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L'Ortopedia Oglio Po fa 'miracoli': Sandi secondo in Portogallo due settimane dopo l'intervento

Sandi non è un caso isolato. Altri piloti si sono rivolti al reparto di Ortopedia di Oglio Po, come Elia Sammartin, operato la scorsa primavera per una frattura dell'avambraccio sinistro e il compagno di squadra Diego Monticelli, operato l’anno scorso

CASALMAGGIORE – Federico Sandi, campione nazionale di stock 1000 superbike, ha scelto nei mesi scorsi di farsi seguire dall’equipe dell’Ortopedia di Oglio Po, diretta da Alessio Pedrazzini.

A sole due settimane dall’intervento all’avambraccio destro, eseguito a causa della sindrome arm pump, il pilota ha fatto la pole a Portimao (Portogallo), classificandosi poi al secondo posto in gara e, dopo un mese, al circuito di Nevers Magny-Cours (Francia), ha persino vinto il gran premio. Un risultato straordinario, ottenuto non solo grazie all’abilità del motociclista, ma anche grazie alla competenza dei professionisti di Oglio Po che hanno eseguito un intervento mirato permettendo una rapida ripresa del campione.

Sandi non è un caso isolato. Altri piloti si sono rivolti al reparto di Ortopedia di Oglio Po, come Elia Sammartin, operato la scorsa primavera per una frattura dell’avambraccio sinistro e il compagno di squadra Diego Monticelli, operato l’anno scorso per frattura 5 metacarpale della mano destra. I due campioni fanno squadra insieme ad Egardo Borella e rappresentano l’Italia nel campionato mondiale di Supermotard.

Utilizzando il gergo sportivo: un’altra stagione vincente per il team dell’Ortopedia diretta da Pedrazzini.

ARM PUMP, DI COSA SI TRATTA? CE LO SPIEGA IN BREVE ALESSIO PEDRAZZINI (Direttore UO Ortopedia, Ospedale Oglio Po)

“Da diversi anni l’arm pump syndrome – sindrome compartimentale cronica dell’avambraccio – è diventata uno degli argomenti più caldi della medicina sportiva legata al motociclismo.”

“I sintomi si presentano durante la guida, inizialmente con una sensazione di formicolio, a cui segue un forte dolore e la perdita di sensibilità alla mano, che non riesce più a compiere alcun movimento e quindi a tenere la presa sul manubrio. Questo accade perché, durante le competizioni, l’avambraccio del pilota riceve un importante afflusso di sangue, che ne provoca l’aumento di volume portando alla compressione di vene, arterie e nervi e al conseguente irrigidimento dell’arto. Le cause possono sono molteplici e non devono essere confuse con altre patologie (sindrome del tunnel carpale, artriti, epicondiliti, crampi muscolari).”

“Quando si verificano questi episodi, la moto diventa estremamente difficile da controllare. Solitamente si interviene con pratiche di tipo conservativo, come il massaggio e lo stretching muscolare, ma se la situazione diventa cronica si rende necessario per il pilota sottoporsi ad una fasciotomia, ovvero l’apertura mediante incisione delle fasce (guaine) che avvolgono i muscoli dell’avambraccio.”

redazione@oglioponews.it

Pedrazzini e il suo team con Elia Sammartin
Un selfie con Federico Sandi e Alessio Pedrazzini
Il team dell’Ortopedia con Diego Monticelli

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