Ndrangheta al Nord: al processo di Reggio Emilia 125 condanne
Un quadro che conferma dunque l’esistenza conclamata di una ‘ndrina da anni attiva a Reggio Emilia ma che ha allungato i suoi tentacoli in tutto il Nord Italia e anche nella provincia di Mantova, nella zona di confine che riguarda pure il comprensorio.
REGGIO EMILIA – Sono state 125 le condanne del Tribunale di Reggio Emilia per il maxi processo Aemilia – legato anche al territorio comprensoriale Oglio Po, in quanto di confine con le province di Reggio Emilia ed entrante in quello di Mantova – dove sono stati accertati legami con le ‘ndrine della ‘ndrangheta calabrese, che fa capo in particolare alla famiglia Grande Aracri.
Erano 148 gli imputati in questo maxi processo, che analizza l’emanazione diretta della cosca Grande Aracri di Cutro con fulcro nevralgico a Reggio Emilia. Tra i condannati (in primo grado, faranno ricorso in appello) più noti anche Vincenzo Iaquinta, Campione del Mondo ed ex calciatore della Nazionale e della Juventus, il quale ha urlato, rabbioso, la sua innocenza anche fuori dall’aula. Va detto che Iaquinta è stato condannato a due anni per reati collegati al possesso di armi. Più pesante l’accusa e la condanna per il padre Giuseppe, accusato di associazione mafiosa: per lui 19 anni di condanna. Oltre alle 125 condanne, vanno registrate 19 assoluzioni e 4 prescrizioni: un quadro che conferma dunque l’esistenza conclamata di una ‘ndrina da anni attiva a Reggio Emilia ma che ha allungato i suoi tentacoli in tutto il Nord Italia e anche nella provincia di Mantova, nella zona di confine che riguarda pure il comprensorio.
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