Cronaca

Fiocco azzurro al... Pronto Soccorso. La mamma: "Non abbiamo fatto in tempo ad arrivare a Cremona"

La neo mamma racconta: “Non abbiamo fatto in tempo ad arrivare a Cremona, lui è stato un razzo, nonostante fosse un bel tortellino di oltre 4 chili!”. Ora mamma e neonato sono ricoverati presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia

CASALMAGGIORE – E’ venuto al mondo così, come altre piccole vite fanno. Senza avvisare, senza neppure il tempo di organizzare un parto in un reparto attrezzato. Ci vuole tempo, dalla fine di ottobre, per trovarne uno. Cremona, Mantova, Guastalla, Asola. Qualche volta è proprio il tempo che manca anche se a chi di dovere frega poco della questione.

E’ venuto al mondo al Pronto Soccorso dell’Oglio Po, tra codici di diverso colore ed altra gente, in una situazione ‘di emergenza’ perché – in genere – al Pronto Soccorso non si nasce. Non si dovrebbe nascere. Un bel maschietto di 4 kg. La mamma, residente in zona aveva programmato – giocoforza – di partorire a Cremona, ma si è recata al pronto soccorso la notte scorsa con dolori e contrazioni. La velocità del travaglio è stata tale da rendere impossibile il suo trasferimento all’ospedale di Cremona in ambulanza; il bimbo, dunque, è venuto alla luce in pronto soccorso, poco dopo la mezzanotte di ieri.

La neo mamma racconta: “Non abbiamo fatto in tempo ad arrivare a Cremona, lui è stato un razzo, nonostante fosse un bel tortellino di oltre 4 chili!”. Ora mamma e neonato sono ricoverati presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Cremona e stanno bene, grazie alla capacità dei medici di far fronte, e comunque, all’emergenza.

E’ andata bene, ma questo dovrebbe far oltremodo riflettere chi ha deciso di chiudere un reparto fondamentale per il nosocomio Casalasco. “Gli interrogativi sorgono spontanei – spiega Jessica Lazzarini, del Comitato a difesa dell’Oglio Po e di Io sto con il Punto Nascite Oglio Po – e questo lieto evento, ancora una volta, testimonia l’imprevedibilità dell’evento nascita e l’importanza di riavere il punto nascite attivo all Oglio Po. La sicurezza era garantita, così come l’elevata professionalità di tutto il personale che, anche questa notte, ha saputo gestire tempestivamente e in modo eccellente l’emergenza”.

E’ andata bene. Come è andata bene, la scorsa settimana, ad un’altra mamma di Vicomoscano che come ci raccontano non avrebbe fatto in tempo ad arrivare a Cremona. Come è andata bene l’8 novembre scorso alla mamma che aveva partorito in casa. L’augurio è che vada tutto bene, e sempre, anche senza punto nascite in loco.

Ma affidarsi al pensiero che possa e sempre andare tutto bene non è mai buona cosa. Ed oggi, più che mai ed ancor più forte, quella di chiudere il Punto Nascite, scelta presa da Regione Lombardia senza un particolare impegno nazionale a fare in modo di cambiare quella normativa che fa della sicurezza un computo unicamente numerico, con lettere rimaste lettera morta in qualche cassetto del Ministero, appare ancor più come una scelta profondamente sbagliata.

Questo altro caso andrà ad arricchire la casistica che verrà portata al TAR per cercare di ribaltare una decisione che appare ormai quasi definitiva. Casalmaggiore non ha più un punto nascite, e qualche volta si può nascere in un pronto soccorso, in casa o lungo la strada. Con buona pace di tutti e con tutti i rischi che questo comporta. Questa la realtà.

Nazzareno Condina

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