Daniela Bellini, nello spazio espositivo di via Favagrossa due istallazioni che parlano di donne
Piuttosto shock l’impatto della prima, in cui un letto con una coperta di rosso, uno specchio e una serie di oggetti, ci portano nel mondo della prostituzione, quella non scelta, quella non voluta, quella subita. Sono oggetti che parlano
Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello (Gabo)
CASALMAGGIORE – Nello spazio espositivo, all’imbocco di via Favagrossa, Daniela Bellini, con la sua seconda installazione, torna a parlare di donne. Due occhi vetrina che, già al primo sguardo, mettono in contrapposizione due mondi apparentemente opposti… che fanno pensare. Piuttosto shock l’impatto della prima, in cui un letto con una coperta di rosso, uno specchio e una serie di oggetti, ci portano nel mondo della prostituzione, quella non scelta, quella non voluta, quella subita. Sono oggetti che parlano: una gonna di tulle bianca ad indicare la purezza che però se ne andrà presto, come ci indicano gli slip sexy, di pizzo nero, ripostivi sopra, un grazioso vestito da bimba, ornato però di perle e passamanerie più adatti ad abiti da adulta, per parlarci di violazione dell’infanzia, vicino guanti in lattice, perché a toccare queste donne sono mani fredde, mani di plastica, mani insensibili, mani distanti e prive di ogni slancio affettuoso, prive d’amore; qua e là, alcune bambole che rappresentano i corpi delle prostitute, snaturati e privati della loro anima, e ancora, accessori per il make-up per imbellettare visi di cera, renderli più accattivanti e coprirne il dolore, quel dolore, che ci si illude possa svanire lavandosi con acqua proveniente da una brocca argento e infine, alla testiera del letto… cravatte firmate !
Nella vetrina accanto invece il lusso, il benessere, l’approvazione della società, rappresentato simbolicamente, oltre che da oggetti griffati, quali borse, collane di perle e ninnoli vari, da tante foto di Jackie Kennedy, donna di cultura e di grande eleganza, una delle più giovani first Lady della storia, che si distinse per il coinvolgimento in eventi sociali e culturali, per il suo interesse per l’arte, la musica e che rivoluzionò anche lo svolgimento dei ricevimenti ufficiali, in quanto Jackie e John si circondarono di artisti, celebrità e premi Nobel. Ma dopo l’assassinio del marito John e il matrimonio col magnate greco Onassis, la sua popolarità prese un’altra piega. Si sospettò che avesse avuto amanti, tra cui il cognato, e che il matrimonio con Onassis servisse da garanzia per il futuro, come testimoniano il contratto matrimoniale stipulato tra i due e le battaglie legali con la figlia di lui, dopo che Onassis morì.
Cosa ha voluto raccontarci Daniela? Forse tanto, forse nulla, potrebbe essere l’ennesimo frutto del suo estro creativo, e di certo lo è, potrebbe essere un angolo di via, che fu fatiscente, a cui ha voluto ridare vita, potrebbe essere un gesto di solidarietà, o una denuncia contro gli abusi e le ipocrisie o più semplicemente un monito a decidere da che parte stare o un grido per dire basta! O semplicemente uno spunto di riflessione; certo è che passandoci davanti, ci si ferma.
Giovanna Anversa