Cronaca

Asst, a Casalmaggiore nuovi uffici nel recuperato Palazzo Opere Pie

"E' molto positivo avere in piazza Garibaldi, oltre agli uffici comunali, alla Farmacia, agli sportelli di Casalasca Servizi, Padania Acque e Centro per l’Impiego, anche la nuova sede dell’Asst per Casalmaggiore" spiega il sindaco Bongiovanni.

CASALMAGGIORE – Nuovi uffici a Casalmaggiore per la vecchia Asl ora divenuta Asst che sfrutterà a partire dall’anno nuovo – mancano solo alcune autorizzazioni – gli spazi di piazza Garibaldi e per la precisione quelli che erano stati utilizzati, fino a pochi anni fa, dal “fu” Circolo Turati. L’opportunità è giunta dopo che la Fondazione Conte Carlo Busi, che gestisce la Casa di Riposo di Casalmaggiore, ha deciso di finanziare il restyling di questo grande immobile, che ha una storia importante alle sue spalle. Un palazzo per tre quarti vuoto e che rischiava di andare in malora, come è stato spiegato giovedì mattina alla presentazione, e che in questo modo è stato invece non solo conservato ma soprattutto potenziato e reso molto utile. “La città vive se vive il centro – ha spiegato il sindaco Filippo Bongiovanni, presente con buona parte della giunta comunale – dunque è molto positivo avere in piazza Garibaldi, oltre agli uffici comunali, alla Farmacia, agli sportelli di Casalasca Servizi, Padania Acque e Centro per l’Impiego, anche la nuova sede dell’Asst per Casalmaggiore”.

Il Palazzo Opere Pie, che aveva ospitato pure la sede del sindacato Cgil, oltre come detto al Circolo Culturale Turati, potrà dai prossimi giorni iniziare dunque una sorta di seconda vita, tanto che Franco Vacchelli, presidente della Fondazione Busi, ha ricordato che in questo modo sono stati presi due piccioni con una fava: “Offriamo un servizio alla città in pieno centro e impediamo che l’edificio vada incontro al degrado”. Vacchelli ha rimarcato la collaborazione con l’Asst Cremona e i suoi vertici e con l’architetto Marco Ermentini di Crema, che col suo studio ha attuato la riqualificazione, dopo che diverse problematiche strutturali e burocratiche sono state superate. “Questo è un edificio che ha una storia lunghissima, dato che in zona nel Seicento sorgeva una chiesa poi demolita – ha spiegato Ermentini – mentre nel 1870 l’edificio è stato ricostruito e recuperato. Di fatto è un monumento nazionale che in sei mesi è stato riportato al massimo grado di recupero grazie al massimo della tecnologia”.

Il progetto infatti tiene conto dell’abbattimento delle barriere architettoniche, di conservazione dei materiali originali come il pavimento e di efficientamento energetico. Ricordiamo che il “Palazzo della Congregazione di Carità”, già “Palazzo dell’Opera Pia Orfanotrofio Maschile” è il risultato della trasformazione del complesso seicentesco che era formato in origine dalla chiesa della SS. Trinità e dall’annesso Orfanotrofio Maschile, per opera dell’architetto Carlo Visioli nel 1872. Fu costruito per ospitare la Congregazione di Carità che amministrava le Opere Pie del Comune, fino a quando questo Istituto venne assorbito dai Servizi sociali comunali.

Alessandra Bruschi, direttore amministrativo dell’Asst ha spiegato che mancano poche autorizzazioni prima di poter aprire, intanto sono già pronte le stanze per i prelievi e per le vaccinazioni, oltre ovviamente ad accettazione e sale d’attesa. Senza dimenticare il secondo piano della struttura, dal quale si gode di una splendida vista di piazza Garibaldi. Da Camillo Rossi, direttore generale uscente, è giunto un saluto assieme a quello degli altri direttori Rosario Canino, Paola Mosa e la già citata Bruschi. “Mi piace lasciare e chiudere il mio mandato con questo intervento, che dona un punto confortevole alla città, dunque agli utenti, ma anche agli operatori rispetto alla sede passata. Abbiamo conciliato la facilità di accesso con la tutela e il rispetto dei vincoli delle Belle Arti. Le attività devono stare dove chiede la popolazione” ha chiosato Rossi.

Vacchelli ha precisato che il mutuo per l’intervento ha avuto un costo di 500mila euro circa e ha ringraziato Giuseppe Braga, dell’omonima ditta casalese del legno, per avere regalato le porte e i battiscopa. “Per anni non guadagneremo un centesimo, ma abbiamo evitato la diminuzione patrimoniale e valorizzato un nostro edifico” ha spiegato Vacchelli.

Giovanni Gardani

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