Cultura

Addio a Bernardo Bertolucci: con "Novecento" fece grandi le campagne dell'Oglio Po

Voltido, San Giovanni in Croce col Fenilone, Tezzoglio, frazione di Bozzolo, e appunto Rivarolo del Re come base per il film: il territorio dell’Oglio Po era il naturale prosieguo del territorio parmense tanto caro al regista. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Era malato da tempo, Bernardo Bertolucci, e proprio per questo nel 2015 non era riuscito ad arrivare a Rivarolo del Re per partecipare alle celebrazioni del Centenario del comune, da quando Rivarolo del Rer si staccò da Casalmaggiore per non esserne più frazione e divenire invece municipio a se stante. Quella volta, Bertolucci mandò un video, che si concludeva con queste parole. “Spero un giorno di tornare a Rivarolo del Re, per chiudere il cerchio dove “Novecento” è iniziato”.

Il regista parmigiano si è spento lunedì mattina all’età di 77 anni. Al Casalasco e al comprensorio Oglio Po in generale, era legato perché qui, oltre che nelle sue campagne parmensi, aveva girato uno dei film che lo ha consacrato, “Novecento”, storia tra realismo e simbologia che ripercorre le stagioni della vita e le stagioni della nostra Storia recente, nella Pianura contrassegnata da cambiamenti epocali.

Bertolucci scelse la casa dei Longari Ponzone come quartier generale assieme al fratello Giuseppe – che condivise con lui la sceneggiatura del film – e cercò in particolare tra Piadena e Pontirolo le comparse per il suo film. Rivolgendosi a Micio Azzali e Giuseppe Morandi, alla Lega di Cultura, perché lì era stata realizzata una ricerca fotografica sui volti e i costumi dei “Paisàn”, gli stessi paisàn ai quali Bertolucci dedicò quel film. Facendoli spesso recitare al fianco di colossi come Depardieu, De Niro, Sutherland.

Bernardo aveva scelto Rivarolo del Re, e consegnò a Piero Longari Ponzone una parte importante in quel film. La decisione di tornare nel Casalasco, per la pellicola uscita poi in tutto il mondo nel 1976, si deve però a qualche anno prima: Bertolucci stava girando a Sabbioneta “La strategia del ragno”, film meno noto rispetto a “Novecento”, al precedente “Ultimo tango a Parigi” e al successivo “L’ultimo imperatore”, che valse nove Oscar (Bertolucci è tuttora l’unico italiano ad avere vinto la statuetta per la Miglior Regia).

Da Sabbioneta a Rivarolo del Re il passo fu breve, anche perché “La strategia del Ragno” venne girato proprio in questi due luoghi, facendo nascere un’amicizia con Piero Longari Ponzone, che nel 1975 favorì il progetto “Novecento”. Come ricorda Pierluigi Bonfatti Sabbioni, che a Bertolucci dedicò un documentario. “Possiamo parlare di un vero e proprio ciclo padano dedicato al regista di Parma, che era molto legato a queste terre: da “Prima della rivoluzione” nel 1964, passando per “La Strategia del ragno” e per “Novecento”, appunto, arrivando fino a “La tragedia di un uomo ridicolo” girato a Piadena” spiega Bonfatti Sabbioni.

Voltido, San Giovanni in Croce col Fenilone, Tezzoglio, frazione di Bozzolo, e appunto Rivarolo del Re come base per il film: questi luoghi devono a Bertolucci la loro fama cinematografica, perché il territorio dell’Oglio Po era il naturale prosieguo del territorio parmense tanto caro al regista. Ecco perché oggi, nel giorno dell’addio, anche il comprensorio gli rende idealmente omaggio.

Giovanni Gardani

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