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Fabrizio Vappina con Pierluigi Pasotto vice, la sintesi è stata raggiunta: fumata bianca da Listone e CNC

Cioè dire questo comune ha diritti innati, cioè ad esempio quello di partorire in questo comune, ad esempio quello di raggiungere i propri posti di lavoro senza fare un’ora di auto o di treno. Questo come lo mettiamo sul campo?

CASALMAGGIORE – La fumata è bianca, habemus papam. Anzi ne abbiamo – e sin dall’inizio – due. Sarà l’avvocato Fabrizio Vappina – il nome lo avevamo fatto già una ventina di giorni fa – a guidare la coalizione formata (al momento) da Casalmaggiore la Nostra Casa e Listone. Un Fabrizio Vappina affiancato dall’amico Pierluigi Pasotto, che sarà il candidato vicesindaco. Questa mattina il candidato sindaco che si opporrà a Filippo Bongiovanni – attuale primo cittadino in carica – e probabilmente ad Orlando Ferroni, indipendente di centro destra si è presentato in sala giunta di fronte a numerosi attivisti e rappresentanti delle due liste.

La scelta è divenuta definitiva dopo mesi di discussioni (“… si guardavano un po’ brontolando”), di tentativi non andati in porto e di attriti tra le due componenti. La prima, il Listone, ha sempre spinto per un candidato civico (sin dall’aprile scorso), la seconda CNC, aveva fatto il nome di Pierluigi Pasotto (cassato subito dal Listone) per guidare la città. Alla fine il nome di Fabrizio Vappina – civico perché completamente fuori dalla politica passata, ma di chiare simpatie di sinistra – ha accontentato tutti (o non scontentato nessuno, a seconda dal lato dal quale si vuole vedere la questione) e Pierluigi Pasotto (nonostante la ritrosia di fare subito il suo nome espressa qualche giorno fa anche da un rappresentante quale Maurizio Toscani) sarà vice. Una vittoria – o una non sconfitta – per uno insomma, a voler ben vedere.

Facce tese, soprattutto da parte dei più giovani, discorsi senza entrare specificamente nel programma, con qualche principio ‘di massima’ enunciato, sia per quanto riguarda la campagna elettorale sia per quanto riguarda i riferimenti. Il programma è in elaborazione e verrà presentato probabilmente entro un mese in un incontro pubblico. Intanto da registrare la prima uscita pubblica dei due candidati, amici da una vita e disposti ad impegnarsi insieme per il bene della città.

E’ stato Gabriel Fomiatti, presidente del Listone, ad esordire. E’ partito dalla storia del Listone per approdare al candidato: “Il Listone – ha ricordato Fomiatti – ha portato un nuovo modo di interpretare la politica, una politica fatta di sani valori e di principi. Siamo nati come coalizione civica che ha all’interno tante anime diverse, un gruppo trasversale che esprime tante idee diverse, ma abbiamo un progetto concreto per il territorio. Abbiamo deciso di mantenere il nome Listone, comunità che dialoga e sarà la terza volta che ci presentiamo così come siamo nati. Fabrizio Vappina è una persona nuova, rappresenta una politica sana, ha voglia, coraggio e motivazioni e son convinto che sarà in grado, di fronte ai problemi, di battere i pugni sul tavolo”. Una risposta civica ad un territorio depresso, ha poi proseguito Fomiatti. Una maniera per continuare ad essere accanto ai cittadini, senza paura di sporcarsi le mani.

Poi è stato il turno di Annamaria Piccinelli (CNC): “Alla fine si è trovata una sintesi e su questo CNC si è unito. Ci sono tantissimi capisaldi che legano noi ed il Listone ma a me piace essere schietta e trasparente, ce ne sono due soprattutto a cui tengo moltissimo. Il primo è che sin da subito Fabrizio Vappina abbia ritenuto come suo naturale vicesindaco Pierluigi Pasotto. Si sono superati pregiudizi di natura ideologica e si è trovata una sintesi. Il secondo caposaldo è che guardando alle singole persone, mi sembra giusto mettere in evidenza cinque anni che ci hanno visto uniti in tante questioni, e non soltanto in ambito consigliare, ma anche come attitudine ad un approccio operativo”. Da una parte il Listone, con la manutenzione fatta in prima persona, dall’altra un’altra maniera di essere comunque vicini ai cittadini, con le battaglie sulla questione ferroviaria come sull’Oglio Po. Annamaria Piccinelli ha anche accennato ai gruppi d’aquisto locali, a tutte le iniziative spese per affrontare, con la gente, le problematiche del vivere quotidiano. “Questa continuerà ad essere la nostra cifra distintiva”.

A seguire Mario Daina (CNC). E’ stato Daina a ripartire dall’analisi di una sconfitta, quella delle ultime elezioni, dalla quale qualche lezione la si è appresa. L’unica possibilità per vincere le elezioni è essere uniti, e non chiudere comunque alla possibilità di altre ed eventuali partecipazioni. Daina ha centrato il discorso sulla perdita di importanza della città, un tempo capofila del territorio ed ora sempre più ai margini. “In questi cinque anni – ha detto – ho visto una città sempre più isolata e con sempre meno servizi”. Poi l’analisi della sconfitta e l’esigenza di mettersi attorno ad un tavolo per un confronto, consci che la soluzione e le risposte per la Casalmaggiore di domani potevano venire solo “Da risposte che mettessero insieme più pensieri, più teste”. I principi fondamentali. Quelli che partono dall’articolo 3 della costituzione e dall’esigenza di ripartire proprio dal lavoro, dallo sviluppo della persona umana “In questi cinque anni, giorno dopo giorno è stata sottratta ai cittadini la democrazia del poter partecipare”. La Campagna elettorale sarà durissima, Mario Daina l’ha tratteggiata così: “Noi siamo oggi quei ciclisti che sanno che la sfida sarà dura perché si dovrà pedalare controvento, che il terreno sarà in salita ed avremo tratti di pavee, ma la strada la conosciamo e dobbiamo essere pronti. Non faremo campagna elettorale contro, dal confronto alla fine nascerà il programma condiviso. Faremo di tutto perché nessuno resti indietro e perché Casalmaggiore riconquisti il posto che merita. Un tempo questa città è stata un laboratorio politico. Dobbiamo recuperare quello spirito e restare comunque un laboratorio aperto: l’esperienza non può chiudersi ai nostri due gruppi. Staremo in ascolto, e saremo attenti in questo, dobbiamo far capire alla gente che partecipare è possibile. Queste saranno elezioni di svolta, noi ci crediamo. Obiettivamente, come CNC, siamo più che contenti per la scelta: Vappina e Pasotto sono due persone capaci e competenti”.

Giovanni Vitolo (Listone) ha accennato al fatto che la candidatura è stata frutto di un percorso non semplice. Ed ha definito Fabrizio Vappina come un idealista votato al pragmatismo.

Altro intervento (atteso dopo gli ultimi mesi di un percorso per nulla semplice, fatto anche di qualche pillola piuttosto amara da manda giù) quello di Pierluigi Pasotto. “I nostri – ha spiegato – sono stati cinque anni di opposizione frontale ma costruttiva. Io e Fabrizio ci conosciamo da ragazzi, e nutriamo l’un per l’altro una forte stima reciproca ed abbiamo un approccio simile all’amministrazione, consapevoli che quando si amministra si amministra per tutti i cittadini”. Poi una stoccata a Bongiovanni: “Noi non abbiamo intenzione dopo qualche anno di candidarci altrove, siamo candidati oltre che ad amministrare la città al nostro lavoro, e così continuerà ad essere”. Il sì di Pierluigi Pasotto riparte dalla convinzione: “Di aver imparato tanto da cinque anni di opposizione, più di quanto fatto prima. E di aver imparato che non sono i cittadini a doversi riavvicinare all’amministrazione, ma l’amministrazione stessa che deve riavvicinarsi ai cittadini”. Pasotto è stato anche l’unico, al di là delle dichiarazioni di principio, a mettere sul piatto un punto concreto: “Proporrò che per quanto riguarda l’accesso agli atti, siano disponibili nel giro di due o tre giorni massimo a qualunque consigliere, di minoranza o di opposizione, ne faccia richiesta, e non i 30 giorni di adesso. Ho grande rispetto per il ruolo delle minoranze”.

Infine il primo intervento di Fabrizio Vappina: ““Facciamo fuori subito una questione che non mi ha appassionato e non mi è piaciuta, quella che fosse già individuato il vicesindaco. Penso che non sia seriamente pensabile che uno possa fare a meno dell’esperienza come quella del Paso, col quale ho un ottimo rapporto e dunque banalmente, come ha detto Annamaria Piccinelli, è stata un’indicazione chiara. Sarò candidato sindaco e, lo dico subito, mi piacerebbe avere Pasotto vicesindaco e spero che i commenti o le anticipazioni sulla questione finiscano qua perché dobbiamo volare più alto. Ieri era il centenario del manifesto fondato di don Sturzo. Non preoccupatevi perché ho visto che hanno pescato a piene mani tutti però ho guardato anch’io. Non ho fatto il copia incolla, a differenza del Paso ho fatto il compito. Prendo uno spunto perché ho trovato in un documento di 100 anni fa quello che ci siamo detti quando ci incontravamo. Dice ‘Il comune non è un ente che nasce con un atto di decentramento dello Stato, ma una comunità primaria con i suoi diritti innati che non sono concessi ma sono originari’. Nella Costituzione, all’articolo 114, ‘La Repubblica è costituita dai comuni’. E’ costituita, la Repubblica non costituisce i comuni, li trova fatti. Questo è bellissimo, questo è quello che piace ai due gruppi. Quando si guardavano ancora un po’ brontolando e li guardavo dall’esterno mi dicevo ‘ma cos’è che caratterizza queste persone’. Qui avete tutta la gente che si è occupata del paese, di questa comunità primaria, sente i diritti innati della comunità. Parte tutto dal Comune, lo diceva don Sturzo. Se tutta questa mole di lavoro la lasciamo sparpagliata, in due movimenti, in tre, io sono il partito, io sono il movimento non concluderemo un gran ché. La sintesi l’ho proposta, son stranamente diventato io, ne sono orgoglioso. Questo il senso, recuperare la definizione del comune come comunità primaria. La seconda cosa: quanto agli amministratori è dato di fare, perché poi noi leggiamo tanti discorsi di politica ma noi siamo amministratori e dobbiamo amministrare. Ho già detto a tutti che non sono per indole uno che fa la campagna contro qualcuno. Gli amministratori amministrano, ma gli amministratori sono tutti, anche quelli delle aziende. L’Amministratore di un comune si occupa delle questioni del comune, e deve farlo bene. Può darsi che questa amministrazione lo abbia fatto bene, vedremo poi nel corso della campagna, ma secondo me manca un pezzo, che è quello della politica. Cioè dire questo comune ha diritti innati, cioè ad esempio quello di partorire in questo comune, ad esempio quello di raggiungere i propri posti di lavoro senza fare un’ora di auto o di treno. Questo come lo mettiamo sul campo? Adesso non mi fate dire che costruirò il ponte, lo dice già qualcun altro, o che riportiamo qualcosa. Però quel pezzo di politica che serve a far strillare il comune, che serve a far dire verso la provincia o qualcun altro ‘no, non mi interessa quel che pensi, stai ragionando da azienda, non mi può riguardare’. Non può una ragazza di oggi partorire come mia nonna nel ’30, Ok? Questo dobbiamo fare, serviamo a questo. Quindi tutto questo patrimonio di energie, e vedo tantoi qui oggi tanto che non mi ricordo di quante cose tutti voi vi siete fatti carico, ricordo solo che sono tantissime e ognuno ha preso una piccola parte su di se perché già percepiva questa cosa detta da don Sturzo. Ma don Sturzo ha detto pure un’altra cosa. Lui è stato 15 anni sindaco, ha fatto il sindaco a Caltagirone e immaginatevi la situazione negli anni ’20 in Sicilia, si è formato con questa esperienza e dice ‘Il Comune è servizio alla comunità e questa comunità ha la sua forza originaria, la sua sfera di energia che deve essere liberata’. Questo è: se abbiamo paura perché dobbiamo fare vedere che il bilancio è in ordine, se vogliamo fare gli amministratori e basta amministraiamo i condomini che sono tutti felici, così tutti sanno quanto pagano di gas e tutto il resto. Siccome siamo anche politici, dobbiamo fare dell’altro. Questo è quello che ho detto ai gruppi che dovevamo fare. Quindi superiamo un po’ le fisime di basso profilo sui nomi, i cognomi e le figure, non ci interessano più, proviamoci, poi tra cinque anni litigheremo ancora sui nomi e sulle tessere ma adesso no. Mario Daina ha accennato ad una campagna elettorale non contro. Mi piace il Fair Play, frequento il rugby, non sono portato per indole a fare le pulci. Io penso in maniera schietta che chi si avvicina all’amministrazione comunale sia una persona in buona fede e a Casalmaggiore non dobbiamo temere chissà quali disastri. La campagna non contro ma pro ha un effetto, non sono così ingenuo e così buono, libera energie, cioè ci dobbiamo occupare di far bene quel che vorremmo fare. In soldoni: adesso dovremo parlare di programmi. Io ho voluto vedere cosa era stato fatto, in termini di programmi cinque anni fa. Li ho guardati tutti, non mi hanno entusiasmato, un elenco di aspirazioni, non ce ne facciamo niente. Io sogno un programma che dica che cosa riusciamo a fare, poche promesse e si mantiene quel che si promette”.

LA SINTESI – Un candidato in gamba e dalle idee chiare, affiancato da un vice dall’ormai più che consolidata esperienza, sia in maggioranza che in minoranza. Una battaglia che si preannuncia durissima perché il vento, rispetto a cinque anni fa, è profondamente mutato a livello nazionale. Il Casalasco è – vedendo i risultati delle politiche – terra di destra leghista e di movimentismo a cinque stelle. Si voterà insieme alle europee, e questo non agevolerà di certo la scelte disgiunte. Le incognite restano tante: c’è chi sottolinea il fatto che Fabrizio ha poca esperienza e poca presenza nelle grandi battaglie che hanno contraddistinto soprattutto gli ultimi anni, ma questo vale se si separa il sindaco dalla sua giunta e dalla sua amministrazione. Perché, d’altro canto, chi resta del Listone (che a meno di sorprese farà a meno di Alessandro Rosa) e chi di CNC di quella esperienza che difetta un poco a Vappina ne ha accumulata davvero tanta. Ospedale, infrastrutture, servizi: l’opposizione politica nasce soprattutto in un contesto di battaglie portate avanti con coraggio e determinazione. L’altra incognita è il capire dove andrà a finire il bacino – fondamentale – del voto dei pentastellati. Formalmente a nessuno, poiché per statuto il movimento non può appoggiare nessuno che non sia figlio del movimento stesso. Informalmente però il pentaleghismo in salsa casalasca è sempre stato vicino a posizioni ambientaliste e di sinistra più di quanto non lo sia a livello nazionale. Saranno loro in parte l’ago della bilancia delle amministrative. Ed è una variabile ‘liquida’, tanto quanto quella dei tanti nuovi nuclei familiari in città. La campagna elettorale è solo agli inizi, almeno per quel che riguarda il civismo in salsa ‘centrosinistrica’ o il centrosinistra in salsa civica che dir si voglia. A febbraio, programma alla mano, tante cose risulteranno più chiare.

Nazzareno Condina

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