Salute

Parto in casa. Ferroni: "Chi ha chiuso il Punto Nascita ha gravi responsabilità"

"A questo punto vista l'attuale situazione ed il ritorno a 70 anni fa, quantomeno l'ATS e ASST si prendano la briga di istituire corsi per spiegare ai cittadini come intervenire in caso di urgenza"

CASALMAGGIORE – La storia di Esmeralda e Altin, del parto prematuro e del piccolo venuto al mondo in casa è quello che il futuro potrebbe riservare, e sempre più spesso, dopo la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale Oglio Po. Ci vogliono almeno 30 minuti per arrivare a Cremona – sempre che non ci sia traffico e non ci sia qualche impedimento – altrettanti, quando il ponte verrà riaperto, per arrivare a Parma.

Alla coppia oggi è andata bene. Ma la loro storia – peraltro prevedibile dopo la decisione di regione lombardia supportata dalla normativa nazionale alla quale nessuno, e nonostante tutto, ha voluto ancora porre mano – deve servire da monito. Partorire – per una mamma di queste terre, per una qualsiasi dei 30 comuni a cui il nosocomio casalasco fa riferimento – non sarà una passeggiata. Soprattutto a fronte dell’imprevedibilità, in tanti casi, del parto.

“Questa storia – spiega un arrabbiato Orlando Ferroni – serva da monito a chi ha preso quella decisione incomprensibile. La situazione oggi e qui da noi è questa e loro ne sono responsabili. Anche e soprattutto nel caso che qualcosa vada male”. E’ ironico e provocatorio l’Orlando. “A questo punto – prosegue il consigliere comunale di Casalmaggiore – vista l’attuale situazione ed il ritorno a 70 anni fa, quantomeno l’ATS e ASST si prendano la briga di istituire corsi per spiegare ai cittadini come intervenire in caso di urgenza. Vista l’alta probabilità di non giungere per tempo in ospedale, che almeno i papà e le mamme sappiano cosa fare”.

Quella di Ferroni è una provocazione: “Ma neppure tanto. Chi ha preso questa decisione ha grosse responsabilità, e ne avrà di più gravi anche in futuro se qualcosa dovesse andare male. Almeno riduciamo i rischi, che comunque esistono”.

Nazzareno Condina

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