Drizzona celebra la donna: la figura femminile nella storia nella mostra che chiude domenica sera
Mauro Poli e Giulia Volpi con l’appoggio della Pro Loco e del comune di Drizzona l’hanno allestita nei locali della scuola elementare per un esposizione, visitabile per l’ultima volta in questo weekend. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
DRIZZONA – Una mostra sulla donna è in parte anche una mostra sulla nostra storia. Mauro Poli e Giulia Volpi con l’appoggio della Pro Loco e del comune di Drizzona l’hanno allestita nei locali della scuola elementare per un evento, inaugurato con la sagra di Sant’Omobono, visitabile per l’ultima volta in questo weekend.
Donna non solo come corpo, partendo dai costumi e dall’abbellimento, ma donna come contenuto senza guardare solo al contenitore. Donna nella religione, dalla Madonna, la più grande di tutte, alle varie Sante passate in rassegna con grande attenzione, cura del dettaglio e oggetti di rilievo. La donna insegnante a scuola, su tutte la figura cardine di Maria Montessori, la donna glamour nel cinema e in evidenza nello sport oppure in politica come Tina Anselmi, Nilde Iotti, Lina Merlin. La donna nella scienza, pensando al Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini o al Nobel per la Fisica Marie Curie, la donna per la pace come Madre Teresa di Calcutta.
Ma questa mostra è anche un percorso nella nostra storia, nella nostra cultura e nel costume tipicamente italiano: e allora la donna è massaia, con vari oggetti che richiamano le mille professioni, alcune particolarmente faticose, svolta in casa o in cascina, nell’agricoltura così come nel ramo dell’allevamento. Con l’arma a doppio taglio della dote, che spesso era solo un mezzo per migliorare la condizione economica dell’uomo che si andava a sposare. Una dote spesso ricamata dalla stessa donna, per risparmiare o mostrare le proprie capacità e che veniva inserita in un elenco di materiale, che il padre della futura sposa teneva per sé come una forma di controllo. Solo nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia, la dote venne finalmente vietata.
Poi la rivoluzione industriale e quella del 1968, quando con gli elettrodomestici le donne vengono alleggerite da diversi “incarichi” casalinghi e possono curare di più anche se stesse e l’estetica. Le donne che, nelle zone comprensoriali, entrano in fabbrica, come quelle del giocattolo a Canneto sull’Oglio o della manifattura tessile a Isola Dovarese. Donne che si spendono pure nell’impegno civile per la patria, partigiane o crocerossine, donne d’assalto, spesso sempre in territori di guerra, ma da reporter come Oriana Fallaci.
Una mostra, che è un modo per dire “anch’io”, motto delle donne per rimarcare la propria importanza. E del resto la presidente della Pro Loco di Drizzona, Laura Calcina, è donna. L’invito alla mostra per questi ultimi due giorni lo lasciamo chiudere a William Shakespeare, perché chi meglio di lui? “In piedi, signori, davanti a una Donna”.
G.G.