Gianfranco Zani si dichiara innocente, probabilmente lunedì l'udienza di convalida del fermo
Gianfranco Zani non ha collaborato, si è chiuso nel suo silenzio. Sono stati gli agenti della Polizia a comunicargli la morte del figlio. Nella notte, verso le 3.30, è stato portato in carcere a Cremona
PONTETERRA – Sgomento e rabbia. Questi i due stati d’animo che aleggiano in una città incredula. Marco Zani era conosciuto: dalla dottrina al calcio all’oratorio Santo Stefano, dai compagni di classe ai genitori che già da ieri sera hanno dovuto spiegare ai propri figli perché si può morire così. Dell’omicidio – al momento – è chiamato a risponderne il suo papà. Lo sgomento è dato dal fatto che, nonostante una gioventù piuttosto movimentata, l’artigiano era conosciuto ed apprezzato per il suo lavoro. I rapporti in famiglia erano tesi da tempo. Dai racconti Gianfranco avrebbe anche alzato le mani sui figli. Il più grande, proprio in una di queste occasioni, sarebbe stato costretto a ricorrere alle cure mediche presso l’Oglio Po.
Lo ha fermato ieri la Polizia Stradale di Casalmaggiore, agli ordini del Comandante Gaspare Liuzza, in poco tempo subito dopo l’incendio a Ponteterra. I Carabinieri accorsi sul luogo dove Gianfranco Zani, artigiano 53enne, avrebbe dato fuoco alla sua ex casa avevano e da subito diramato una nota di ricerca su tutto il territorio. La Polizia, che già conosceva l’uomo ed il furgone con il quale si spostava, lo ha cercato nei luoghi di solito frequentati, a partire dai bar. Poco distante da uno di questi è stato intercettato, alla rotatoria della 358, mentre stava entrando a Casalmaggiore.
L’uomo ha appena accennato ad una resistenza, ma poi si è arreso, seguendo gli uomini della Stradale in Servizio sino al distaccamento di via Porzio. La Stradale che lo ha fermato non sapeva ancora esattamente quali erano le accuse mosse nei confronti dell’artigiano. Lì – al distaccamento – è scattato lo stato di fermo d’indiziato di delitto per omicidio aggravato dai danni cagionati alla discendenza ed incendio doloso.
Gianfranco Zani non ha collaborato, si è chiuso nel suo silenzio. Sono stati gli agenti della Polizia a comunicargli la morte del figlio. Nella notte, verso le 3.30, è stato portato in carcere a Cremona dove domani mattina verrà interrogato per ricostruire l’esatta dinamica dei reati a lui contestati. Dai rilievi dei vigili del fuoco sembra essere ormai stato escluso quasi ogni dubbio sulla dolosità del rogo.
La difesa è stata affidata all’avvocato Fabrizio Vappina del foro di Cremona. L’udienza di convalida del fermo si terrà probabilmente lunedì. Secondo quanto riferito dall’avvocato, Gianfranco Zani si sarebbe dichiarato innocente sostenendo di non aver appiccato lui l’incendio e di non essere entrato in casa. Tutti elementi che gli inquirenti dovranno verificare attentamente, in base alle prove e ai rilievi effettuati.
N.C.