche da sacerdoti». La guarigione deve essere imprevista, senza segni premonitori, istantanea, completa e durevole nel tempo.

Ma quali sono i misteri del titolo? «A parte il mistero delle apparizioni, c’è il mistero dell’acqua, che viene continuamente analizzata: è un’acqua batteriologicamente pura, di sorgente montana che viene da una falda dei Pirenei e si ingloba nel fiume Gave. Poi il mistero di Bernadette, la 14enne povera e semianalfabeta che assistette all’apparizione del 1858. Non parlava francese e comprendeva solo il dialetto. La Signora che le apparve disse di essere l’Immacolata Concezione, un dogma dichiarato solo 4 anni prima da Papa Pio IX e di cui la giovane non poteva essere a conoscenza. Poi ancora il mistero di Lourdes: perché questo luogo di confino, un paesello sperduto senza alcuna valenza storica? Quindi il mistero del bureau médicale, che ha accertato 50 delle 70 guarigioni miracolose. L’ultimo mistero è quello delle conversioni del cuore, che sono milioni. Dalla prima apparizione sono mezzo miliardo le persone arrivate a Lourdes, spesso non convinte ma che poi cambiano il loro stile di vita. Il vero miracolo è vedere la serenità dei malati in quel luogo».

Tra gli episodi, quello di Giovanni Battista Tomassi, ricco malato di poliomielite che andò a Lourdes nel 1903 per compiere un gesto blasfemo: spararsi davanti alla Madonnina per dimostrare la crudeltà di Dio. Non ne ebbe il coraggio, si fece il segno della croce e si recò dal Vescovo che lo affidò al sacerdote al seguito del pellegrinaggio. Quel sacerdote era Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.
Molto suggestivo anche il racconto di Vittorio Micheli (uno dei 4, oggi 78enne), alpino che guarì da un tumore dirompente alle ossa sconcertando i medici che lo seguivano in Italia e che aspettavano solo la sua morte. A seguire le tante domande dei presenti, tra cui il parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti.

La presenza di persone di altre religioni? «Non trovo giusto che si bagnino nella piscina e affrontino rituali se non credenti». L’anomalia di Lourdes rispetto ad altri luoghi sacri? «La città ospita un brutto mercato del sacro, una specie di baratto, ma quando si entra nel santuario si trova solo pace. Altrove manca la grandiosità di quella esplanade». Infine una ribellione all’idea di Lourdes meta di crociere in nave e un incontro speciale: «Era il 2005, ero a Buenos Aires per una testimonianza su papa Wojtila in Università: dissi che i tempi erano maturi per un papa latinoamericano. Si avvicinò il cardinale Bergoglio e disse a braccia aperte: “Ma non io, per carità di Dio».

V.R.

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