L'ultimo saluto a Marco Zani: un saluto ricco di ricordi, e quel suo lieve sorriso
Una cerimonia commovente, così come commovente è la lettera scritta dalla 1ª B della scuola media Diotti di Casalmaggiore, la classe di Marco, o i due pensieri scritti per il fratello Alex Zani
CASALMAGGIORE – C’è un volo leggero, più forte della morte. C’è da qualche parte e si sente, nei pensieri di chi resta. Alcuni la chiamano anima, altri energia, la stessa dell’universo. Suonano le campane prima del rito funebre, ma non sono i ritocchi pesanti del messaggio funereo, sono campane lievi, nonostante tutto. Don Claudio Rubagotti, che celebrerà l’ultimo saluto a Marco Zani insieme a don Andrea Spreafico di Cicognara e don Samuele Riva, parroco di Sabbioneta spiega e invita tutti a lasciare da parte polemiche e sentenze. Oggi è il giorno del saluto.
I Gonfaloni listati a lutto campeggiano ai dati dell’altare, di fronte a cui è posizionato il feretro bianco del piccolo Marco. In mezzo all’altare spicca invece una corona di fiori con scritta in italiano e slovacco (la nazionalità della madre, ndr).
Nel Duomo di Casalmaggiore c’è già chi aspetta mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia. La piccola bara bianca col cuscino di rose e la foto di Marco che sorride è già lì, davanti all’altare, dalla sera prima. C’è chi si ferma al banchetto delle firme dove ci sono le foto. “La vita senza libertà è come il corpo senza lo spirito” recita la scritta fatta mettere dietro all’immagine.
Marco era uno spirito libero. Un 11enne come tanti altri, con una grandissima voglia di vivere, di correre, di giocare. Così lo ha ricordato don Claudio nel corso dell’omelia. Rivolgendosi soprattutto ai bambini, e raccontando di quella volta che Marco non voleva andare a dottrina perché preferiva giocare con gli amici invece che starsene seduto ad ascoltare. Come tanti alla sua età: il gioco prima di tutto. Poi alla dottrina ci andava lo stesso e lo stesso giocava, ma con candore spiegava che era lì, seduto in un aula, solo perché c’erano gli amici. “Non gli interessava tanto quello che dicevamo, ma gli piaceva stare li perché c’erano gli amici e me lo diceva tranquillamente” ha spiegato don Claudio con la sua solita armonia.
Un piccolo – grande – parroco che ha saputo trovare le parole giuste in un momento di dolore. “Molti di voi stanotte non avranno dormito. In un momento di disperazione come questo, il cristiano si rivolge alla Chiesa. Marco Zani sbranava la vita. Amava correre, giocare con amici, videogames, era bravissimo a disegnare, non giudicava mai gli altri ed era amico di tutti”. un ragazzino intelligente, affamato di conoscenza: “A scuola veniva volentieri” racconta il parroco. “Aveva voglia di imparare cose nuove. In classe si dimostrava sempre disponibile e propenso al lavoro di gruppo. Generoso. Il mio e il nostro è un bel ricordo, e il suo sorriso è l’immagine di lui che ci accompagna”.
Non sono mancate le parole forti, quelle che servono a interpretare un evento che nessuno riesce a spiegarsi. “Il Signore, che ha sperimentato l’abbandono, era con lui in quel momento. Nel momento in cui si è sentito solo e abbandonato” ha detto don Rubagotti. “L’ultima immagine è quella delle donne al sepolcro. Non attendono la risurrezione ma vogliono imbalsamare Gesù, convinte che sia morto. La domanda è: chi ci farà rotolare via la pietra? Noi, i tanti compagni qui presenti, gli amici, siamo qui per togliere quella pietra grande”.
Una cerimonia commovente, così come commovente è la lettera scritta dalla 1ª B della scuola media Diotti di Casalmaggiore, la classe di Marco, o i due pensieri scritti per il fratello Alex Zani, da parte di due compagni di scuola.
Presenti in chiesa i vertici di polizia, carabinieri e polizia locale, oltre a Giovanni Leoni, vice sindaco di Casalmaggiore, e Aldo Vincenzi, sindaco di Sabbioneta, entrambi in fascia tricolore. In prima fila anche Federica Deledda, comandante della Polstrada di Cremona e Gabriele Schiaffini, capitano dei Carabinieri di Viadana.
Al termine del rito funebre la mamma ha preferito uscire dall’ingresso secondario. Troppo forte il dolore e troppa probabilmente anche la gente per poterla affrontare ed abbracciare tutta. La gente ha salutato quell’ultimo viaggio con un applauso. La bara bianca è stata portata al cimitero di Casalmaggiore, dove Marco sarà adesso.
Avrà per sempre i suoi 11 anni, quel sorriso acceso nonostante tutto, e non sarà solo. Perché l’anima resta. A far parte del cielo o dell’energia dell’universo, poco importa. A far parte comunque dei ricordi più lievi di chi gli ha voluto bene davvero.
G.G. & N.C.