Anche il Vescovo Napolioni a San Lorenzo per l'ultimo saluto a Maria Enrica Lambri
«Siamo sicuri – ha detto il Vescovo – che lei era strapronta a incontrare il suo Dio e proseguire il suo pellegrinaggio per mano a Maria, continuando a tifare per noi». E qui mons. Napolioni ha voluto richiamare i tanti fronti di impegno di Maria Enrica.
TORRE DE’ PICENARDI – È stato il vescovo Antonio Napolioni a presiedere, nel pomeriggio di venerdì 26 ottobre, nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo de’ Picenardi, le esequie di Maria Enrica Lambri, presidente della Sottosezione cremonese dell’Unitalsi. E di fatti, insieme ai parenti e ai tanti amici del paese (era molto impegnata in parrocchia, così come in campo sociale e civile) c’erano i suoi unitalsiani, alla presenza anche del presidente regionale Vittore De Carli.
Una celebrazione davvero partecipata, che ha visto tantissima gente stringersi intorno alla famiglia, alla sorella Luisa (anche lei volontaria unitalsiana), al figlio Cristian Capelli e ai nipoti. Accanto al Vescovo diversi sacerdoti, tra questi il parroco don Claudio Rossi, l’assistente Unitalsi don Maurizio Lucini, don Alessio Menegardo (assistente Unitalsi Mantova) e tanti altri sacerdoti, in particolare legati all’Unitalsi o alla realtà parrocchiale. Non mancava il diacono Arrigo Duranti insieme ai compagni di seminario Valerio Lazzari e Andrea Bani (barellieri unitalsiani) e a tanti giovani volontari.
Aprendo l’omelia il Vescovo ha espresso lo smarrimento generale per un evento giunto in modo repentino ed inimmaginabile, ma che non per questo dà motivo di arrabbiarsi con gli altri o con Dio. «Siamo sicuri – ha detto ancora – che lei era strapronta a incontrare il suo Dio e proseguire il suo pellegrinaggio per mano a Maria, continuando a tifare per noi». E qui mons. Napolioni ha voluto richiamare i tanti fronti di impegno di Maria Enrica: «Cerchi concentrici di affetti che hanno manifestato la bellezza della sua persona».
Maria Enrica Lambri dal 2015 ricopriva l’incarico di presidente della Sottosezione cremonese dell’Unitalsi. Altrettanto importante il suo servizio nelle parrocchie di San Lorenzo de’ Picenardi e di Torre de’ Picenardi, in particolare come catechista, presenza significativa per le attività di oratorio, anche per quanto riguarda l’assistenza ai ragazzi nei campi scuola in montagna. Una vita spesa nella scuola dell’infanzia e nel campo civile e del volontariato, con alle spalle una esperienza in Consiglio comunale, era attiva anche nella Pro Loco per iniziative di carattere culturale. Tante chiamate per portare frutti abbondanti, ha affermato il Vescovo: «Il suo non era il “sì” di un momento, ma che si rinnovava continuamente. La sua testimonianza ci insegna, dunque, a dire altrettanti “sì”».
Mons. Napolioni non ha voluto tracciare la sua figura in modo ideale, ma come «figlia di queste comunità, di questa storia, di questa Chiesa, che può ancora generale donne e uomini così, che hanno vissuto la loro chiamata con quello stesso stile di cui parla Paolo. Lo stile che abbiamo conosciuto e che oggi sembra fuori moda: essere persone gentili, rispettose, umili, che fanno spazio agli altri. Ve lo assicuro, è l’unico modo di costruire convivenza pacifica e insegnare ai ragazzi come si è felici. Non con l’arroganza e la violenza».
Concludendo, con il riferimento al brano di Vangelo, ha affermato: «Il vescovo, i preti, i teologi, i politici, i maestri si inchinano davanti ai piccoli e alle piccole che custodiscono i segreti di Dio. E quando ne intravediamo la bellezza, tutti abbiamo il compito di imparare la lezione, scegliere di vivere così, custodirne la memoria in una condivisione fraterna che renderà piena di pace e di consolazione la sua anima nelle mani di Dio e il nostro cammino che continua».
La commossa celebrazione ha avuto anche un momento “rumoroso”, ma non certo fuori luogo: il lungo applauso dopo la benedizione finale, non prima della testimonianza di alcuni che l’hanno conosciuta: alcuni parrocchiani, un amico, una ex collega e gli amici dell’Unitalsi. In particolare la vicepresidente Marinella Oneta ha ricordato il messaggio nel quale Maria Enrica annunciava il ricovero alla Poliambulanza di Brescia per effettuare il bay pass cardiaco. «Pregate per me. Io sono serena», era la conclusione del messaggio scritto sul gruppo del Consiglio dell’Unitalsi. «Fede che ti ha sempre spinto a cercare il volto di Gesù in tutti i tuoi fratelli, nei bambini, giovani, anziani, stranieri e malati – ha affermato Marinella Oneta -. I malati, avevi scelto di servirli anche nella nostra Associazione dell’Unitalsi, che ha potuto bearsi della tua presenza per oltre vent’anni e nella quale sei arrivata a coprire la carica di presidente, stimata ed amata».
E ancora: «Questa associazione ora è sbigottita ed attonita per questa la tua repentina scomparsa, ma questo dolore, ne siamo certi ci aiuterà ad unirci ancora di più per aumentare la comunione tra di noi come tu volevi e dare un nuovo slancio alla nostra attività. Il fuoco della carità che ti animava ti ha aiutato a diventare quella magnifica donna che eri, profonda ma al tempo stesso pratica e realista». E ha concluso: «Sarà molto difficile colmare questo vuoto, ma il pensiero che ora stai ammirando il volto della dolce mamma celeste anche per noi ci dà forza. Hai molto amato la Vergine Maria e ora ti pensiamo a cantare insieme a Lei “L’anima mia magnifica il Signore”. Pregala tanto per noi perché possiamo portare ai fratelli nel nostro servizio unitalsiano il vero amore di Gesù. Ti vogliamo bene!».
Maria Enrica Lambri, classe 1951, era originaria di Isola Dovarese ma da una vita resieeva a S. Lorenzo de’ Picenardi. Un lieve malessere nei giorni scorsi l’aveva portata al ricovero alla Poliambulanza di Brescia per sottoporsi a un triplo bypass cardiaco. L’aggravarsi della situazione a seguito di un infarto ha portato al decesso nel pomeriggio di martedì 23 ottobre.
Dal 2015 Maria Enrica Lambri ricopriva l’incarico di presidente della sottosezione cremonese dell’Unitalsi. «Era stata presentata – ricorda Gaetano Galvani, già presidente dell’Unitalsi cremonese – dal dottor Codignola, medico unitalsiano, e dalla moglie Mariarosa. Da subito Maria Enrica si è messa al lavoro, con la sua intraprendenza, con spirito di dedizione, nonostante i suoi impegni di insegnante e nelle attività parrocchiali e civiche». Assidua nei pellegrinaggi e nelle varie iniziative della sottosezione e regionali, è approdata alla presidenza per elezione. «Naturale punto di riferimento – ricorda ancora Galvani – con attenzione ai consigli che le venivano dai volontari e molto disponibile alla collaborazione».
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