Politica

Progetto Icaro, interpellanza in Consiglio. Confronto tra Valentini e Pasotto

"Il gruppo consiliare Casalmaggiore la nostra casa - ha detto Pasotto - dato che su segnalazione di svariati cittadini, chiede come mai il comune di Casalmaggiore non abbia versato la quota di adesione alla piattaforma Icaro"

Nella foto Filippazzi e Valentini nella conferenza stampa di presentazione del PTO

CASALMAGGIORE – Il Progetto Icaro – progetto di Regione Lombardia che permette la registrazione all’anagrafe, l’assegnazione del codice fiscale, il rilascio della Tessera Sanitaria e la possibilità di scegliere il pediatra dei nuovi nati direttamente negli ospedali di Cremona, Crema e Casalmaggiore – e il mancato versamento della quota associativa è stato oggetto di un’interpellanza ieri sera nel Consiglio Comunale.

A presentarla uno dei firmatari di CNC, Pierluigi Pasotto: “Il gruppo consiliare Casalmaggiore la nostra casa – ha detto Pasotto – dato che su segnalazione di svariati cittadini, chiede come mai il comune di Casalmaggiore non abbia versato la quota di adesione alla piattaforma Icaro, creando le condizioni per disagi a famiglie già provate la chiusura del punto nascite Oglio Po.

A rispondere l’assessore ai Servizi Scolastici Sara Valentini: “E’ necessario specificare che la piattaforma Icaro non è stato un servizio consolidato del comune di Casalmaggiore ma è stato un progetto sperimentale interamente gratuito finanziato da regione Lombardia nel 2014, un progetto di 24 mesi e il comune di Casalmaggiore era stato individuato come ente capofila di tutti i restanti comuni della Provincia di Cremona che non avevano aderito ad un progetto che già Crema e Cremona avevano messo in pratica. La sfida di traghettare i 107 rcomuni restanti della nostra provincia per aderire al progetto successivi alla messa in pratica del del servizio si rivelò veramente molto impegnativa. Dopo l’approvazione in Consiglio Comunale nel dicembre del 2014, il servizio vede l’attivazione quindi la possibilità di poterne fruire solo nell’estate del 2015, ed è importante precisare che nel corso degli incontri preliminari in fase preliminare con la Regione Lombardia, la stessa Regione credeva molto in quei momenti in questa progettualità, assicurando che sarebbe poi diventato un servizio standard per Lombardia informatica e quindi sarebbe stato inserito nel pacchetto dei servizi che la stessa offriva”.

L’assessore Valentini ha parlato poi delle problematiche, dei fatti contingenti al 2018 (il mancato rinnovo, la scarsa adesione anche dei comuni, la chiusura del Punto nascite) rendendosi comunque disponibile a cercare di capire i disagi e ad affrontarli: “I 24 mesi di cui parlavo prima – ha spiegato – corrispondevano al periodo che si chiudeva con il 31 12 2016, ma per diverse problematiche incontrate durante il percorso di attivazione i tempi si allungarono e per dare una giusta fruizione del network dei due anni stabiliti si tornò in consiglio comunale per l’approvazione anche di una proroga di sei mesi. Si arrivò al giugno 2017 e di questa scadenza il consiglio comunale ne era al corrente, tanto è vero che alla fase di approvazione del progetto per come era costruito per come si sarebbe espletato venne approvato da tutti i consiglieri maggioranza e minoranza. La scelta è così di partecipare e di portare avanti questo progetto si conclude come era stato dichiarato il 31 dicembre 2017. Chiaramente oggi siamo in una situazione contingente completamente diversa perché sappiamo benissimo che il Punto Nascite è stato chiuso il 31 di ottobre, anche se fino all’ultimo si è sperato che questa cosa non avvenisse. Ci siamo comunque battuti perché le cose non arrivassero ad un finale così fastidioso e brutale per il nostro territorio. L’amministrazione nell’immediato della situazione creatasi si è attivata per cercare di capire come si potesse andare incontro a quelli che erano i vari disagi che le famiglie potevano incontrare nel momento in cui sceglievano di partorire a Cremona. Purtroppo l’attivazione della piattaforma che ripeto non è mai stato un servizio consolidato all’interno del comune di Casalmaggiore ma un progetto sperimentale a causa della burocrazia non è stata possibile attivarla nell’immediato, cioé dal primo novembre. Il 31 ottobre il Punto Nascite è stato chiuso è non è che il primo novembre si poteva riprendere in mano la questione subito nell’immediato. L’attivazione del servizio è partita dopo e ci tengo a precisare una cosa, che nel momento in cui ci si è trovati con la scadenza del progetto da parte dell’amministrazione comunque c’è stata anche la possibilità di valutare e analizzare come il progetto fosse stato acquisito dalla cittadinanza e fosse stato utilizzato dalla cittadinanza. Probabilmente proprio perché progetto sperimentale, un’opportunità che veniva offerta le famiglie nel momento in cui arrivava il figlio, la fruibilità di questo di questo progetto ha dato risultati che non erano quelli del 100% quindi non ci siamo trovati di fronte a 120 nati e 120 famiglie che hanno utilizzato il progetto. Ci sono stati probabilmente dei motivi anche informatici. L’attivazione del progetto non è stata una cosa semplice: mettere insieme diverse pubbliche amministrazioni ha creato notevoli difficoltà tanto che nel corso d’opera alcuni comuni hanno poi lasciato perdere la questione. Non sto parlando non comuni del Cremonese ma proprio dei comuni del nostro territorio. Per esempio nel 2017 su 121 fruirono del progetto Icaro sull’Oglio Po 72 comuni, 4 a Cremona e il resto non utilizzò il servizio. Nel momento in cui il progetto si è attivato il servizio si è attivato: su 9 nati nati nel nel mese di gennaio, 7 hanno fruito del del servizio, 2 no. Può darsi che ci sia stato qualche qualche inghippo e quindi non è stato possibile quindi sicuramente il disagio quelle persone che hanno avuto che fare nelle nei mesi di novembre e dicembre si sono ritrovati a dover svolgere i soliti adempimenti che si fanno dopo la nascita del proprio figlio recandosi nei vari uffici. Per altro io mi sono interessata per capire se la cosa si poteva attivare fin da subito oppure no. All’ufficio anagrafe lamentele non sono arrivate e neppure gente che ha chiesto anche spiegazioni nel merito alla Agenzia delle Entrate. Non ho sentito ATS però è chiaro che è nel nel mio interesse capire un po’ la radice di questo disagio che voi richiamate in questa interrogazione. Il progetto, ripeto, era un progetto sperimentale: regione Lombardia aveva detto che molto probabilmente avrebbe fatto rientrare nei nei servizi standard di tutta la regione perché credeva molto in questo network, ma così non è stato. Anche nella nostra zona ben pochi sono stati i comuni che hanno poi rinnovato. Il dispiacere del disagio rimane ma anche la curiosità e l’interesse perché comunque non ci siamo mai tirati indietro per aiutare le persone che si sono rivolte a noi per chiedere di poter risolvere qualche qualche problematica”.

Non soddisfatto della risposta si è comunque dichiarato il consigliere Pasotto, ‘placcato’ nell’intevento dal presidente del Consiglio Marco Micolo: “Il progetto da la possibilità a una famiglia che ha un figlio, direttamente in via telematica di poter accedere al codice fiscale alla registrazione, accelerando servizi che invece richiederebbero un iter importante. Tra il 31 12 2017 e primo gennaio 2019 c’è tutto il 2018. Allora siccome quella del Punto Nascite non era una questione che  è piovuta un giorno dal cielo, una meteorite, si sapeva che avrebbe chiuso, si poteva anche pensare di mantenerlo, visto che il canone era di 3000 euro”.

Nel punto all’ordine del giorno del PTO quel servizio fu portato all’attenzione di tutti – questa una delle accuse mosse da Pasotto – come se avesse una continuità. “Lei è venuta e ha presentato il piano degli orari che recava in se il progetto in questo progetto in realtà era stato disattivato. Quelli che sono andati a Cremona a partorire si sono sentiti rispondere che il comune di Casalmaggiore non aveva aderito alla piattaforma non pagando la quota annuale, e questa lamentela mi è arrivata e quindi mi sono chiesto come mai il comune di Casalmaggiore non avesse rinnovato correndo il rischio di porre delle pregiudiziali e delle problematiche ulteriore alle nostre alle donne, già costrette a non poter più partorire a Casalmaggiore, la cui situazione parti è tornata ad essere come quella di mia nonna, col rischio che si debba partorire in macchina. Lei ha fatto sapere a mezzo stampa che il servizio continuava nel 2019 però questo punto mi chiedo se è un servizio che voi non ritenete fondamentale perché riprenderlo nel 2019, perché è chiuso il punto nascite? Decidere di non tirare fuori 3000 euro è una scelta. Non c’è bisogno di spiegare, bastava dire abbiamo scelto di non pagare perché siccome non ha pagato regione Lombardia riteniamo che questo non sia un servizio che serve alle donne, cosa che io invece ritengo utile. Mi chiedo perché questa cosa non sia stata menzionata quando fu illustrato a tutti i consiglieri il PTO”.

N.C.

 

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