Cronaca

Ponte, duro comunicato del Comitato TPT: "Se va bene passeranno altri sei mesi"

"Ora ci sarà da attendere la pronuncia sulla domanda di sospensiva, i tempi della decisione del tar emilia romagna, i tempi di una eventuale impugnazione al consiglio di stato: sei mesi se va bene"

CASALMAGGIORE – Bando ai facili entusiasmi, al momento inopportuni. Un comunicato molto duro quello del Comitato Treno Ponte Tangenziale, sulla vicenda del bando di Ponte Po e del ricorso al TAR di uno dei gruppi di ditte giunte dietro in graduatoria. I tempi, anche nella più rosea delle ipotesi, non saranno quelli ‘inopportuni’ comunicati da qualche amministratore locale “che hanno indicato una tempistica d’inizio lavori prima di avere tutti gli elementi per farlo”.

Il comunicato poi accenna anche alla questione del ‘caos’ ferroviario “che evidentemente non preoccupa un gran ché chi amministra”.

“Quando – spiega il Comitato TPT – abbiamo chiesto a gran voce la dichiarazione di stato di emergenza, del tutto ignorata dalla regione Lombardia e non presa in considerazione dal dipartimento della protezione civile nazionale volevamo evitare le lungaggini della procedura ordinaria ed il pericolo ulteriore di dilatazione dei tempi per la proposizione di eventuali ricorsi. Non siamo stati ascoltati ma siamo stati facili profeti di sventura. Ora ci sarà da attendere la pronuncia sulla domanda di sospensiva, i tempi della decisione del tar emilia romagna, i tempi di una eventuale impugnazione al consiglio di stato della pronuncia di primo grado del Tar, sei mesi se va bene. Rileviamo anche l’inopportunità delle dichiarazioni fatte da amministratori che hanno indicato una tempistica d’inizio lavori prima di avere tutti gli elementi per farlo. Auspichiamo che la Provincia di Parma si attivi a seguire la procedura con la massima attenzione, così da assicurare la celerità del giudizio senza ulteriori rinvii. Nel frattempo assistiamo al totale abbandono della linea ferroviaria, nell’assoluto disinteresse dell’ente locale, che priva gli utenti di un servizio pubblico impedendo agli abbonati che hanno pagato il biglietto di salire sul treno perché quotidianamente arriva (non si sa perché) una sola carrozza. Solo gli organi di stampa riferiscono puntualmente di questo disagio, che evidentemente non preoccupa granché chi amministra”.
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