Cultura

Casalmaggiore ricorda Del Giudice: "La città che più di tutte ha amato"

Il grazie più grande è andato alla moglie di Del Giudice, per avere tenuto fede al desiderio del marito, "che amò Casalmaggiore più delle altre città" e che a Casalmaggiore ha deciso di donare parte del suo patrimonio artistico, culturale e letterario.

CASALMAGGIORE – Potremmo anche scomodare un Gino Paoli d’annata, con la sua canzone forse più famosa, se non fosse che gli amici al bar, per ricordare Piero Del Giudice, erano molti più di quattro. Al Bar Centrale di Casalmaggiore, venerdì pomeriggio, è stato un momento di ricordo, di riflessione, di storia casalese dei tempi che furono ma anche di profonda cultura. E il pomeriggio, con una cinquantina di persone, ha suggellato una donazione di libri e quadri che lo stesso Del Giudice, scomparso a fine agosto all’età di 78 anni, ha voluto lasciare a Casalmaggiore.

Docente, giornalista e scrittore, Piero è stato ricordato dai vari amici che ne hanno scandito la crescita e la giovinezza. E non solo: del resto, a Casalmaggiore, era stato sempre al Centrale soltanto il 30 giugno scorso per parlare con Franco Rotelli della Legge Basaglia, la riforma epocale che portò alla chiusura dei manicomi in Italia. E proprio un fratello di Franco Rotelli, Gian Giacomo, gesuita di stanza a Roma, era presente assieme ai vari Fornari, Raschi, al professor Guido Sanfilippo, all’ex sindaco Massimo Araldi, a Giuseppe Morandi di Piadena e a Gianpietro Tenca, oltre che alla sorella di Piero e alla moglie Adriana Grippiolo. Con loro anche Giorgio Lipreri, Mario Daina, Brunivo Buttarelli, Nadia Zanafredi, Costantino Rosa, Ornella Anversa, Walter Rosa, Sergio Bini, il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e il presidente Pro Loco, associazione che ha organizzato assieme alla redazione del periodico “Casalmaggiore”, Marco Vallari, che ha tenuto il saluto iniziale, definendo Del Giudice “gigante di cultura”. A tutti – compreso Franco Frassanito del Bar Centrale – è andato il grazie di Adriana, moglie di Piero, chiedendo un aiuto nel ricordare il marito su eventi e aneddoti della sua gioventù, “un modo per farlo rivivere”.

Tra gli episodi, quello del dottor Faita che salvò Del Giudice durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e l’aiuto costante di Gian Giacomo Rotelli nel sostenere Piero in ciascuno dei suoi progetti. “Era fedele a se stesso e lo capii sin dal periodo di studio al Liceo Romagnosi di Parma – ha detto Rotelli – . Infatti non si atteneva agli ordini dei professori, ma scriveva quello che realmente pensava”. La seconda caratteristica ribadita è stata la fedeltà ai suoi ideali (politicamente spostati a sinistra), che gli costò anche il carcere “dove andai a trovarlo diverse volte e dove mi disse – ha ripetuto Rotelli – che le cose nelle quali si crede devono essere portate avanti nonostante tutto”.

Guido Sanfilippo ha ricordato come Del Giudice risultò il migliore all’esame di maturità, “perché la sua impostazione libera lo differenziava da tutti gli altri”. Araldi ha invece ricordato affettuosamente che la moglie di Piero era loro insegnante e “tutti erano innamorati di lei, perché era una bellissima donna di 24 anni”. Morandi ha parlato dei quaderni di Piadena, scritti nel 1963 e che poi furono sequestrati. Sergio Bini, che ha letto e interpretato alcune poesie di Del Giudice, ha ricordato la passione sportiva di Piero, conosciuto all’ex Bar Luciano durante una diretta tv dell’Inter in Coppa Campioni. “Nessuno ricordava se giocasse bene o male a calcio – è stato spiegato – ma era un grande appassionato, anche di canottaggio, e spesso lo si vedeva all’oratorio di San Francesco”.

Da Ornella Anversa un apprezzamento per il grande impegno politico di quei giovani, molto diversi da quelli di adesso, anche quando magari ad ascoltare i comizi c’era soltanto un cane all’angolo tra via Trento e via Trieste. Del Giudice è stato anche dipinto da una ex alunna come un professore moderno, mentre Sanfilippo ha ricordato il suo ruolo di factotum nel Gazzettino del Po, giornale che suscitò anche scandalo per i suoi contenuti.

Tornando all’attualità, la moglie Adriana ha ricordato la mancata pubblicazione di un’ultima opera di Del Giudice che, dopo tanti elogi ricevuti, decise di non sottostare al ricatto di 32mila euro richiesti per andare in stampa. La speranza è di poter comunque arrivare a questo traguardo: anche Vittorio Sgarbi, celebre critico d’arte, se ne è interessato, è stato rivelato, anche se per ora il progetto è in standby. La lettura finale di una poesia di Francesco Arcangeli, mentore di Del Giudice, ha ricordato il suo vivere quotidiano, il suo modo di scrivere e il paragone con un volo solitario in un lungo viaggio tra le città italiane, aprendo così la parentesi artistica. Brunivo Buttarelli ha sottolineato le recensioni sui suoi cataloghi di Piero, che poi Nadia Zanafredi, pittrice, conobbe proprio dallo stesso Brunivo, dando vita a una collaborazione preziosa.

Walter Rosa ha sottolineato un rapporto a volte burrascoso ma sempre nella reciproca stima, rimarcando un progetto su Sarajevo proposto da Del Giudice e l’idea di un museo del realismo esistenziale. Il grazie finale del sindaco Bongiovanni, con la distribuzione di alcuni libri riguardanti proprio la storia recente di Sarajevo (di autori vari, quasi tutti della ex Jugoslavia) che Piero amava e contribuì ad editare, è andato alla moglie di Del Giudice, per avere tenuto fede al desiderio del marito, “che amò Casalmaggiore più delle altre città” e che a Casalmaggiore ha deciso di donare parte del suo patrimonio artistico, letterario e culturale. Anche per questo, e non solo, è stato giusto ricordarlo a casa sua.

Giovanni Gardani

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