Punto Nascita, rabbia contro la Regione. Toscani: "Vergogna". Pasotto: "E' prevaricazione"
VICOMOSCANO – Immagini in bianco e nero che acuiscono, ancor di più, il senso di vuoto e la tristezza per un reparto che sta per chiudere i battenti. Sono quelle postate ieri da una dipendente dell’Oglio Po. Una di quelle che “Intanto che attendiamo la sentenza del TAR” registra la realtà.
Ieri tantissime voci si sono espresse in solidarietà all’Oglio Po. Pochi i politici, ma tra i pochi ne segnaliamo due. La prima è di Pierluigi Pasotto, Rive Gauche: “Mi pare di capire – scrive Pasotto sul suo profilo facebook – che la direzione dell’ Azienda Ospedaliera di Cremona non abbia molta fiducia nel ricorso presentato al Tar dai sindaci per conto di tutti i cittadini del comprensorio Oglio Po contro la chiusura del Punto nascite dell’Ospedale Oglio Po.
Cerco, con fatica di calarmi nei panni di coloro che in quel reparto ci hanno lavorato, ci lavorano, avrebbero potuto lavorarci, per tentare di comprendere come tutto ciò non sia altro che un atto di protervia e prepotenza nei confronti loro e di noi tutti da parte degli artefici di questa decisione. Vedere smantellato il luogo dove tante persone hanno lavorato, gioito, sofferto è una ferita non rimarginabile per il nostro ospedale, il nostro territorio e per tutti noi.
Stiamo subendo, da cittadini, un atto di prevaricazione istituzional-burocratica, trattati come peones, dimenticati e condannati ad un triste declino, ai confini dell’impero. Un impero però che ci impone tasse salatissime, sacrifici e servizi sempre più scadenti. Un impero che non ci ascolta, non ci considera, a cui forse non ‘serviamo’ elettoralmente come altri territori più popolosi: non ci rispettano.
La risposta politica locale a tutto ciò è stata slegata, tardiva, scadente. Assieme a sindaci generosi, in trincea da subito a fianco di un comitato che ha svolto un enorme, inascoltato, lavoro di pressione e proposta, ci sono stati sindaci frenati da incomprensibili ‘maanchismi’ e tentativi di ‘non disturbare’ troppo i manovratori.
E’ scomodo dirlo, ma va detto, e ognuno potrà farsi un’idea su nomi e cognomi senza che debba farlo io. Ricordiamocelo per il futuro prossimo venturo. Spero che il Tar riservi a ‘qualcuno’ una sgradita sorpresa. Saluto con affetto e abbraccio tutto il personale del reparto: sono deluso, amareggiato, e arrabbiato come voi. Non molliamo”.
Tra i politici da registrare anche le parole di ieri sera dell’ex sindaco di Casalmaggiore Luciano Toscani: “Non so se sia maggiore la tristezza o la rabbia. Un pezzo di storia, di Casalmaggiore e mia personale, che abbiamo perso per strada. Una vergogna”.
Tantissime le testimonianze di solidarietà e di rabbia. Questa quella di una ex dipendente, F.F., che ha lavorato nella maternità: “Quel vuoto gela il cuore, quanta tristezza. Ho lavorato in quel reparto, ho amato con tutta me stessa, ho visto nascere è fatto nascere degli angeli, ora divenuti uomini e donne. Vedere tutto questo silenzio intorno a noi, non fa altro che affermare la durezza di chi pensa di essere superiore a tutto e a tutti. Ma la forza è racchiusa in ognuno di noi che ha donato con amore e semplicità. Quanti agiscono e decidono senza neanche sapere quale danno creano alla società. Ma la certezza più grande è che ci sarà una giustizia per tutti, grandi e piccoli che nessuno potrà sfuggire. Mi sento di partecipare a questa tristezza, perché fa parte di un mio vissuto, che porto nel cuore stretto come uno scrigno , dove c’è raccolto la bellezza della vita, che mai nessuno potrà cancellaredi mamme unite da un’unica tristezza”. Questa quella di G.G.: “Ci stiamo salutando cosi’ non salutandoci, come se ci dovessimo rivedere nei prossimi turni, per far si che l’abbraccio non sia cosi’ doloroso. Facciamo finta di niente, col cuore pieno di tristezza”.
Questa infine, la testimonianza di una delle tantissime mamme che hanno parlato in questi giorni e ieri: “41 settimane di gravidanza… da oggi cominciano per prassi i monitoraggi per controllare la gravidanza e vedere se il parto è vicino! Purtroppo la data presunta del mio bimbo é passata, e come temevo, questo iter (nuovo per me perché col primo parto non era capitato) ho dovuto iniziarlo non nel mio ospedale ma a Cremona, in città! Credetemi che il nubifragio di questa mattina (ieri per chi legge, ndr) che mi ha accompagnata per tutti i 50 km – abito a Viadana – è stato il male minore, ed è tutto dire… mi sono sentita un pesce fuor d’acqua: il reparto è molto ben attrezzato, il personale non manca, pazienti, pance, neonati ovunque, tutto molto frenetico… tutto diverso dalla mia realtà, di tranquillità e serenità alla quale sono stata abituata… personale gentilissimo, nulla da dire, ma manca una cosa fondamentale, per me per lo meno! Il RAPPORTO UMANO! Invece che sentirsi parlare con tono rassicurante, materno e caldo… l’essere chiamata ‘cara’ con il sorriso è stato sostituito da un bel “signora, venga… signora deve tornare tra 3 giorni con impegnativa! Arrivederci”… un numero… per la maggior parte della gente probabilmente questo non significa nulla, per me, per il mio carattere, soprattutto per il momento delicato in cui mi trovo, la freddezza mi ha reso tutto ancora più difficile e pesante… mi dispiace tanto per le ragazze dell’Oglio po… avevano costruito qualcosa di più di uno sterile reparto di maternità!”.
Nazzareno Condina