Zani conferma: "Non ho appiccato l'incendio" Convalidato il fermo
Zani ha parlato assistito dai suoi avvocati: Fabrizio Vappina e Monica Tona, quest’ultima aveva seguito in particolare la pratica di separazione, tuttora in corso, tra Zani e la moglie di origine slovacca.
CREMONA – Nega di avere appiccato l’incendio, Gianfranco Zani, l’operaio di 53 anni di Vicobellignano indiziato di omicidio volontario per la morte del figlio 11enne Marco, avvenuta giovedì pomeriggio nella casa di via Tasso a Ponteterra, dove erano tornati da pochi giorni a vivere, dopo essere stati in un alloggio protetto, la moglie Silvia e i tre figli.
Zani ha parlato assistito dai suoi avvocati: Fabrizio Vappina e Monica Tona, quest’ultima aveva seguito in particolare la pratica di separazione, tuttora in corso, tra Zani e la moglie di origine slovacca. Zani ha ammesso di essere stato sul posto e di avere pure speronato la macchina della donna col suo furgone, seguita dopo averla intercettata per caso a Sabbioneta (ricordiamo che la donna stava tornando da Cicognara, dove aveva preso il figlio che aveva passato alcune ore in oratorio). Non però di avere appiccato l’incendio alla casa.
“Io lì dentro non sono stato” avrebbe detto Zani davanti al gip di Cremona Elisa Mombelli. Un interrogatorio che, di fatto, non aggiunge nulla di nuovo a quanto già si sapeva. Molto probabilmente toccherà ora ai Ris di Parma, che dalle 11 di lunedì hanno iniziato ad analizzare la casa di via Tasso, stabilire se l’uomo dica o meno la verità, se le sue siano menzogne o piuttosto verità solo parziali. Oppure se il suo racconto sia confermato in pieno e suffragato da prove oggettive.
Zani intanto resterà nel reparto Servizi Psichiatrici del Maggiore di Cremona dopo che il gip nel pomeriggio ha convalidato il fermo in ospedale, e non in carcere a Cà del Ferro, viste le condizioni di salute del 53enne, che ha manifestato intenzioni suicide.
Nelle ultime ore si è fatta avanti pure un’altra ipotesi, la più tremenda: Zani avrebbe cioè chiuso a chiave l’11enne Marco in stanza, per avere la certezza che il suo piano diabolico funzionasse. Ma questa ipotesi, come detto, tale resta non essendo per ora stata suffragata da prove. Zani, del resto, spiega di non essere nemmeno entrato in casa. Gli sviluppi attesi da Ponteterra, con i Ris al lavoro, chiariranno molto probabilmente meglio il quadro. L’interrogatorio è stato molto circostanziato sui fatti di giovedì, ha spiegato Vappina, e non sul pregresso, ossia sui rapporti – precipitati nell’ultimo anno – tra Zani e la moglie.
G.G.