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Peculato, condanna per Bottari. "Sono tranquillo, ricorrerò" Da Viadana invito al no comment

Una notizia come quella emersa venerdì potrebbe far deflagrare un caso: anche per questo i commenti ufficiali a Viadana sono stati per così dire “sconsigliati”, onde evitare speculazioni di sorta o l’emergere di nuove polemiche.

Nella foto Bottari e Boni (a destra)

VIADANA – Condanna per Claudio Bottari, assoluzione per Davide Boni: è questo l’esito del processo per quel che concerne le parte viadanese e che riguarda cioè politici legati al comprensorio Oglio Po (e che qui, nel caso di Bottari, da sempre vivono e operano). Il processo ha portato a 52 condanne e cinque assoluzioni: l’accusa era quella di peculato e, in alcuni casi, di truffa. Gli ex consiglieri legati all’allora Lega Nord, durante il periodo del Governatore Roberto Formigoni (gli anni in cui i reati vengono contestati sono il 2010 e il 2011), secondo la sentenza hanno cioè speso con modalità poco consone il denaro pubblico che viene destinato alle attività dei gruppi consiliari.

Boni all’epoca era Presidente del Consiglio Regionale, Bottari invece era consigliere regionale: il primo è stato assolto con accuse parzialmente prescritte; il secondo invece condannato per peculato (dunque non per truffa) a 18 mesi. Lo stesso Bottari ha già annunciato ricorso per mezzo del suo avvocato. La notizia è rimbalzata a Viadana nelle ultime ore e la giunta del comune viadanese ha inviato a non esporsi con commenti: come noto le due anime della Lega – pur essendosi Gianni Fava, parte della minoranza interna, ritirato dalla vita politica – continuano a convivere faticosamente in particolare nel comprensorio Oglio Po. Una notizia come quella emersa venerdì potrebbe far deflagrare un caso: anche per questo i commenti ufficiali sono stati per così dire “sconsigliati”, onde evitare speculazioni di sorta o l’emergere di nuove polemiche.

Bottari, che non si è candidato alle ultime elezioni regionali ma che rappresenta un nome forte della Lega sul territorio mantovano, e dunque viadanese, in ottimi rapporti con la giunta proprio di Viadana, ha dichiarato alla “Gazzetta di Mantova”: “La Corte dei Conti aveva stabilito che c’era colpa ma non dolo e io ho restituito praticamente tutto quello che avevo speso. Alla fine ho rimborsato 11.400 euro, anche se i funzionari della Regione mi avevano detto che erano tutte legittime. Si parla di convegni, di libri sul nucleare e di pranzi di rappresentanza da venti euro ciascuno. Sono stato condannato per non avere scritto sulle ricevute i nomi di chi era a pranzo con me, ma dai regolamenti non era previsto. Farò ricorso perché sono assolutamente tranquillo di aver fatto solo il mio dovere”.

G.G.

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