Cronaca

Tar, persa la prima battaglia: il Punto Nascita dell'Oglio Po resta al momento chiuso

C'è anche da sottolineare che comunque si entrerà nel merito del ricorso e solo allora si saprà se il Punto Nascita potrà continuare ad essere oppure se ci si dovrà adeguare a quanto deciso da Regione Lombardia

BRESCIA – Non è andata come tutti speravano. Il Tar di Brescia non ha ritenuto sufficenti le motivazioni addotte da Antonino Rizzo a nome dei 21 sindaci che hanno firmato il ricorso, per riaprire il Punto Nascita dell’Oglio Po sino a sentenza definitiva. Il Tribunale si è pronunciato contro la riapertura.
C’è anche da sottolineare che comunque si entrerà nel merito del ricorso e solo allora si saprà se il Punto Nascita potrà continuare ad essere oppure se ci si dovrà adeguare a quanto deciso da Regione Lombardia. La prima battaglia è stata persa. Resta aperta la guerra.

L’avvocato Rizzo, contattato, ha parlato di decisione opinabile per quel che concerne in particolare le motivazioni del dispositivo e dell’ordinanza che è stata pubblicata nella tarda mattinata di venerdì, due giorno dopo la discussione. “In primis i 380 parti del 2017 – spiega l’avvocato – vengono considerati una soglia troppo bassa e questo sarebbe una sorta di prova di scarsa sicurezza del reparto. Sappiamo che non è così, perché parla l’esperienza diretta di quel Punto Nascite e al massimo potremmo opinare sul fatto che tenere aperto un reparto per un numero di parti basso sia antieconomico, ma in tale senso tutta la Sanità, a livello nazionale, è antieconomica. A pagare è lo Stato o la Regione, ma è l’intero sistema ad essere così e a reggersi su questa premessa: da qui bisogna partire per ogni considerazione”.

Per quanto concerne le distanze, l’ordinanza del Tar di Brescia ha dato ragione ai comuni del comprensorio che hanno parlato di errore nella delibera di giunta di chiusura del Punto Nascite (non poteva essere altrimenti), ma evidentemente questo vizio di forma non è bastato a fare saltare il banco. Il discrimine, infatti, da quanto si è capito è quello dell’ora di auto e da Casalmaggiore a Cremona o da Viadana a Mantova, i tempi sono di 45-50 minuti: un concetto reale solo in condizioni ideali, perché con nebbia e traffico pesante anche questa tempistica può essere contestata.

In ogni caso la decisione sulla sospensiva è presa, ora si attende quella nel merito: il presidente di sezione Roberto Politi ha spiegato che molto probabilmente l’udienza sarà convocata in tempi rapidi, ma non ha dato indicazioni ulteriori. E’ possibile pronosticare un’attesa contenuta in 6 mesi, ma – ribadiamolo – questa è più che altro una sensazione che non si basa su dati oggettivi. La mancata sospensiva deve però lasciare pessimisti o essere una indicazione di massima anche su quello che sarà l’esito del ricorso vero e proprio? “Di certo non induce all’ottimismo” spiega Rizzo.

Giovanni Gardani-Nazzareno Condina

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