Degli Angeli (M5S) plaude alla Manovra del Governo: "Così più fondi anche per enti locali"
"Avere fissato il rapporto deficit Pil al 2,04% ha consentito di rimettere i cittadini e non le banche al centro dell'azione politica" commenta il consigliere del Movimento 5 Stelle.
MILANO – “Una boccata d’ossigeno per i nostri comuni” così il commento di Marco Degli Angeli, consigliere regionale del M5S Lombardia. “Per gli enti territoriali è stato istituito un Fondo da 2,78 miliardi per il 2019, 3,2 per il 2020 e altri 1,2 miliardi per il 2021. Si va così ad aiutare comuni, province e regioni su settori vitali come l’edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio, la manutenzione della rete viaria, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Questi maggiori investimenti locali si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di maggiori fondi derivante dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Con questa manovra si dà finalmente ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno e dal principio del Pareggio di Bilancio” continua il consigliere regionale.
“Dopo anni di austerity e misure recessive abbiamo varato una manovra finalmente espansiva. Da sempre sosteniamo che le risorse vanno utilizzate per investimenti produttivi. Verrà istituito infatti un fondo da 400 milioni di euro per cofinanziare opere nei piccoli comuni. In particolare introduciamo un contributo di 40mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50mila euro per quelli fino a 5mila abitanti, di 70mila euro per i comuni fino a 10mila abitanti e di 100mila euro per quelli fino a 20mila abitanti. Con il contributo andiamo a coprire fino al 50% dell’importo delle opere” conclude il consigliere regionale.
“Si tratta di un deciso cambio di marcia reso possibile da un governo che guarda prima ai nostri cittadini e non si fa scrivere l’agenda dai burocrati europei. Avere fissato il rapporto deficit Pil al 2,04% (un rapporto nettamente superiore all’1,6% che l’Unione europea aveva chiesto all’inizio della sessione di bilancio e all’1,2% che si sarebbe ottenuto mantenendo la legislazione vigente del governo Gentiloni) ha consentito di rimettere i cittadini e non le banche al centro dell’azione politica”.
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