Cronaca

San Vincenzo, come funziona la solidarietà tra Santo Stefano e San Leonardo

A Casalmaggiore, infatti, sono poco meno di 150 le famiglie bisognose e che hanno passato una sorta di selezione - onde evitare di incappare qualche furbetto - nonostante questa abbia ristretto ulteriormente le sue maglie. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Non si è più buoni solo perché a Natale: alla San Vincenzo – l’associazione che a Casalmaggiore ha due sportelli, uno presso la parrocchia di Santo Stefano di Casalmaggiore e uno presso quello di San Leonardo – la beneficenza e l’aiuto alle famiglie in difficoltà si offre tutto l’anno. Con un particolare che cade tra fine novembre e inizio dicembre.

Chi lavora, in genere, ha una tredicesima: chi opera per la solidarietà e per aiutare le famiglie più bisognose riceve invece una quantità di alimenti e materiale dalla colletta alimentare organizzata come ogni anno proprio nell’ultimo weekend di novembre. Quest’anno la Colletta Alimentare ha portato, peraltro, a una raccolta record: la 22esima edizione infatti ha fatto registrare 44 tonnellate di cibo raccolte sul territorio cremonese e casalasco, con un incremento rispetto allo scorso anno del 6,91%. Per il Casalasco, in particolare – con la Fondazione Banco Alimentare promotrice di questa iniziativa che spinge chiunque voglia, all’uscita dal supermercato, a donare cibo di vario tipo ma generalmente a lunga scadenza – sono stati raccolti 4365 chili solo a Casalmaggiore, 350 kg in più rispetto al 2017.

Tutto questo va ad alimentare il Banco Alimentare, appunto, che poi distribuisce il raccolto alle varie fondazioni, associazioni o cucine benefiche. Alla San Vincenzo della zona di Santo Stefano quest’anno è giunto un camion da 10-12 tonnellate di alimenti, che proprio come una tredicesima – da qui il paragone di poco fa – vanno a incrementare la donazione già ricevuta mensilmente a Parma all’interno di un meccanismo ormai consolidato. Da un lato contribuisce pure l’Unione Europea, dall’altro non mancano aziende private, come ad esempio il Consorzio Casalasco del Pomodoro, solo per restare alla più nota, che consentono di avere un rifornimento importante per soddisfare le varie richieste, decisamente non poche.

A Casalmaggiore, infatti, sono poco meno di 150 le famiglie bisognose e che hanno passato una sorta di selezione – onde evitare di incappare qualche furbetto – nonostante questa abbia ristretto ulteriormente le sue maglie. Per la maggior parte di tratta di famiglie straniere, ma non mancano neppure gli italiani e i cosiddetti “nuovi poveri”. Il rapporto è all’incirca di 1 a 10, dunque il 10% delle famiglie è di nazionalità italiana, spiegano i volontari. Che si ritrovano il venerdì per raccogliere i vestiti donati – dato che alla San Vincenzo non manca neppure questa costola legata appunto agli indumenti – e il mercoledì distribuiscono poi i pacchi alimentari e, per chi lo chiedesse, il vestiario. Sempre con un occhio di riguardo alle reali esigenze: per fare un gesto buono e concreto, non soltanto a Natale.

G.G.

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