Economia

Pomodoro da industria, il settore arranca e il prezzo non soddisfa i produttori

La questione è molto grave perché a queste condizioni i produttori ci rimettono clamorosamente, non si coprono nemmeno i costi produttivi. La strada presa dalle Op ferraresi, in autonomia e in anticipo rispetto alla conclusione della trattativa, è pericolosa

MANTOVA – Il pomodoro da industria è in difficoltà, e le prime contrattazioni per il prezzo 2019 non hanno certamente contribuito a migliorare le cose: «In uno dei primi incontri – spiega Corrado Ferrari, vicepresidente di Confagricoltura Mantova e presidente della sezione economica pomodoro da industria – è venuto alla luce il presunto preaccordo tra le Op ferraresi e l’industria di trasformazione Italtom, che con il recente acquisto di Ferrara Food ha dato vita ad un vero e proprio colosso italiano del pomodoro». Le due realtà si sarebbero accordate per una modifica delle tabelle qualitative del prodotto, con un deprezzamento che passerebbe da -35% a -25%, e un prezzo di 86 euro a tonnellata: «La questione è molto grave – prosegue Ferrari – perché a queste condizioni i produttori ci rimettono clamorosamente, non si coprono nemmeno i costi produttivi. La strada presa dalle Op ferraresi, in autonomia e in anticipo rispetto alla conclusione della trattativa, è pericolosa per tutto il settore, perché rischiamo di avere un potere contrattuale nei confronti dell’industria decisamente inferiore. Il pericolo sarebbe anche maggiore se questa decisione venisse presa anche da altre Op». La provincia di Mantova, con poco meno di 4.000 ettari coltivati a pomodoro nel 2018 (1.350 circa sono di soci di Confagricoltura Mantova), ha visto un calo di superfici del 10% rispetto al 2017, in linea con il trend nazionale, che vede una diminuzione produttiva dell’11,5% rispetto al 2017. Ma il calo potrebbe continuare anche nel 2019: «La parte industriale ha bisogno di materia prima – prosegue Ferrari – perché lo scorso anno ne è arrivata meno. Ma se mancava un 10% di superfici, non si capisce perché oggi i trasformatori non vogliano adeguare il prezzo. Al prezzo proposto da Italtom i produttori non sono certo invogliati a seminare, rischiamo di andare incontro a un ulteriore calo delle superfici. Auspico poi che venga adottata una forbice stretta per le tabelle qualitative, che non vadano a deprezzare ulteriormente il prodotto».

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