Cultura

L'arte astratta di Giovanni Bini e il recupero di San Zavedro: una mostra dentro la storia

“La scelta di questa location è dovuta all’unione tra i quadri di forte impatto, molto materici con schiuma bruciata, e questa chiesa un po’ dismessa e con muri senza intonaco: questo crea una forte simbiosi per un effetto interessante”.

SAN GIOVANNI IN CROCE – Arte astratta sì, ma anche riappropriazione e riscoperta dei luoghi. Con questa associazione, solo all’apparenza antitetica, la mostra di Giovanni Bini “Arte Cruda”, un manifesto dell’astrattismo, consente di riscoprire anche San Zavedro, la chiesetta di San Giovanni in Croce voluta dalla regina longobarda Teodolinda, ma i cui primi resti risalgono all’Alto Medioevo, in quanto vi fu una seconda costruzione sulle fondamenta della prima.

La mostra, che fa parte del programma della Fiera Settembrina del paese casalasco, sopravviverà in realtà alla kermesse stessa, perché andrà avanti fino al 14 ottobre prossimo. Le musiche scelte ad hoc dall’artista di Casalmaggiore creano la giusta atmosfera, unita alla natura delle opere proposte e ovviamente all’architettura della chiesa stessa. San Zavedro, dove peraltro è sepolto anche Cecilia Gallerani, la dama con l’ermellino di davinciana memoria, un gioiello da riscoprire anche grazie all’arte.

Qui sorgeva il primitivo battistero della prima Pieve di San Giovanni risalente al 1100 e di cui rimangono le fondazioni, scoperte a metà degli anni ’80 con le opere di restauro e con le coperture poi rifatte. Togliendo il pavimento è affiorata la fondazione e sono tornati alla luce secoli di storia. Chiaramente la storia va poi fatta vivere, va sposata con l’attualità e in tal senso Giovanni Bini ha pensato a San Zavedro come luogo ideale in cui ambientare la sua mostra: “La scelta di questa location è dovuta soprattutto all’unione tra i quadri di forte impatto, molto materici con schiuma bruciata, e questa chiesa un po’ dismessa e con muri senza intonaco: questo crea una forte simbiosi per un effetto molto interessante”. Un’occasione e un assist dell’arte per l’arte. E ovviamente anche per la storia.

G.G.

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