Cultura

Quattrocase, la Madonna vestita torna all'antico splendore grazie alle donazioni dei parrocchiani

L’opera è stata finanziata da privati in memoria della compianta Santina Sbernini, mentre il restauratore Abelli spiega come questa statua abbia rivestito un ruolo molto importante in passato. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Nella foto la Madonna come è ora dopo il restauro e come si presentava nelle varie fasi del restauro

QUATTROCASE (CASALMAGGIORE) – Quattrocase, frazione di Casalmaggiore, ricorda i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale ma assieme anche un anniversario particolare: i 400 di una statua lignea a manichino raffigurante la Madonna, detta Madonna vestita, dipinta a policromia e risalente presumibilmente all’anno 1618 come risulta da una ricerca negli archivi parrocchiali effettuata da don Gino Assensi. Il restauro si è concentrato soprattutto nella parte policroma del viso e delle mani che si presentava non adeguata con l’epoca del manufatto.

La statua si trova nella chiesa di San Giovanni Evangelista, consacrata il 25 marzo 1491 e che negli anni subì il proprio declino, venendo addirittura trasformata in ripostiglio di botti e foraggi. Venne poi ripristinata nel 1616 quando il 30 novembre venne riconsacrata dall’allora vescovo cremonese Giovanni Battista Brivio. Dal 1770, quando subì opere di allungamento e furono edificati campanile e facciata attuale, la chiesa non ha più cambiato volto, se non per qualche lieve restauro nel 1984, 1987 e 2009. Ad eseguire il restauro della Madonna vestita è stato Nicola Abelli di Casalmaggiore, che spiega l’autenticità dell’opera.

Nella foto le varie fasi del restauro

Infatti sopra la prima originale stesura sono stati identificati tre strati di ridipinture rimossi tramite sverniciatore in gel e azione di bisturi. E’ seguita una stuccatura in gesso e un’applicazione di un sottile strato di vernice acrilica trasparente a spruzzo. Ora la statua, che prima era troppo novecentesca, ha un aspetto molto vicino a quello di origine, l’espressione solenne e le guance rosse che sono emerse dalla pulitura sono una caratteristica comune a molte statue del XVII secolo e restituiscono originalità a questo documentato e importante antico manufatto.

L’opera è stata finanziata da privati in memoria della compianta Santina Sbernini, mentre sempre Abelli spiega come questa statua abbia rivestito un ruolo molto importante in passato. All’interno della chiesa – a navata unica con otto cappelle laterali e decorata nel 1946 da Palmiro Vezzoni col ciclo di dipinti che raffigura la vita di San Giovanni Evangelista – vi è pure una sorpresa: un quadro del Ghislina risalente al 1707.

G.G.

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